Daniele Pecci: «La Lazio è una tradizione di famiglia. Obiettivi? Al massimo un decimo posto...»
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Daniele Pecci: «La Lazio è una tradizione di famiglia. Obiettivi? Al massimo un decimo posto…»

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L’attore italiano Daniele Pecci, ai microfoni di Radio Incontro Olympia racconta il suo amore per la Lazio

Famiglia e Lazio. Impossibile scindere le due cose per l’attore Daniele Pecci, che si è raccontato ai microfoni di Radio Incontro Olympia: «In famiglia siamo tutti quanti della Lazio. Mio nonno, nato nel 1901, era della della Lazio e ha tramandato questa tradizione a mio padre e a me. Dopo lo scudetto del ’74 andavo sempre allo stadio con mio zio, ma ero piccolo e ho pochi ricordi. Però ho bene impressi nella mente gli anni bui della Serie B, per un ragazzino furono quasi devastanti. Poi ho vissuto le emozioni dello Scudetto del 2000 e delle meravigliose coppe. Purtroppo ho paura che tutto questo rimanga solamente un ricordo».

LA SCORSA STAGIONE – «Per me è stata una delusione immensa. È vero, la Lazio è stata penalizzata dagli errori arbitrali e dall’uso scorretto del Var, ma secondo me non ci sono scuse. Alla fine del campionato abbiamo combinato un disastro e abbiamo buttato via quanto di bello avevamo costruito, tutti i sogni che erano a un passo dall’essere realizzati.La partita persa in casa contro l’Inter è stata una disfatta tremenda, qualcosa di inaccettabile. In campo bisogna mettercela tutta, fino allo stremo delle forze, e bisogna uscirne almeno con un pareggio».

ASPETTATIVE – «Oggi non vedo vie d’uscita. Quest’anno speravo di vedere arrivare almeno due difensori decenti, ma così non è stato. Quindi credo che con questa rosa la Lazio possa aspirare magari a un decimo posto. Per come viene gestita la squadra e considerando quali sono gli interessi di chi mette i soldi, credo che non ci possano essere grandi aspettative. L’unica cosa che posso fare è sperare che la Lazio rimanga in una posizione medio alta di classifica, che ogni tanto possa vincere qualcosa di importante. Finora ci ha detto bene, perché abbiamo avuto dei giocatori che si sono rivelati poi dei campioni. Ma se poi inizia a dirti male, che fai? Non saprei. So solo che sono molto deluso, perché rispetto alla squadra che avevamo lo scorso anno sarebbe bastato davvero poco per riuscire a fare il salto di qualità».

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