Lazio, Zauri: «Lotito è cambiato. A Roma il derby si vive già in ritiro»
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Lazio, Zauri: «Lotito è cambiato. A Roma il derby si vive già in ritiro»

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Intervenuto in diretta Instagram con il giornalista Riccardo Mancini, Zauri ha parlato del suo primo gol con la Lazio e del presidente Lotito

Arrivato nella Lazio nel 2003, Luciano Zauri ha passato sette anni in maglia biancoceleste. In una diretta Instagram con il giornalista Riccardo Mancini, l’ex difensore biancoceleste si è raccontato nei suoi anni a Roma:

PRIMO GOL – «Delgado mise questo cross in mezzo, io di piattone feci gol. Se vedi l’esultanza, capisci anche che non ero particolarmente abituato alle esultanze. Ero spaesato. Dopo un po’ è arrivato Stankovic, mi ha bloccato. Quello fu il primo gol, ma quell’anno ne feci tre. Il gol più bello? Sicuramente quello contro il Monza in Coppa Italia. Ma c’è anche quello contro l’Ancona. Contava praticamente zero, ma fu bello. Una bella rete anche in Lazio-Empoli, non l’ho fatto neanche di proposito».

Luciano Zauri ha successivamente parlato del presidente della Lazio Claudio Lotito e del derby di Roma:

«Eravamo in Giappone in tournée quando Lotito prese la Lazio. Al nostro ritorno, conoscemmo il presidente. Era un personaggio diverso rispetto a quello di oggi, non aveva maschere. Adesso è cambiato un po’, Tare gestisce tanto di quello che succede, sia nello spogliatoio che nelle interviste. La Lazio funziona anche per questo, ognuno fa ciò che deve. Derby di Roma? È veramente interessante, già in ritiro ti chiedono di vincerlo. Ho vinto quello del 3-0, con i gol di Ledesma, Oddo e Mutarelli. Ne ho anche persi, ma ricordo solo le cose belle».

Chiosa finale con la sua Top 11 tra i suoi ex compagni in carriera: «In porta metto Peruzzi, Marchetti e Storari. Dainelli dobbiamo metterlo, Favalli a sinistra. Centrale metto Staam. Non sorrideva mai. Quando prese per il collo Parente? L’arbitro non l’ha nemmeno ammonito, aveva paura anche lui. Parente con una faccia bianca non arrivava neanche con i piedi per terra. Staam era un taciturno, aveva un ottimo rapporto con Liverani, stavano sempre insieme. Non guardava in faccia nessuno. Una volta iniziò a fare delle entratacce a tutti perché, in allenamento, la sua squadra aveva subito un rigore. Poi dico Brugman, Giannichedda mezzala di rottura, Fiore mezzala sinistra che si va a fare anche la trequarti, Corradi davanti, Pazzini insieme a Bernardo, Morfeo dietro le punte».

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