Correa si racconta, «Adesso mi sento più leader, sono cresciuto molto»
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Correa si racconta: «Adesso mi sento più leader, sono cresciuto molto»

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L’attaccante della Lazio Joaquin Correa si è raccontato ai microfoni di Lazio Style Channel, parlando della sua crescita in biancoceleste

Questa volta è toccato proprio a lui raccontarsi ai microfoni di Lazio Style Channel. Stiamo parlando del Tucu Joaquin Correa, che, intervistato dai canali ufficiali del club, ha parlato della sua grande crescita in biancoceleste.

SULL’ARRIVO ALLA LAZIO – «Quando sono arrivato già parlavo un po’ italiano, sono stato poco tempo alla Sampdoria, ma ho imparato tante cose. Non ho fatto tanta fatica, in Italia le persone sono calorose come in Argentina. Quando sono arrivato a Roma c’era tanta gente ad aspettarmi all’aeroporto, questo ti dà la voglia di ricambiare l’affetto. È stato importante per me. Cosa amo dell’Italia? Qui si mangia bene, soprattutto a Roma. Mi piace prendere il caffè dopo i pasti, in Argentina non è la normalità».

SUI TRIONFI IN BIANCOCELESTE – «In Coppa Italia ho segnato nella semifinale di ritorno con il Milan, Reina era il portiere rossonero, appena arrivato alla Lazio mi ha detto: “Mi ricordo di quel gol…”. Fu una giornata bellissima, ci tenevamo alla Coppa, è stata una gara di carattere. Lavoriamo tutti i giorni per vincere, l’abbraccio al triplice fischio è stato bellissimo. In finale con l’Atalanta non avevo più gambe, eppure sono riuscito a segnare. Avevamo lottato per tutta la partita, ma quando giochi queste sfide tiri fuori qualsiasi energia. L’abbiamo meritata, è stato fatto un grande lavoro anche grazie al mister e allo staff. Emozioni del genere ci volevano. Momenti indimenticabili, noi sappiamo quello che facciamo ogni giorno, quanto sia dura. Festeggiare a seguito di questi sacrifici è veramente bello. Supercoppa? È stato incredibile, una gara perfetta, avevamo già vinto in campionato con la Juventus. Eravamo in fiducia, avremmo vinto contro qualsiasi squadra, anche la più forte al mondo. Un trofeo meritato, è stato bellissimo e particolare giocare a Rihad, abbiamo dimostrato che la Lazio fosse una squadra di livello».

SUI COMPAGNI – «Luiz Felipe sarà per sempre mio amico, anche quando il calcio magari ci separerà. Il nostro è un rapporto come tra fratelli, per lui metterei il viso sul fuoco. È sempre felice, ti trasmette positività tutto il giorno, vuole che tu stia bene. Mi hanno accolto tutti bene alla Lazio, io sono che si lega alle persone, i compagni mi hanno aiutato tanto. Anche con Patric siamo sempre insieme, è sempre col sorriso. Milinkovic è un altro grande amico, è un ragazzo tranquillo, ma con una grande voglia di vincere».

SULLA SUA CRESCITA – «Negli anni si cresce, in Spagna avevo perso 2 finali, qui ne ho giocate altre. Si migliora aggiungendo esperienze, adesso sono più sicuro di me stesso e di quello che faccio. Anche durante la quarantena ho imparato molto, ci sono stati dei problemi, mi hanno fatto crescere come uomo. Ora mi sento più leader di quando sono arrivato, i compagni col tempo mi hanno dato sempre più carica. Ho avuto la possibilità di crescere, adesso mi sento molto più importante di qualche anno fa. Poi non so per qualcuno cosa significhi essere leader. Io cerco sempre di prendermi le responsabilità quando gioco. Credo di essere cresciuto molto. Con il calcio sogno tutti i giorni, per esempio di vivere altri momenti belli. Fuori dal campo mi auguro di essere per sempre me stesso, lo stesso ragazzo con tante ambizioni e voglia di vincere. Il presidente Lotito ci è vicino, quando abbiamo vinto era lì. Ci dà carica, a volte ne abbiamo bisogno. In questi anni anche lui ha vinto tanto, ha meriti su tante cose».

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