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Casini: «La situazione degli stadi italiani? Basta andare all’estero per vedere che…»

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Casini: «La situazione degli stadi italiani? Basta andare all’estero per vedere che…». Le parole del presidente della Lega Serie A

Lorenzo Casini, presidente della Lega Serie A , ha parlato ad un evento organizzato da Il Foglio a San Siro. Di seguito le sue parole.

PROBLEMA STADI – «Basta andare all’estero per vedere che la situazione degli stadi italiani, a livello internazionale, ci vede molto molto bassi come piazzamenti. Noi come soluzione abbiamo suggerito, ma su questo il ministro Abodi ci dà sempre ascolto e abbiamo un rapporto ottimo con il governo come Serie A, di portare a livello governativo una serie di decisioni. Noi vorremmo che gli stadi fossero dichiarati opere strategiche di interesse nazionale. Sono una ventina, se li lasciamo ai comuni anche il sindaco più bravo difficilmente riuscirebbe a risolvere problemi di opere così complesse».

INTERVENTO DI IERI IN PARLAMENTO – «Eravamo in Parlamento e abbiamo presentato degli aspetti su cui si può migliorare. La distribuzione dei poteri a livello federale vede la Serie A evidentemente ridimensionata, e non ci sono strumenti per rendere davvero indipendenti una serie di funzioni importanti come arbitri, giustizia e controlli. Questo è un tema istituzionale, non personale. Se non si disegna bene il sistema, i rischi di derive autoritarie ci sono. L’unico caso in cui abbiamo parlato di deriva autoritaria è la richiesta di sopprimere il diritto d’intesa. Se un sistema consente di arrivare a proporre quello, va ribilanciato. Nessuno nega che gli arbitri italiani siano i migliori al mondo, però per esempio in Inghilterra hanno sbagliato ancora più di noi: nessuno ha provato a dire che c’è un complotto. Esiste una differenza culturale, certo, ma lì c’è un modello organizzativo che impedisce di pensare a prescindere a cose del genere. In Italia dico che dobbiamo cambiare meccanismo per togliere la cultura del sospetto».

PRESIDENTI CHE SPINGONO SULLA CULTURA DEL SOSPETTO – «Ma è un sistema che si autoalimental’AIA purtroppo non è autonoma come potrebbe essere. È un tema organizzativo, non di persone. E questo vale anche per la giustizia sportiva».

MAGGIORE ARMONIA CON LA FIGC – «L’obiettivo è quello, noi come Serie A due anni fa abbiamo iniziato un percorso che ci ha portati a disporre una serie di documenti, che sono stati la base per le proposte della FIGC. Poi ci sono anche altri aspetti, come i margini su autonomia e gli interventi su arbitri, giustizia e controlli che anche la Premier ha portato avanti. Lo stesso Gravina ha detto che non vede l’ora di vedere le proposte concrete dalle componenti».

PROSSIMI OBIETTIVI IN AGENDA – «Ne abbiamo due, è l’agenda dell’assemblea. Il primo è arrivare a una serie di proposte concrete per una maggiore autonomia, il secondo riguarda la sostenibilità. La finale di Coppa Italia per la prima volta in Italia sarà una partita road to zero a livello di consumi. Avremo la prima partita di calcio che tenderà a ridurre, da tutti i punti di vista, l’inquinamento e le emissioni di CO2».

SERIE A CON MENO LOTITO E PIU’ SCARONI – «Ma no, il bello della varietà è il bello dei presidenti. Pensate alla Cremonese, che azienda rappresenta per Cremona e per l’Italia. Assolutamente, sono felice di avere questa varietà».

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