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Editoriale

Lazio, non chiamatele riserve

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L’analisi di Nizza-Lazio, partita del terzo turno del girone K di Europa League vinta dalla squadra di Inzaghi per 3-1

Schiacciasassi, inarrestabile, spietata. Non si ferma più la Lazio che abbatte qualsiasi cosa si frapponga fra se e la vittoria. Cambiano gli uomini, ma l’atteggiamento mentale e tattico resta lo stesso. La difesa a 3 dà troppe garanzie, così come il centrocampo solido, compatto e fisico. Sacrificio e corsa per gli esterni così come per i due attaccanti, i primi difensori in fase di non possesso. Prova non brillante dal punto di vista del gioco, ma nonostante ciò la squadra non lascia niente per strada. Vittorie su vittorie. 10 su 12 partite. Una media da top club europeo. Grande gruppo, grande carattere, grande mentalità. Tutti importanti nessuno indispensabile. La Lazio vuole fare ancora tanta strada in Europa così come in campionato e il trittico di partite prima della prossima sosta, diranno quali potranno essere le vere ambizioni dei biancocelesti. Primi e ormai certi dell’approdo ai sedicesimi Europa League, terzi in campionato. La ‘banda Inzaghi’ vuole prendersi tutto.

MENTALITÁ – L’ultima vittoria con la Juventus in Supercoppa aveva portato con se festeggiamenti e distrazioni. Ne è stata poi la testimonianza l’opaca prestazione con la Spal. Quest’errore non è stato commesso ieri, dove al cospetto di un avversario di livello, la Lazio non si è sentita appagata e anzi, ha voluto a tutti i costi i tre punti. La classifica dava l’opportunità ai biancocelesti di accontentarsi anche di un pareggio, ma i ragazzi di Inzaghi non sembrano conoscere altri risultati aldilà la vittoria. Oltre all’intera posta in palio arrivano conferme dai più attesi, coloro che in campionato fino ad ‘ora di spazio ne avevano trovato poco. Risponde presente Luiz Felipe, leggermente sorpreso nell’occasione del primo gol, ma in quell’occasione c’è stato un errore collettivo di tutta la catena di destra con Bastos e Patric, troppo leggeri nelle rispettive marcature. Il brasiliano annienta completamente Balotelli per tutta la durata del match. Lo stesso Patric manda segnali incoraggianti dopo la follia nel finale con la Juventus. In un ruolo non proprio adatto alle sue caratteristiche, si sacrifica e lotta come un forsennato. In questo periodo fitto di partite, Inzaghi sa di poter contare anche su di lui. Partenza a rallentatore per la coppia di centrocampo Murgia-Di Gennaro, entrambi in difficoltà nel primo tempo, mentre nel secondo beneficiano del cambio di marcia di tutta la squadra. Continua a non brillare Milinkovic, che nonostante ciò riesce ad incidere sul match con una doppietta. Questo a testimonianza delle qualità sopra la media del gigante serbo. Sugli scudi Caicedo, uno dei migliori in campo oltre che per il gol e l’assist, per l’enorme spirito di sacrificio messo in campo. Se davanti a lui non ci fosse stato Immobile, il suo minutaggio in campionato sarebbe stato decisamente più alto. Un unico gruppo, un’unica squadra. Chiunque entra fa bene e non fa rimpiangere chi sta fuori. Coesione ed unità d’intenti. Inzaghi ha creato una macchina da guerra decisa a primeggiare in qualsiasi competizione.

BENTORNATO LUIS – Non il miglior Nani, probabilmente il peggiore degli ultimi anni. Torna in campo dal 1’ dopo 5 mesi e si vede. Lento e per larghi tratti impicciato, il campione d’Europa in carica è lontanissimo dalla sua migliore condizione. Bisognerà pazientare ancora un po’ prima di rivederlo ai livelli degli anni passati. Inzaghi nel post-partita non lo boccia come è giusto che sia: «Nel primo tempo non è stato mai servito. Crescerà». Il portoghese ha pagato i ritmi alti del Nizza e l’intensità messa in campo dai francesi, al cospetto di una Lazio molto poco reattiva nella prima frazione. La classe però c’è ancora, quella non invecchia anzi migliora con il passare degli anni. Con pochi tocchi fa comunque stropicciare gli occhi ai suoi nuovi tifosi. Prova a dialogare con Caicedo, ma l’intesa è ancora da affinare. Lui e Milinkovic parlano la stessa lingua calcistica: si cercano spesso e si trovano poco. Anche in questo caso serviranno tempo e minuti sul campo per migliorare. La partita di ieri ha detto che la Lazio non ha ne titolari ne riserve, ma un gruppo unico. Di questo gruppo vuole esser protagonista anche Nani, che in attesa di Felipe Anderson, farà rifiatare le due spalle di Immobile; Luis Alberto e Sergej. Tecnica, imprevedibilità e velocità. Qualità al potere. Le difese avversarie sono avvisate.

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