Europei con pubblico all’Olimpico: finalmente un barlume di Speranza
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Editoriale

Europei con pubblico all’Olimpico: finalmente un barlume di Speranza

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Il via libera del Governo per accogliere tifosi allo stadio nei prossimi Europei è un piccolo-grande segnale che ci fa sperare in un graduale ritorno alla normalità

Saranno dunque gli Europei a indicare la rotta per ritrovare almeno un poco il sorriso? La speranza, con la “s” minuscola, arriva dagli atti di Roberto Speranza, quello con la “S” maiuscola. Discutibili giochi di parole a parte, il Ministro della salute ha dato mandato al Comitato Tecnico Scientifico di valutare e individuare un protocollo per consentire l’apertura dello Stadio Olimpico ai tifosi.

Una direttiva accolta di buon grado dal mondo del calcio italiano, con il Presidente della FIGC Gabriele Gravina a dir poco raggiante nelle sue esternazioni. Un’apertura attesa, ma improvvisa, che allontana di parecchio i timori di dover perdere l’evento. Il diktat UEFA, infatti, non prescinde dalla presenza di pubblico sugli spalti per Euro 2021, la manifestazione che dovrà restituire una parvenza di serenità e unità al Vecchio Continente.

Quattro le partite in programma a Roma, a partire dalla sfida inaugurale del prossimo 11 giugno che vedrà la nostra Nazionale impegnata con la Turchia. Dopodiché le altre due gare del girone eliminatorio degli Azzurri, contro Svizzera e Galles, e infine il quarto di finale fissato per il 3 luglio.

Se davvero si concretizzasse l’obiettivo, sarebbe però anche un passo straordinario per un ritorno a quella “normalità” che tanto ci manca. E che forse ancora non ci rendiamo conto quanto potrà essere diversa da quella che ricordiamo. Ma un barlume di speranza (con la “s” minuscola eh) questo almeno sì, lasciatecelo coltivare.

Perché indicare una via per riaprire gli stadi al pubblico significherebbe indirettamente restituire vita ai concerti e agli eventi musicali. Così come ai cinema e ai teatri, quantomeno all’aperto per poter ricominciare a piccoli passi. E a chissà quante altre attività smarrite in questi tremendi e interminabili mesi. In fondo, qualche gioia ce la meritiamo.

Sandro Dall’Agnol

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