Eriksson: «I laziali applaudano Simone Inzaghi. E su Sarri...»
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Eriksson: «I laziali applaudano Simone Inzaghi. E su Sarri…»

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Alla vigilia di Lazio-Inter, a parlare è stato Sven Goran Eriksson, maestro di Simone Inzaghi ai tempi della Lazio

Sven Goran Eriksson è senza alcun dubbio stato il più grande maestro di Simone Inzaghi. Ed ecco che alla vigilia di Lazio-Inter, lo svedese ha detto la sua, raccontando molti aneddoti.

PARTITA DEL CUORE – «Lazio-Inter è la partita del cuore di Simone. I suoi 22 anni a Roma non possono essere cancellati. Di lui posso dire che è un ragazzo determinato, deciso e anche molto sensibile. Il suo cuore domani batterà forte, ma al fischio d’inizio finirà tutto».

PARAGONI – «Mi sono trovato in una situazione simile, forse addirittura più difficile. Infatti quando allenavo l’Inghilterra ho beccato due volte la Svezia ai Mondiali. Va detto però che ho sempre pensato che i miei connazionali fossero orgogliosi di me».

PASSATO E PRESENTE – «Simone era molto giovane quando giocava e io allenavo, eppure aveva un’incredibile professionalità e
dedizione. Sapeva tutto di tutti i giocatori e conosceva ogni segreto di chi lo doveva marcare. Mi aspettavo potesse fare l’allenatore, ma da qui ad arrivare al top ce ne passa… Diciamo che sono piacevolmente sorpreso».

ACCOGLIENZA – «Domani mi aspetto tanti applausi, che sono più che meritati. I tifosi dovrebbero alzarsi in in piedi. Inzaghi ha dato tutto per la Lazio e sono sicuro che gli sarà riconosciuto. Questo è il mio invito ai laziali, gente che conosco bene».

SARRI – «Da anni lui è uno dei tecnici più interessanti e che riesce a far giocare meglio le sue squadre. A Torino ha anche dimostrato di saper vincere. Sono fiducioso sulla sua avventura alla Lazio, ma bisogna avere pazienza».

NUOVA VITA – «Cosa faccio ora? Sono in Svezia, mi godo la vita tranquilla, viaggio e vedo molto calcio e sport in generale. Provo anche a praticarlo. Per  esempio, adesso sto andando a giocare a padel.  Ma io preferisco giocare in singolo e non in doppio. Insomma, rimango un allenatore, mi piace sempre decidere da solo».

 

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