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Editoriale

L’ANALISI DEL GIORNO DOPO – Presi a pal(i)…lonate!

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L’analisi del derby della Capitale terminato con il risultato di 1-1 dopo le reti di Kolarov e Luis Alberto

Regola fondamentale del derby: quando capisci che non puoi vincerlo, l’importante è non perderlo. Che i presupposti non fossero dei migliori, lo si è facilmente intuito al 2’ di gioco, quando Leiva ha colpito il primo dei quattro pali. Da lì in poi, una serie di brutti segnali facevano intuire il peggio. Chiunque sarebbe caduto e non si sarebbe rialzato, probabilmente l’avrebbe fatto qualche Lazio del passato, ma non questa.  Superiorità a tratti imbarazzante quella mostrata dalla squadra d’Inzaghi, che ogni qualvolta si avvicinava dalle parti di Pau Lopez, dava l’impressione di poter segnare. 21 tiri totali a 8, con Strakosha spettatore non pagante del derby. Un pareggio che sa di beffa, soprattutto perché frutto di un dominio. Dall’altra parte lo stesso risultato è stato accolto come una vittoria e questo dà la dimensione della differenza di forza tra le due squadre. Una che ha iniziato a perdere tempo dal 20 (in maniera più che lecita vista l’inferiorità). L’altra che ha provato a vincerla anche nel recupero con le poche energie rimaste. Oggi l’amarezza vince 10-0 contro la consapevolezza, ma  la Lazio continua a mandare segnali confortanti. Tra qualche settimana, chi oggi esulta per un pareggio scoprirà che il risultato maturato è solo frutto di una casualità, mentre chi si dispera per una goleada mancata, guarderà la classifica con sorriso e soddisfazione.

STRATEGIA – Alla faccia dell’offensivista…Fonseca aveva preparato la partita con Zappacosta terzino e Florenzi esterno d’attacco, salvo poi cambiare a pochi minuti dall’inizio per l’infortunio all’ex Chelsea. Dentro va Kluivert, con il capitano giallorosso che torna in difesa, il piano tattico però non cambia. La sfrontatezza e la qualità offensiva della Roma non si sono viste, almeno in questa partita. Fonseca si è adeguato al calcio italiano ed ha disegnato la sua squadra con un atteggiamento più difensivo, in grado di limitare meglio la Lazio. Questo però è servito a penalizzare soltanto la propria fase offensiva, dato che i biancocelesti hanno concluso 20 volte verso la porta avversaria. L’unico a creare problemi alla squadra di Inzaghi è stato Zaniolo, che con la sua posizione tra le linee riusciva sempre a posizionarsi tra i tre difensori e Lucas Leiva, costretto il più delle volte ad accorciare in avanti e quindi a lasciarlo alle proprie spalle . La Lazio per caratteristiche gioca con le due mezze ali molto alte, questo comporta quindi un accompagnamento dell’azione anche del centrale, che deve fare da schermo alla difesa, ma allo stesso tempo dare supporto a Milinkovic e Luis Alberto. Quindi capita spesso che Leiva sia fuori posizione, oppure non riesce a recuperare in fretta dopo un’azione offensiva. L’ex Liverpool deve supportare i quattro giocatori offensivi della linea mediana, più gli attaccanti. Per caratteristiche è l’unico bravo nella fase d’interdizione e anche grazie a lui e alla sua instancabilità, la Lazio riesce ad esprimere questo gioco.  Tutto questo però quando si affronta una squadra che schiera un trequartista, può portare delle difficoltà. E così è stato. La Lazio è tornata quella di due anni fa, forse con un’attenzione maggiore alla difesa, trovando un mix quasi perfetto tra fase offensiva e difensiva. Ora serve continuare, senza farsi buttare giù da un semplice e casuale incidente di percorso. Giocando sempre come contro la Roma, saranno molte più vittorie che sconfitte.

SEGNALI – Le indicazioni arrivate da queste due giornate sono positive e confortanti. La Lazio è una squadra forte, che lo sarebbe potuta essere ancor di più con l’aggiunta di un attaccante di peso. Ieri è stata evidenziata ulteriormente la mancanza di un attaccante in grado di risolvere partite complicate. Dal momento dell’entrata in campo di Jony, i due esterni biancocelesti andavano con molta facilità sul fondo, ma la palle alte erano sempre facile preda dei difensori della Roma. L’unica azione in cui la Lazio ha infatti messo in difficoltà la Roma nel finale, è stata quella che ha portato al gol poi annullato di Lazzari, con un quinto che fornisse l’assist all’altro. E’ stato fatto poco sul mercato, eppure non c’era bisogno di molto. Tenere tutti i pezzi pregiati non era scontato e di questo va dato atto alla società, ma ad oggi la squadra risulta comunque incompleta. Nonostante ciò la Lazio può comunque raggiungere gli obiettivi prefissati e forse questo fa ancora più rabbia. Con poco si potrebbe fare tanto eppure la storia non cambia. Ora senza colpi last-minute all’orizzonte, si prospettano due settimane di sosta, che riporteranno alla mente un derby in cui la Lazio ha preso la Roma a pal(i)…lonate.

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