Francesco Certo (RDS): «Caicedo il giocatore che più mi ha impressionato. Ripartenza? Dico si!» - ESCLUSIVA
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Francesco Certo (RDS): «Caicedo il giocatore che più mi ha impressionato. Ripartenza? Dico si!» – ESCLUSIVA

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Francesco Certo, giornalista di RDS, è intervenuto ai nostri microfoni per parlare della situazione in cui si trova il calcio

Dalla situazione che sta vivendo il calcio fino alla ripresa del campionato e al ruolo che la Lazio potrà rivestire alla ripartenza. Francesco Certo, storico giornalista di RDS, ne ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni.

Come finirà questa stagione?

«Da noi stiamo assistendo ad un teatrino delle chiacchiere con tutti che mettono bocca a modo loro. All’inizio nessuno era favorevole alla ripresa, poi dopo invece si sono tutti allineati per ricominciare. Questa volontà deve fare i conti con il Governo e il CTS. Il Governo sembra oltremodo prudente soprattutto il Ministro dello Sport Spadafora. La Serie A alimenta tutto lo sport e il calcio in particolare porta molti soldi nelle casse dello stato. Noi dovremmo smettere di considerare il calcio solo sotto il profilo sociale e considerarlo un’industria così come ce ne sono molte. Non capisco perché debba fermarsi senza una valida ragione, come non abbiamo certezze sulla durata del coronavirus non sappiamo se a settembre o ad ottobre le cose saranno diverse. Se ad ottobre si torna a giocare e poi c’è un positivo che facciamo? La soluzione della Germania è una soluzione di sopravvivenza, non si può pensare di fermare il calcio così come gli altri sport di contatto per due anni. Da metà giugno saranno consentiti all’aperto gli spettacoli con 1.000 persone, che differenza c’è rispetto ad una partita? Il calcio è anche un momento di gioia che potrebbe essere un motivo di partecipazione, di rito e di tifo anche per chi la guarda da casa».

Una possibile data per la ripresa quale potrebbe essere?

«Prima del 14 giugno al momento non si può riprendere e questo vuol dire che non si farà niente prima del 20 giugno. Serviranno almeno quattro settimane di allenamenti per rimettere in sesto le squadre».

In caso di stop definitivo quale sarebbe la soluzione migliore da adottare?

«Anche per questo ci sono posizioni molto discordanti. Gravina non ha escluso i playoff perché devi essere pronto a cambiare il format. Non ha senso inaugurare la stagione e iniziarla in un modo e finirla con altre regole così come non è il massimo le cinque sostituzioni. Qualsiasi sarà la soluzione non accontenterà tutti, già così il campionato è falsato ma per me non può mai essere cristallizzata la classifica con dodici gare da disputare. Manca quasi un terzo della stagione, ci sono molte partite che possono ribaltare questa situazione. La cristallizzazione non va bene neanche in caso di retrocessione e ugualmente per lo scudetto. Un’altra soluzione è quella di invalidare il campionato. La prossima poi sarà  una stagione con gli Europei e quella dopo con i Mondiali del 2022 a dicembre. Ci sarà una rivoluzione anche nei calendari, lo spazio per le Nazionali sarà ridotto, ci saranno turni infrasettimanali. La Coppa Italia non si sa se verrà assegnata anche se si giocasse ogni tre giorni. Finiremo una stagione e dovremo riniziarne subito una nuova».

Come giudica la comunicazione che la Lazio ha portato avanti in tutti questi mesi?

«Agnelli non gradirebbe l’assegnazione dello scudetto a tavolino, come se noi giocassimo per far piacere alla Juventus. Prima di questo la Juve era sorniona e per molto tempo ho pensato che la gara contro l’Inter sarebbe stata l’ultima di quest’anno. Quel match ha cambiato la classifica. La Lazio ha avuto una comunicazione molto interventista. Molti hanno accusato Lotito di parlare in un certo modo perché la Lazio potrebbe perdere il titolo e potrebbe esserci una verità in questo. Ma poi tutti gli altri club hanno preso la stessa linea e questo perché hanno capito che stanno perdendo un sacco di soldi».

Alla ripresa la Lazio avrà le stesse motivazioni che aveva prima dello stop?

«Se il campionato dovesse ripartire sarà tutt’altro rispetto a quello che abbiamo visto fino a marzo. Credo però che la Lazio abbia mantenuto intatta la sua mentalità. Conterà molto come ricomincerai la stagione, se con una vittoria che ti da morale o con una sconfitta. Si deve riniziare come se fosse un mini torneo: fare i punti che ti mancano per la Champions matematica e intanto puntare allo scudetto. L’obiettivo deve essere quello dei tre punti in ogni partita. Chiaramente devi rimanere agganciato alla Juventus e devi essere pronto a tutto. Questo periodo un po’ azzera considerazioni fisiche e di forma ma è così per tutti».

In quali reparti la Lazio dovrebbe rinforzarsi in vista della Champions?

«Vorrei che la Lazio possa partecipare e fare bene in Champions. La rosa deve essere costruita per bene e ampliata. Se arrivi in Champions da campione d’Italia è una cosa, da seconda e un’altra. La Lazio dicevamo fosse corta in attacco e poi Caicedo si è dimostrato all’altezza. Una squadra può essere sempre migliorata, Leiva ha una certa età, Parolo già non le fa più tutte le gare del campionato, devi pensare ad un attaccante che faccia i gol e a un difensore. Non manderei via nessuno ci sono giocatori cresciuti molto, poi se ci sono opportunità immediate è giusto coglierle. Caicedo credo sia il giocatore che si  è rivelato più importante, non ha mai fatto una valanga di gol ma ha timbrato il cartellino e ha risolto tantissime partite».

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