Lazio, Tare: «Non so cosa ha in mente Spadafora, di sicuro non vuole aiutare il calcio»
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Lazio, Tare: «Non so cosa ha in mente Spadafora, di sicuro non vuole aiutare il calcio»

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Lazio, anche il direttore sportivo Igli Tare ha detto la sua in merito alle parole del ministro Spadafora sulla ripresa del calcio

Dopo Marco Parolo anche il ds della Lazio Igli Tare è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio per dire la sua in merito a quanto emerso ieri dal decreto del 4 maggio e dalle parole del Ministro Spadafora.

«Siamo rimasti tutti sorpresi perché fino a questo momento abbiamo rispettato qualsiasi decisione resa dal Governo perciò era ovvio che il 4 maggio doveva essere un punto di partenza per tutti quanti. Vedendo le decisioni prese ieri mi viene la sensazione di essere discriminato in queste decisioni. Ieri ho sentito Spadafora che dice che dobbiamo pensare alla tutela della salute dei calciatori ma poi gli danno la possibilità di correre in mezzo alla gente nei parchi pubblici e non gli dai la possibilità di andare nei centri sportivi con le dovute distanze. Per tutelare la salute dei calciatori, ormai siamo da più di due mesi fermi e questo vuol dire tanto per la ripresa di una squadra. Non so cosa ha in mente il ministro ma aiutare il calcio non è il suo scopo perché le sue decisioni sono state drastiche per non far giocare. Lo dico con grande onestà siamo consapevoli della situazione e oggi dobbiamo stare ancora più attenti di quanto lo siamo stati fino ad ora ma così no perché si vede che c’è qualcosa che non quadra. I grandi club come Milan, Inter e Juventus prendano posizione».

«Il calcio è un fattore sociale molto importante per il paese, noi stiamo cercando di svolgere e finire il campionato nel rispetto delle regole. Non ci sentiamo penalizzati perché lottiamo per lo scudetto, anche perché vincere lo scudetto con 12 partite ancora da giocare è una parola grossa ma abbiamo bisogno di finire il campionato per il bene del sistema calcistico italiano. Ho avuto modo di leggere la stampa tedesca dove sia il presidente della Federcalcio e gli esponenti delle squadre che hanno preso posizione netta per la fine dei campionati anche perché c’è di mezzo la continuità del sistema calcistico del paese e questo vale anche per l’Italia. Non mi spiego perché in tanti non abbiano preso posizione, è arrivato il momento di prendere atto anche di questo».

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