Lettere dal 1900: che fretta c'era? - Lazio News 24
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2013

Lettere dal 1900: che fretta c’era?

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Il futuro è dei giovani, dicono. Il che è un controsenso bell’e buono. E il presente? Cosa ci dice sui giovani di ieri? La Primavera della Lazio è considerata tra le migliori d’Italia. Basti pensare a Di Canio, Nesta, Di Vaio. Ma oggi una squadra che si qualifica regolarmente alle Final Eight quali prospettive offre ai suoi ragazzi? L’anno scorso arrivò una sconfitta in finale, contro l’Inter: di quella squadra l’unico a compiere il grande salto è stato Onazi. Chi non ricorda Gonzalo Barreto? E’ ancora lì, a Formello: arrivò coi crismi del craque, oggi aspetta. Aspetta da un anno. Da quelle Final Eight di cui era stato trascinatore.

Il vuoto non è certo colpa unicamente della società: è risaputo che il sistema italiano, con un torneo tra pari età, sia una cavolata pazzesca. I ragazzi maturano un decimo del loro potenziale, arrivando a confrontarsi con il calcio dei grandi solo a 19, 20 anni. Il più delle volte non raschiando oltre la superficie della Lega Pro. Qualche nome: Tuia, il nuovo Nesta. Mendicino, che segnò al Liverpool (rete annullata ingiustamente). Zampa, un anno in panchina con Reja. Berardi, portierino d’oro che a Verona ha fatto la muffa. E ancora Di Mario, Cinelli, Perpetuini

Vedremo quest’anno. Per ora tocca a Lazio-Chievo, semifinale di Final Eight. Coi Keita, i Tounkara, i Tira. E i Lombardi, i Crecco e i Rozzi. Keita firma autografi (Tare, per certi versi, disapprova). Rozzi scalda la Curva Nord già solo andando in panchina. Che sorte toccherà loro? Chiediamo una promessa: se anche dovessero svernare un paio di stagioni, che tornino a indossare la casacca della Lazio. Perché se la dirigenza li difende come un tesoro, è d’obbligo che abbiano qualità da Serie A. D’altronde, Loretta Goggi insegna: “che fretta c’era? Se fa male, fa male solo a”…loro.

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