L'ANALISI DEL GIORNO DOPO - Fame, grinta, intensità: a Cagliari c'è tutto ciò che servirà contro l'Atalanta
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Editoriale

L’ANALISI DEL GIORNO DOPO – Fame, grinta, intensità: a Cagliari c’è tutto ciò che servirà contro l’Atalanta

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L’analisi di Cagliari-Lazio, terminata con il punteggio di 1-2 grazie alle reti di Luis Alberto, Correa e Pavoletti

Serviva vincere per sperare ancora in un posto in Europa League, il minimo sindacale per la Lazio. Tanto altalenante quanto spettacolare la squadra di Inzaghi, capace di alternare nell’arco del campionato, prestazioni esaltanti e deprimenti a distanza di pochi giorni. Nella partita di ieri c’è la fotografia perfetta dell’annata biancoceleste: dominio assoluto, gol trovato dopo tante occasioni mancate e solito blackout finale che rimette in carreggiata gli avversari. Questa volta il gol di Pavoletti è arrivato a tempo scaduto e i cinque successivi minuti di recupero, sono stati gestiti senza particolari patemi dalla Lazio. Dalle ore 20:00 di ieri sera la testa è all’Atalanta. Una sola partita da vincere per alzare il secondo trofeo dell’era Inzaghi. Fare previsioni è impossibile. Fare calcoli anche. La vittoria della Coppa Italia è l’ultima ancora di salvezza in una stagione altrimenti deludente e fallimentare.

RISPOSTESilvio Proto ha risposto presente. Le belle notizie partono da dietro, dove dopo due anni di solo Strakosha, la Lazio ha scoperto di avere un secondo portiere affidabile.  Due belle parate sui tiri dalla distanza di Cigarini e Barella lo scaldano, prima del miracolo a tu per tu con Deiola. Un bagaglio d’esperienza notevole che fa il pari con l’umiltà: «Spero che  Thomas torni presto, deve farmi vincere la Coppa Italia» – questo è Proto. Questo è il gruppo della Lazio. Dalla porta all’attacco dove trova spazio un altro che si sta prendendo le meritate rivincite. Ieri non ha fatto segnare e non ha segnato, ma quando la Lazio vince e gioca bene, il suo nome compare sempre alla voce “migliori in campo”. Felipe Caicedo parte ancora una volta con Correa e arriva un’altra vittoria. La sesta su sei in campionato. Tra le tante valutazioni che Inzaghi dovrà fare, inevitabilmente ci sarà anche questa. Per la finale andrebbero azzerate le gerarchie, affinché venga schierata la migliore formazione in questo momento. Formazione che secondo questo criterio, non comprenderebbe Immobile, forse attualmente il peggiore di tutta la rosa per condizione fisica. Ciro è anche reduce da un affaticamento muscolare, che lo ha ulteriormente frenato in settimana. Ultimamente sembra più un peso che una risorsa per la squadra e in una partita che vale una stagione, Inzaghi farebbe bene a pensare bene a tutte le soluzioni. Escludere uno tra Caicedo e Correa appare pura follia. Senza minimamente mancare di rispetto a Immobile, che in tre anni di Lazio è stato quasi perfetto, in un periodo nero che capita a tutti gli attaccanti, sarebbe meglio tenerlo fuori almeno inizialmente. Non è sereno, non è al top della condizione fisica e l’astinenza da gol è solo una conseguenza di ciò. Ciro è un calciatore che per rendere al massimo delle sue potenzialità, deve stare bene fisicamente e mentalmente. Al momento queste prerogative mancano al bomber biancoceleste, ma per fortuna sono presenti nei suoi compagni di reparto. Segnali di ripresa anche da Marusic, tornato a Cagliari quello devastante e potente visto la passata stagione. In campo serve la Lazio migliore, al cospetto di un’Atalanta che non lascia neanche le briciole. Intensità e forza fisica sono le principali caratteristiche della squadra di Gasperini a cui non va regalato nulla. Lo abbiamo visto con Wallace. L’Atalanta non fa sconti e non deve farne neanche la Lazio. Servirà essere spietati, concreti e a tratti anche brutti. Servirà la Lazio migliore. La Lazio di Coppa Italia. Una competizione che manca dal 2013, ma in cui i biancocelesti hanno sempre fatto bene. Tre giorni di riflessioni e concentrazione. Una partita che può valere la stagione attuale, ma anche quelle future, dato che la Lazio non è ancora certa di un posto nella prossima Europa League. Tanti motivi per vincere, zero alibi per poter sbagliare.

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