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Editoriale

Ciao Davide. Per noi sarai sempre anche un po’ Laziale…

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Ciao Davide, noi ti vogliamo ricordare così. Quel pomeriggio del 23 luglio 2014 non lo dimentichiamo

Domenica 4 marzo 2018: una giornata triste per tutto il mondo del calcio. Purtroppo siamo qui a raccontavi la morte di un ragazzo di 31 anni che lascia tutti senza parole. In queste occasioni c’è poco da commentare, ma soprattutto c’è poco da dire. C’è solo voglia di riflettere e di capire come la vita ci possa riservare brutte sorprese in pochi secondi. Davide Astori ci ha lasciati senza un “valido” motivo e da quando è arrivata la notizia della sua morte è difficile accostarlo ai colori viola. Da oggi per noi è solo Davide, un ragazzo che poteva avere ancora una lunga carriera calcistica davanti e che a casa aveva una moglie da coccolare e una figlia da crescere. Purtroppo però bisogna accettare una volontà più alta, una volontà che nessuno può contrastare, ma che bisogna solo accettare. Questa è la vita, e bisogna solo cercare di andare avanti proprio nel nome di Davide, che diventerà un modello per tutte le generazioni future, perchè Davide era quel calciatore che tutti gli allenatori vorrebbero avere in rosa.

Oggi però il primo pensiero che mi è venuto in mente non poteva non essere quello del suo mancato trasferimento alla Lazio. Si, perché chi vive di calcio è così. Forse non sarò stato il solo, visto che Astori e la Lazio hanno molto in comune. Non posso dimenticare l’estate del 2014, quando tutti eravamo nel ritiro biancoceleste ad Auronzo di Cadore ad aspettare il suo arrivo. La Lazio non era mai stata così vicina a Davide Astori. Anche il ds Tare, presente ad Auronzo, iniziava a gongolare per aver quasi ingaggiato uno dei difensori più promettenti del calcio italiano. La trattativa con il Cagliari andava avanti da diversi mesi e tutti i tifosi biancocelesti aspettavano finalmente la fumata bianca. Ricordo quando chiamai proprio Davide al telefono per cercare di strappargli qualche dichiarazione e per sapere quando arrivasse nella cittadina veneta. Lui in tutti quei mesi aveva sempre risposto al suo cellulare e non si era mai tirato indietro: “Vediamo stanno parlando le società”. “Ma tu vuoi la Lazio? Certo chi non la vorrebbe”. “Davide ma quando arrivi? Davide ma è fatta? Vediamo, io sto aspettando…”. Purtroppo quella chiamata non è mai arrivata e purtroppo non ho potuto mai pubblicare quelle dichiarazioni per far sapere quanto Davide desiderasse vestire la maglia biancoceleste. Poi non so cosa sia successo: quella sera del 23 luglio 2014 Davide non ha più risposto, anche io ho saputo tramite altre testate dell’inserimento improvviso della Roma e del suo passaggio sfumato alla Lazio. Un boccone durissimo da digerire, i laziali non presero bene la notizia e scoppiò una vera e propria “rivolta” nella cittadina veneta. Alla fine arrivò Stefan de Vrij.

Non è mai stata data una versione ufficiale sulla vicenda, ma quello che conta è che Astori ha preferito il silenzio e non si è mai “ribellato” ai fischi dei tifosi biancocelesti in questi 4 anni, prima con la maglia della Roma e poi con quella della Fiorentina. Si, perchè lui forse voleva veramente la Lazio, ma purtroppo il calcio è anche questo, ci sono interessi più alti che non possono essere sconfitti. Oggi è difficile spendere parole nei suoi confronti, perchè sarebbe anche troppo facile. Ma avevo il desiderio di raccontare questo aneddoto ai voi lettori, di condividere con voi quelle parole che io non ho mai potuto pubblicare quattro anni fa e che in una giornata così triste devono avere ancora un valore più forte per tutti i tifosi biancocelesti.

Ciao Davide, per noi sarai sempre anche un po’ ‘laziale’, perchè l’uomo vale più di una firma su un contratto.

Francesco Ponticiello – lazionews24

 

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