Conferenza stampa Sarri: «Col Monza voglio umiltà. La Champions per noi è un'opportunità. Per le altre invece...»
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Conferenza stampa Sarri: «Col Monza voglio umiltà. La Champions per noi è un’opportunità. Per le altre invece…»

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Maurizio Sarri, tecnico della Lazio, interviene in conferenza stampa alla vigilia della gara col Monza: le sue dichiarazioni

Giornata di vigilia in casa Lazio. Maurizio Sarri presenta in conferenza stampa la sfida di domani contro il Monza. Segui con noi la diretta LIVE a partire dalle 13:15:

MONZA – La stiamo preparando con logicità, il derby non ci fa partire in vantaggio. È una partita difficilissima contro una squadra che ha numeri importanti. Al livello di possesso palla ora è quarta ed era al diciottesimo posto. Dobbiamo arrivare con spirito di sacrificio e umiltà

IMMOBILE – Dal punto di vista clinico sta bene, poi dal punto di vista sportivo è stato fermo un mese. Vediamo se possiamo sfruttarlo per uno spezzone.

ZACCAGNI NON IN NAZIONALE – Abbiamo un ct che fa le convocazioni, io sono molto contento quando riposano i miei. Sono decisioni sue che non mi interessano. Le Nazionali sono una follia, basta vedere i viaggi che ha fatto Vecino per due amichevoli. È rientrato anche troppo bene. È palese che il campionato non è più fattibile, ho sentito un folle che l’ha paragonato all’NBA. C’è grande differenza fare 28 minuti da una partita di calcio dove becchi botte diversa dall’NBA, forse un po’ meno dal basket europeo.

ORGANICO PER LA CHAMPIONS – Ho sempre detto che ci sono squadre con organico superiore al nostro al livello complessivo. Fanno cambi che ti lascia pensare. L’Atalanta a venti minuti dalla fine con l’Empoli ha messo Boga, Lookman e Hojlund. Noi non abbiamo quella possibilità.

VANTAGGIO – Il vantaggio è quasi simbolico, se penso ai punti che abbiamo recuperato noi penso anche a come potrebbe essere la classifica tra undici partite. Guarderei più a domani che andiamo in un campo dove ha perso la Juve e pareggiato l’Inter. Ci prendiamo il piccolo vantaggio teorico di giocare una volta alla settimana, ma non c’è niente di scontato.

PALLADINO – Tra gli allenatori giovani è uno dei più intriganti e interessanti. Riesce a fare una fase difensiva tipo Atalanta con un palleggio alla Guardiola. È sicuramente da seguire.

PELLEGRINI – Se può giocare dall’inizio lo dico a lui. Sono contentissimo della sua condizione e della progressione nell’apprendimento. Parliamo sempre però di una linea che funziona ed è difficile metterci le mani.

MILINKOVIC – Non si sta esprimendo al massimo ma abbiamo pazienza e fiducia perché può fare la differenza nella parte finale del campionato.

LUIS ALBERTO – In questo momento è fenomenale. Io non so cosa guardi il pubblico o i giornalisti. Quello che vedo io mi fa più che contento. È un giocatore totale che difende, tira da fuori e ha qualità di palleggio. Sicuramente un giocatore sopra le righe.

GIOCATORI ITALIANI DA COMPRARE – Ne abbiamo sempre parlato, non per comprare domani. Danno più identità, se in rosa hai sette-otto italiani è una storia diversa. Meglio se sono sette-otto laziali. Ma lo pensano tanti allenatori, poi ci sono dinamiche diverse del calcio e un italiano costa più di uno straniero.

INCONTRO CON LOTITO – Lo vedo spesso, non così spesso come prima da quando è in Senato. Ma lo vedo spesso

BENE CON LE GRANDI, MENO CON LE ALTRE – Mi sembra un campionato in cui perdono punti tutte con le squadre di media classifica, perché sono squadre forti. Monza, Torino, Bologna, la Fiorentina che è sempre un problema. Hanno uno spessore diverso rispetto al passato. Bisogna trovare le motivazioni interne, quelle esterne sono frivole. Io dico sempre alla squadra: vogliamo essere i migliori di Roma o tra le migliori di Italia. Noi dopo le partite di cartello abbiamo perso troppi punti.

PERDERE PUNTI CON LE PICCOLE – C’è solo una squadra che non ha perso punti con le piccole, il Napoli. Sta succedendo anche in Bundesliga, il PSG che dovrebbe dare trenta punti alla seconda. È una tendenza generale, poi noi dobbiamo cancellare la tendenza ad accontentarci, è un difetto.

LAZIO IN CHAMPIONS – Non so come ragionano calciatori e procuratori a livello di appeal. A me non importa se una squadra in Champions o no. Basta che mi intrighi, se non mi intrigano possono essere pure in Coppa del Mondo e non me ne frega. Poi può essere che dia maggiore richiamo.

RESPONSABILITA’ CHAMPIONS – Le responsabilità le hanno quelle che hanno organici più numerosi. Per noi è solo una opportunità.

CHINAGLIA – Lo ricordo quando ero un ragazzino. La mia forma mentis però era più diretta agli allenatori. Poi è chiaro che è un personaggio estroso e particolare che ha segnato un’epoca. Rimane nell’immagine popolare in maniera fortissima.

NAZIONALI – A me delle Nazionali non interessa niente. Ho visto un quarto d’ora di Kosovo-Andorra perché mentre giravo ho visto ventidue giocatori in area e ho pensato che cazzo succede. Io critico la follia del calendario, così tra dieci anni finisce tutto. La qualità va a puttane così. Ci sono spettacoli televisivi più interessanti.

LAZZARI – Sta bene, questa settimana l’ho visto bello brillante. È stato fuori qualche partita ma fine anno sarà sicuramente sopra le 35 presenze. In certe partita abbiamo fatto scelte diverse per motivi tattici.

SOSTA BENEFICA – È difficile capire se sia un bene o un male, non è mai semplice scoprirlo nel pre partita. Poi la partita ci dice la verità.

ALLENAMENTI COL SORRISO – Li hai visti su LazioStyle? Non erano tutti. Sarà andata in onda la parte più ludica. Ma abbiamo fatto lavoro fisico e tattico ad alta intensità. Ma noi ci alleniamo da mesi su altissimi livelli. Io spero sempre che la continuità in allenamento diventi continuità mentale. Rispetto all’anno scorso abbiamo una continuità diversa, poi abbiamo fatto meno bene a livello europeo penso sia una scelta inconscia.

QUANTO SARRI NELLA LAZIO – Mi ci rivedo. Giovedì ci siamo allenati sulla linea difensiva. L’ho rivisto la sera a casa ed è stato importante. Siamo al livello della linea difensiva dell’Empoli e del Napoli che alla Juve e al Chelsea non ho raggiunto. Poi se nell’immaginario collettivo Sarri è quello del Napoli, Sarri del Napoli non ci sarà mai più. Perché cambiano le caratteristiche dei giocatori.

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