Il sogno proibito di Guardiola, l’arte di vincere di Zidane
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Champions League

Il sogno proibito di Guardiola, l’arte di vincere di Zidane

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La seconda serata di Champions League ha promosso alle semifinali il Manchester City di Pep Guardiola e il Real Madrid di Zinedine Zidane

Sarà l’anno del Manchester City? Non sono pochi gli addetti ai lavori convinti che possa davvero essere la stagione della svolta per l’armata Blue Moon che da troppi anni insegue la consacrazione internazionale, vissuta sin qui come un sogno (mostruosamente) proibito. Al pari del suo mentore Pep Guardiola che da quando è approdato in Premier League non ha ancora saputo ripetere i trionfi continentali dell’era blaugrana.

Dopo la prima eliminazione negli ottavi di finale e le ultime tre consecutive nei quarti, finalmente ecco l’atteso approdo al penultimo atto. Non senza sofferenze, visto che il Borussia Dortmund è stato capace di mettere paura alla corazzata inglese. Ma la freschezza del gioiellino Foden ha tolto le castagne del fuoco, spezzando un incantesimo che sembrava impossibile da cancellare. Superata la paura, ecco che si schiudono le porte di una semifinale da urlo contro il Paris Saint Germain dei fenomenali Mbappè e Neymar. E di quel Pochettino che alla guida del Tottenham rievoca pessimi ricordi nella mente dei cityzens.

Dall’altro lato del tabellone c’è però lo spauracchio più temuto. Parli di Champions League ed è impossibile non pensare al Real Madrid. Men che meno al Real Madrid di Zinedine Zidane. Dopo un avvio di stagione stentato, condito da mille polemiche e con l’aria pesante della rivoluzione in arrivo, ecco che magicamente l’atmosfera di inizio primavera risveglia antiche sensazioni. Quell’arte di vincere scolpita nel Dna merengue che ha saputo oltrepassare l’ostacolo Liverpool con insospettabile (almeno fino a pochi mesi fa) sicurezza.

Al cospetto di Benzema e soci, oltretutto, si staglierà la classica outsider: il Chelsea dei giovani, ringalluzzito dai tre mesi della cura Tuchel che ora spera di ripetere il miracolo del 2012, quando il cambio di allenatore portò Roberto Di Matteo a conquistare un clamoroso alloro europeo. Ma la storia e l’esperienza dei Blancos fanno inevitabilmente pendere dal lato madrileno l’ago della bilancia. Sarà dunque una finale Guardiola-Zidane? Forse. In fondo, chiunque ami il calcio tiferà per una finale da guerra dei mondi di hollywoodiana sfarzosità.

Sandro Dall’Agnol

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