L'ANALISI DEL GIORNO DOPO - Tanta rabbia e un flashback amaro. Irrati 'regala' ai laziali tre settimane da incubo
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Editoriale

L’ANALISI DEL GIORNO DOPO – Tanta rabbia e un flashback amaro. Irrati ‘regala’ ai laziali tre settimane da incubo

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L’analisi di Lazio-Torino, terminata con il risultato di 1-1 con le reti di Belotti e Milinkovic. Partita anche quest’anno viziata da un pessimo arbitraggio

Cambia il soggetto, non la sostanza. Da Giacomelli a Irrati e il flashback è istantaneo. Sempre Lazio-Torino, sempre polemiche e mai che da incudine si diventi martello. Inzaghi è una furia, i suoi ragazzi anche. Quello che nel primo tempo era un dominio, si è trasformato in un secondo di soli nervi e approssimazione, figlia di una lucidità venuta meno per l’ennesimo torto subito. La mente involontariamente torna alla passata stagione, alla qualificazione sfumata nell’ultima partita, alle tante proteste verso gli arbitri di turno. Non è più calcio se un difensore non può nemmeno far sentire la presenza al suo diretto avversario,  poggiandogli le mani sulla schiena. Marusic difende la sua porta e Belotti sviene. Il poco scaltro Irrati ci casca con tutte le scarpe, abboccando all’ennesima sceneggiata del Gallo, più per terra che in piedi nell’area di rigore avversaria. Come se non bastasse arriva la beffa di un penalty intuito, toccato, ma non neutralizzato. Potremmo parlare della mancata espulsione di Izzo, del contatto dopo 2 minuti neanche rivisto tra Djidji e Marusic, dei calciatori del Torino che puntualmente trattengono il pallone con le mani per perdere tempo e non vengono ammoniti, quando il regolamento direbbe l’esatto contrario. Per non parlare di Milinkovic lanciato a rete fermato per un inesistente fallo su Djidji. Il culmine però è sul metro di giudizio adottato nelle due aree. Viene fischiato un rigore per un leggero contatto, mentre non vengono  ravvisate la spinta con allegata gomitata di Meitè su Acerbi e quella stile bambini dell’asilo, di Ansaldi nei confronti di Immobile a pochi secondi dalla fine. Se sia stata malafede o incompetenza si scoprirà più avanti, la certezza è che Irrati sia stato consapevole dei disastri combinati. Ad ammetterlo è proprio lui in maniera involontaria, quando Luiz Felipe ferma Belotti strattonandolo per la maglietta. Sarebbe stata seconda ammonizione e espulsione, ma l’arbitro consapevole d’aver già danneggiato abbastanza i capitolini, non estrae il secondo giallo. Ammissione di colpe non a parole, ma nei fatti. Irrati ha compromesso la partita che l’anno scorso Giacomelli decise con le sue decisioni. Da Dicembre a Dicembre. A decidere Lazio-Torino da due anni non sono i calciatori in campo.

NERVOSISMO E IDEE CONFUSE – Difficile parlare di gesti tecnici o di tattica, quando all’ultimo minuto del primo tempo, l’arbitro sposta l’equilibrio di una partita senza storia fino a quel momento. I biancocelesti nei primi 45’ creano innumerevoli palle gol, non concretizzate per difetti di mira. La Lazio ha messo sotto il Torino per larghi tratti, nonostante nella ripresa la reazione dei ragazzi d’Inzaghi, sia stata più nervosa che organizzata. Al cospetto c’era comunque una squadra alla 12esima trasferta consecutiva senza sconfitte. L’atteggiamento della Lazio di andare tutti all’arrembaggio come se fosse il 90’, dal primo secondo del secondo tempo, resta alquanto discutibile. Quest’anno era successo anche con la Samp, ma nella passata stagione era praticamente una costante. La squadra d’Inzaghi presta troppo il fianco per cercare di ribaltare la partita e si espone troppo spesso al contropiede. La Lazio è fortunata (stranamente) nell’occasione di De Silvestri, che spedisce alle stelle lo 0-2. Così come in tanti altri capovolgimenti di fronte mal sfruttati dal Torino. Quando una squadra riesce a recuperare il risultato va sempre bene, ma probabilmente nella Lazio in determinate circostanze, servirebbe più razionalità e meno approssimazione. C’è troppa voglia di riprendere subito il risultato, forse questo aspetto è anche dettato dalle tante aspettative riposte in questa stagione. Fatto sta che al di là di tutto, i biancocelesti restano ancora al quarto posto, con un punto sul Milan e due sulla Roma. Il calendario ora vedo due match probanti contro Napoli e Juve. Il 12 gennaio arriverà all’Olimpico il Novara per gli ottavi di Coppa Italia, ma dopo la gara di ieri il pensiero va direttamente al San Paolo. Tre settimane lunghissime per i tifosi della Lazio, che fino al 20 gennaio avranno negli occhi il rigore concesso da Irrati e le tante occasioni non concretizzate. Il 2018 non poteva che chiudersi in questo modo. Da Giacomelli a Irrati. Un flashback lungo un anno intero.

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