Lazio, la forza delle “riserve” Guendouzi-Pedro: la rinascita di Sarri passa dalla panchina 
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Lazio, la forza delle “riserve” Guendouzi-Pedro: la rinascita di Sarri passa dalla panchina 

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Passa dal subentrato Pedro e dal cambio Guendouzi-Luis Alberto il trionfo della Lazio con il Celtic, ora Sarri in panchina ha una marcia in più

«Al bar ti avrei detto… ma qui non si può dire. Te la dico dopo quando siamo da soli». È la classifica battuta in pieno stile sarriano, alla domanda di un collega circa le emozioni provate in occasione del gol di Pedro allo scadere, a confezionare la conferenza stampa post partita del tecnico della Lazio. Maurizio Sarri e i suoi hanno appena battuto un record storico: riportare la squadra biancoceleste alla vittoria fuori casa in Champions League dopo vent’anni. Ma quel che è (forse) ancora più importante, aver inanellato 3 punti pesantissimi che potrebbero risultare vitali nell’economia del girone E.

La marcatura del funambolico spagnolo in quella che un tempo era nota con l’epiteto di “Zona Cesarini” (c’è chi è pronto a rinominarla zona-Lazio), ha dunque spento definitivamente i riflettori sul Celtic Park, permettendo alla compagine capitolina di superare per 2-1 l’omonima squadra di casa. Un trionfo allo scadere come sottolineato, che arriva, ironia della sorte, in direttissima dopo il precedente pareggio di Provedel e compagni sempre in extremis contro l’altra rivale di Champions, l’Atletico Madrid.

E seppur schermato con una amena freddura in grado di far sorridere l’intera sala stampa insita nella pancia dell’impianto sportivo scozzese, il timbro di Pedro avrà fatto riflettere eccome Maurizio Sarri. Sia chiaro, il trionfo oltremanica non avrà di certo cancellato più di un mese di debacle collezionate in campionato, e nemmeno garantito il pass per gli ottavi del torneo (il cui esito è ancora tutt’altro che stabilito). Ma senza alcun dubbio il gol vittoria infilato dal nativo di Tenerife permetterà allo stratega partenopeo di affrontare con più calma e rigore i prossimi impegni, e magari, scacciare qualche mostro di Loch Ness (rimanendo in tema Scozia) dai campi di Formello.

Già, perché come ampiamente riconosciuto dai media italiani e del Vecchio Continente in toto, il principale fattore del successo laziale va ricercato proprio in Maurizio Sarri. Sua, l’intuizione di sostituire uno spento Mattia Zaccagni per far posto al già menzionato Pedro (un film già visto a dire il vero nel corso della stagione). Ma anzitutto, è sempre sua la perspicacia di far uscire Luis Alberto, fino a quel momento il migliore dei suoi, per Mattéo Guendouzi: autore della pennellata vincente a favore dell’incornata del compagno.

«I cambi sono stati fatti quando ho visto la squadra flettere fisicamente. Ho pensato di togliere Luis non perché stesse facendo male, ma perché ha accumulato più minuti di tutti e si è cercato di salvaguardargli gli ultimi minuti che potevano essere pesanti». Detto fatto, ecco il gol che arriva con tanto di nastro annodato a mo’ di vittoria direttamente dalla panchina della Lazio. Eppure non saranno stati pochi i supporters di fede biancoceleste a storcere il naso all’uscita del “Mago”, per far spazio a colui il quale (per adesso senza infamia e senza lode) era stato insignito del titolo di erede di Sergej Milinković-Savić.

Anzi, a dire il vero la sezione di X (ex Twitter) ne era stata letteralmente invasa di commenti accusatori nei confronti dell’ex condottiero della Juventus da parte di tifosi col piede di guerra pronti a cogliere la palla al balzo dopo il già citato inizio a rilento in campionato. Eppure, grazie a quella mossa rivelatasi di successo (ciò che per altro discerne il genio dalla follia) la Lazio potrà dunque fare ritorno nella Città Eterna con una convinzione in più: la forza delle proprie riserve.

Se vero è che per portare vittoriosamente avanti il triplice fronte su campionato, Champions e Coppa Italia è necessario avere una panchina all’altezza, la Lazio di Sarri ai blocchi di partenza non parte per niente svantaggiata, anzi. Lotito ha costruito un reggimento dotato di esperienza (27 anni di età media) e ben numeroso (29 sono i giocatori presenti), da consegnare nelle mani del Luogotenente Sarri, uno che i giocatori sa come portarli al massimo delle capacità. Il quesito è ora comprendere se tutto ciò basterà o meno per sopperire alla partenza in terra arabica del Sergente. Per il momento i “panchinari” Pedro e Guendouzi non sembrano avere dubbi.

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