Figc, prof. Capua: «Alla ripresa tutela sanitaria assoluta per tutti»
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Figc, prof. Capua: «Alla ripresa tutela sanitaria assoluta per tutti»

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Figc, le parole del professor Capua in merito a quelle che saranno le misure di sicurezza da adottare alla ripresa del campionato

Il dottor Capua, direttore di medicina dello sport dell’ospedale San Camillo di Roma e presidente dell’antidoping della Figc, ha parlato di quelle che saranno le misure di sicurezza che verranno adottate alla ripresa del campionato. Le sue parole al Quotidiano Sportivo.

«Vedremo cosa decideranno le comunità scientifiche e quali saranno i coefficienti di rischio. Il mio auspicio, quando i calciatori ricominceranno ad allenarsi, è che si proceda a ‘contagio zero’. Chi ha contratto il Covid-19 o è asintomatico dovrà effettuare test completi per ottenere nuovamente l’idoneità sportiva. Si dovrà accertare la scomparsa della positività perché un conto è essere guariti e un altro è esserlo ma risultare positivi e dunque in grado di trasmettere il virus. E il medico che firma l’idoneità potrà decidere se effettuare esami a sua discrezione per azzerare tutti i rischi.  Se l’obiettivo è chiudere la stagione io dico di sì. Ritiro? La definirei clausura ‘attiva’, acquisendo la certezza che sia una ‘clean zone’ con la sanificazione sistematica di ogni luogo frequentato dai giocatori. Si dovrà creare una sorta di tunnel virtuale di sicurezza per le trasferte. E non solo: oggi in Commissione federale chiederò che tutti gli addetti ai lavori, dai miei ispettori dell’antidoping fino agli ispettori federali e di Lega, siano tenuti ad esibire un certificato di negatività al virus prima di entrare in contatto con le squadre. Dovrà esserci tutela sanitaria assoluta».

CALCIATORI – «I calciatori hanno scoperto una novità: la preparazione in casa. Posso garantirle che si allenano tutti i giorni via Skype o simili con i loro preparatori e non è vero che sono stati fermi. E’ però vero che hanno svolto attività inconsueta, perchè una cosa è correre sui campi e una è sul corridoio di casa o sul tapis roulant. Paradossalmente, non potendo concedersi distrazioni di alcun tipo, dal punto di vista mentale sono concentrati sull’obiettivo ai massimi livelli. E poi parliamo di atleti giovani nel pieno delle forze, in grado di abituarsi rapidamente alle novità. Quando torneranno a correre sull’erba avremo certezze assolute, ma in ogni caso lo faranno dopo due settimane di allenamento in ritiro. I giocatori dovranno considerare, se si ripartirà, questi 45 giorni di calcio estivo come un Mondiale, senza avere lo stress del Mondiale, che logora nervi, testa e fisico più del campionato».

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