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Inzaghi: che lezione tattica al collega Spalletti!

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Con il capolavoro tattico del derby di ieri, il tecnico dei biancocelesti Inzaghi, ha dimostrato di essere un tecnico preparato nonché abile a cambiare la sua squadra in corsa, prendendosi così una grande rivincita

Chi si aspettava una lupa famelica, pronta ad uscire di notte della sua tana, per sbranare facilmente la sua preda, si è dovuto ricredersi. Di fronte, ha trovato un’aquila più furba, che gli ha soffiato il pasto con una tattica di caccia che si è rivelata nettamente, e di gran lunga, più astuta ed efficace. Merito di un Inzaghi che ogni giorno che passa, sta sempre più sorprendendo gli addetti ai lavori, dimostrandosi un tecnico preparato nonché abile a cambiare in corsa la sua creatura, quando le circostanze lo richiedono. Ieri serviva una Lazio guardinga ed ermetica, impermeabile ai pericoli che potevano provenire sia dalle corsie esterne (Salah e Peres, soprattutto) che dai corridoi interni (su tutti, i temibili inserimenti di Nainggolan e Strootman) e così è stato. Capitan Biglia e co. hanno interpretato alla lettera i dettami del proprio allenatore, costruendo attorno al centrocampo ed all’ attacco dei giallorossi, una cittadella fortificata, per poi sfruttare le micidiali ripartenze durante le quali, con i suoi uomini più pericolosi (Anderson e Keita) hanno tagliato con rasoiate taglienti, la difesa di Spalletti, per mettere a segno un uno-due micidiale che ha consentito di portare a casa il primo-round di questo scontro infinito che richiede non soltanto brillantezza fisica ma anche concentrazione e nervi saldi.

Camaleontico Inzaghi – Il capolavoro tattico messo in atto ieri sera dal giovane tecnico biancoceleste, profuma di rivincita nei confronti di chi, ad inizio stagione, non lo riteneva idoneo ad accomodarsi su questa panchina.  Un derby studiato e preparato nei minimi dettagli, curato in modo maniacale; dalla scelta del modulo, sino ad arrivare ad i suoi interpreti.  Ad un centrocampo giallorosso quantitativamente superiore, Inzaghi ha contrapposto una grintosa e dinamica linea a cinque, con Basta e Lukaku nel ruolo di stantuffi. Un 3-5-2 che in fase di non possesso, ha saputo trasformarsi addirittura in un 6-3-1, con il pendolo Anderson, nel ruolo di zanzara senza fissa dimora, a spaziare dietro l’unica punta Immobile, senza dare punti di riferimento alla difesa avversaria, ma anche a ripiegare per dare supporto a Bastos e Basta, impegnati  a limitare il raggio di azione di Salah.  Tutto ha funzionato senza intoppi; gli ingranaggi si sono incastrati con la precisione di un orologio svizzero e la serata si è rivelata dunque un grande successo. La linea difensiva è stata attenta ed impeccabile e, coadiuvata dalla grande mole di lavoro del centrocampo, è riuscita a contenere senza grosse difficoltà sia Dzeko  che i temibili inserimenti di un Nainggolan chiuso in una strettissima morsa da un Parolo che lo ha seguito come un ombra per tutto l’incontro.  Milinkovic-Savic ha illuminato il centrocampo con le sue giocate di alta classe, dominando la corsia mancina con Lukaku. Proprio da lì difatti, sono venuti i maggiori pericoli per la Roma, perché Bruno Peres si è trovato improvvisamente solo, senza l’aiuto del compagno belga. Un lavoro così sincronizzato, imponeva di sbagliare poco in fase offensiva, di capitalizzare al massimo i pochi contropiedi che sarebbero capitati durante l’arco della gara. Detto, fatto;  ci hanno pensato il talentino  serbo ed il solito Immobile, a ridimensionare una Roma forse troppo sicura alla vigilia di poter avere vita facile in questo primo round.

Anderson e Keita come coltelli affilati – Sono servite due loro giocate per far si che questa Lazio così bella e grintosa, potesse rivelarsi perfetta. Due cesoie che scevre  da ogni compito tattico, hanno potuto far danni in ogni parte del campo.  Con una Roma protesa in avanti, alla ricerca della rete,  i due esterni biancocelesti hanno potuto dar sfoggio della loro maggiore qualità, ovvero la velocità, prendendo di infilata i più lenti Manolas e Fazio e trovando l’assistenza di Milinkovic ed Immobile, sempre eccellenti a seguire l’azione e ad inserirsi nel momento giusto.

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