ESCLUSIVA - Giovanni Bartocci (LCNYC): «La distanza porta sacrifici. I laziali mi sono stati vicini»
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ESCLUSIVA – Giovanni Bartocci (LCNYC): «La distanza porta sacrifici. I laziali mi sono stati vicini»

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Il fondatore del Lazio Club NYC ci ha spiegato com’è la situazione in America a causa del Coronavirus e com’è vivere il tifo a distanza

Il Coronavirus ci sta impedendo di vivere il calcio ed in particolare modo la Lazio. Non andare allo stadio, non poter respirare l’aria che circola prima di un match, abbracciare il tuo compagno di seggiolino…tutte cose e sensazioni che, chi vive dall’altra parte del mondo fa fatica a provare. Eppure un giovane laziale si è costruito il suo Little Olimpico nella Big Apple. Oggi in esclusiva Giovanni Bartocci (fondatore del Lazio Club New York City Giorgio Chinaglia) ci ha raccontato come vive la lazialità e tanto altro.

Come si sta vivendo l’emergenza Coronavirus negli Stati Uniti?

«Purtroppo la situazione qui è brutta, soprattutto a New York dato che è il fulcro di tutto. Non è facile anche perchè non ci sono vere e proprie misure restrittive, come in Italia. E’ dura ma essere della Lazio aiuta anche in questo: non molliamo mai».

In Italia, come anche nel resto del Mondo, si sono fermati i campionati. Pensi che la stagione si possa concludere?

«Secondo me la stagione si deve concludere per gli italiani in primis, ma solo se si presentano le condizioni per stare tutti in sicurezza senza rischi».

Com’è essere tifosi biancocelesti all’estero, con tanti kilometri di distanza?

«Essere della Lazio a 6’865 km vuol dire andare a dormire alle 2:00 ed alzarsi alle 6:00 di mattina per vedere l’anticipo della domenica alle 12:30».

Sei il fondatore del Lazio Club dedicato a Giorgio Chinaglia lì nella Grande Mela. Com’è nato questo progetto?

«Tutto è nato da 9 persone, tra cui io, che si riunivano già prima per vedere la partita della propria squadra del cuore e poi hanno deciso che forse era il momento di far vedere a tutti cosa vuol dire essere laziali, specialmente agli americani».

Purtroppo il ristorante Via della Pace, sede del club, ha subito un grave incendio a febbraio. Come vanno ora le cose?

«Sì, il 10 febbraio di questo disgraziato 2020 il palazzo in cui era situato il locale ha preso fuoco. Al momento stiamo ancora aspettando dato che, come se non bastasse, il Covid-19 ci sta impedendo di agire rapidamente».

I supporters biancazzurri hanno dimostrato grande solidarietà e vicinanza alla questione. Quanto ti ha fatto piacere?

«I laziali sono fantastici, imbattibili. Tutto ciò mi ha fatto un grandissimo piacere anche se non sono rimasto stupito: sapevo che se si fossero decisi di fare una cosa del genere, lo avrebbero fatto in grande stile e così è stato. Come ho promesso in passato, quei soldi verranno riutilizzati nella beneficienza in cui noi siamo molto attivi. $2’500 sono stati già reinvestiti: $1’000 per una raccolta fondi organizzata con 34 altri club newyorkesi che tifano altre società di 8 nazioni differenti ed in quel caso sono stati poi raccolti sopra i $36’000, altri $500 sono stati donati per il progetto della Curva Nord per l’Ospedale di Civitavecchia ed altri soldi sono strati messi a disposizione per gli ospedali di Begamo e lo Spallanzani di Roma. Stiamo solo facendo ciò che avevamo promesso».

Oltre che sui social, sei presente anche su YouTube. Ti piace condividere le tue passioni ed i tuoi pensieri?

«Il canale è nato soprattutto per esternare la mia felicità ed il mio amore verso la prima squadra della Capitale, poi ultimamente ho fatto anche dei video per stare vicino agli italiani in questo brutto momento. Infatti ho cambiato anche l’outro (finali dei video ndr): prima ero solito dire «Perchè noi voliamo, tutti gli altri strisciano», mentre ora «Perchè noi siamo italiani, agli altri gli piacerebbe»».

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