Formello
Lazio, intensità, partitella e prime indicazioni tattiche: ecco come è andato il primo allenamento
Lazio, ecco le prime indicazioni dal primo allenamento della nuova stagione: intensità, partitella e prime nuove linee guida tattiche
L’ufficio stampa della Lazio ha invitato i presenti nella nuova area ospitalità dello stadio Fersini, ristrutturato. Un ambiente comodissimo e bello, con poltroncine in pelle, spine e tavoli per appoggiare il computer, e aria condizionata. Tuttavia, come annota il Corriere dello Sport, domina il silenzio, e dietro la vetrata si perde il contatto con il campo e non si riescono a sentire gli ordini del “Comandante“. Questo box ovattato contrasta con l’intensità che si vive sul terreno di gioco.
Concluso il torello, Ianni, il vice di Sarri, distribuisce i fratini e il gruppo viene diviso in due formazioni, rossi e verdi, per una partitella su campo ridotto. Il sole sta cominciando a calare, e Sarri guadagna la linea laterale. L’ombra è un sollievo mentre accende la prima sigaretta del suo allenamento. Ne fuma due di seguito, osservando la doppietta di Castellanos e il tap-in ravvicinato di Cancellieri. Purtroppo, si registra il primo infortunio stagionale: Hysaj è costretto a rientrare nello spogliatoio per un trauma alla caviglia sinistra, una nota stonata in una seduta comunque intensa.
Il “bello” arriva in fondo, con la parte tattica. Si riparte dal 4-3-3, il marchio di fabbrica di Sarri. Il tecnico sale in cattedra, guadagna il centro del “ring”, ed è in quel momento che si percepisce il suo godimento. Si concentrano sui movimenti codificati della fase difensiva e della transizione. Dieci giocatori collegati da un filo invisibile e da un unico pensiero. Mau si avvicina a Pedro e gli chiede di guidare il pressing, urlando “Salire!” e “Scappare!“. I tre attaccanti vanno a caccia del pallone, parte il lancio lungo e la difesa arretra per coprire il portiere. I centrali (Gigot e Romagnoli, Gila e Provstgaard a rotazione) ribattono e fanno ripartire l’azione. L’urlo di Sarri penetra e buca la vetrata dell’acquario modernissimo costruito da Lotito: «Palla avanti, palla indietro!». Il gioco si rovescia, e la Lazio si catapulta in profondità con palla verticale. Sedici mesi trascorsi come un attimo, con le prime novità tattiche già visibili: Belahyane interno destro, con Sarri che vuole studiarlo come mezzala, anche se il percorso di conoscenza non sarà breve. Noslin, l’altro ex Verona, agisce da ala sinistra (il ruolo di Zaccagni) accanto a Dia e Cancellieri. Isaksen, Taty e Pedro formano l’altro tridente. Lo stop arriva dopo settanta minuti (un’ora e dieci) di allenamento. È il momento dei saluti. Spunta Maurizio Manzini, lo storico team manager della Lazio, e Mau gli dà il cinque prima di infilarsi nello spogliatoio. Casa dolce casa. Il Comandante è tornato.