L'ANALISI DEL GIORNO DOPO - Reazione, gestione, passione. Il sole torna a splendere sulla Lazio!
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Editoriale

Reazione, gestione, passione. Il sole torna a splendere sulla Lazio!

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L’analisi della vittoria della Lazio sul Genoa per 4-0, maturata grazie alle reti di Milinkovic, Radu, Caicedo ed Immobile

Torna il sole, torna la partita all’Olimpico la domenica alle 15.00. Tornano i gol, torna lo spettacolo. Torna il sereno sulla Lazio! Uno stadio caldo e più pieno del solito fa da cornice ad una giornata, che dovrebbe ripetersi più spesso. Dominio, consapevolezza, rabbia. I biancocelesti sin dalle prime battute hanno fatto intendere al Genoa a che genere di gara sarebbero andati incontro. 90 minuti di dominio assoluto, caratterizzati anche da momenti di gestione, in cui la squadra non affondava ma faceva girare il pallone. A parte qualche conclusione insidiosa sull’1-0, non corre pericoli la Lazio, salvata in due/tre circostanze da Strakosha, criticato troppo spesso e il più delle volte in modo ingiustificato. Il portiere continua a confermare la sua crescita con parate decisive come quelle contro il Parma ed Inter. La scena però, in un 4-0 non l’ha sicuramente rubata il portiere, anche se qualche difensore ha voluto partecipare in modo attivo alla festa. Con quel bolide terminato sotto l’incrocio, Radu scatena l’ironia dei compagni, increduli per la precisione del tiro di Stefan. Andando più avanti meritano una menzione particolare Luis Alberto e Milinkovic, i due mattatori di giornata. Allo spagnolo viene annullato un gol giusto, ma che avrebbe meritato per la prestazione. Di contro non viene concesso un rigore molto evidente. Torna e lo fa abbinando il gol ad un gesto bellissimo, Ciro Immobile. Nella gara di ieri ha pensato più ai suoi compagni che a se stesso, come a voler dimostrare sul campo di aver imparato la lezione. Due assist (uno per il gol di Luis Alberto annullato ndr) e 90 minuti di sacrificio. Prima della sua rete aveva cercato ancora un passaggio vincente da posizione favorevole. Quasi non sembrava l’attaccante d’area di rigore che siamo abituati a vedere. Dà il la alla festa Felipe Caicedo, oramai una certezza in più di questa Lazio, che quando si ricorda delle proprie potenzialità, è capace di tutto. Anche di giornate come quella di ieri, in cui tifosi e squadra sembrano un unico esercito di gladiatori impossibili da sconfiggere.

REAZIONE – «Troppo bella, poco concreta». Questo si è detto della Lazio dopo Milano, soltanto l’ultima gara in ordine di tempo, in cui la squadra di Inzaghi ha raccolto meno di quanto prodotto. Serviva un’inversione di tendenza e anche se l’avversario non era della stessa portata, la reazione c’è stata. La Lazio ha subito fatto capire al Genoa che ieri non c’erano speranze di uscire con punti dall’Olimpico. I biancocelesti l’hanno vinta prima con il carattere e poi con il gioco. Quando arrivano prestazioni di questo tipo, con fatica si riesce a realizzare come siano possibili certi blackout avuti con Spal e Cluj. La Lazio è forte, ma probabilmente neanche i calciatori stessi, che compongono questa forza, ne sono consapevoli. Un altro dato confortante è il terzo clean sheet in sei giornate. Soltanto l’Inter con due reti subito ha fatto meglio della Lazio, che ne ha incassate quattro. Fino ad ora la squadra di Inzaghi è riuscita ad abbinare in maniera quasi perfetta gol fatti e subiti. Di solito un buon attacco è compensato da una difesa ballerina o viceversa. I biancocelesti invece sembrano aver finalmente trovato il giusto equilibrio. Ora l’importante è non avere più i cali di concentrazione che hanno caratterizzato la Lazio in questo avvio di stagione.

GESTIONE – Una vittoria roboante, schiacciante, spettacolare, caratterizzata da diversi momenti. Inzaghi nel corso della gara si sbracciava in maniera vistosa e ripetuta verso i suoi ragazzi. Il tecnico mimava muovendo le mani verso il basso una maggiore calma. La temperatura era elevata e la Lazio dopo essere partita a razzo, rischiava di patire il classico crollo nella ripresa. In alcuni frangenti infatti, la squadra ha avuto la lucidità di capire il momento ed è andata in gestione per qualche minuto, facendo semplicemente girare la palla con l’intento di far correre gli avversari. Questo ha consentito alla Lazio stessa di rifiatare nei momenti e di abbassare il ritmo, così da arrivare al 90’ senza particolari problemi. Quella della gestione è una caratteristica che non sempre ha accompagnato la Lazio negli anni ed è stato uno dei limiti più grandi di questo gruppo. Attuando un pressing alto come quello biancoceleste, fondamentali sono le pause e i momenti della gara in cui capire quando accelerare e decelerare. Lo ha detto chiaramente Inzaghi dopo la gara con il Parma, quando si hanno tre partite in una settimana, è praticamente impossibile pressare in tutte e tre per 90 minuti allo stesso modo, discorso diverso invece quando c’è solo l’impegno del campionato. La dimostrazione arriva dalle prime due contro Sampdoria e Roma, in cui la Lazio sembrava la squadra più in forma della Serie A. Gestione, consapevolezza, entusiasmo. La Lazio si è ritrovata, ma soprattutto ha ritrovato la sua gente. Ora per dare un senso ancor più grande a questi tre punti, manca solamente una cosa, la più importante, la continuità.

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