Zauri: «Ora serve vincere in Europa. E sulla lotta Champions...»
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Zauri: «Ora serve vincere in Europa. E sulla lotta Champions…»

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L’ex Lazio Luciano Zauri ha parlato del momento che sta vivendo la squadra biancoceleste. Queste le sue parole

L’ex Lazio Luciano Zauri ha parlato del momento che sta vivendo la squadra biancoceleste. Queste le sue parole, rilasciate ai microfoni di New Sound Level.

REAZIONE – «La reazione dopo la sconfitta in Danimarca? Quando si va in campo la faccia ce la mettono i giocatori. Dopo la partita hanno ammesso i loro errori, Sarri ha alzato i toni e loro, vincendo prima fuori casa e poi all’Olimpico, hanno dimostrato di aver recepito le lezione molto velocemente. La Lazio non solo ha vinto, ma lo ha fatto molto bene, facendo tanti gol e non subendone e questo è importante. Nel calcio ci vuole equilibrio, ma spesso questo viene a mancare. Contro lo Sturm Graz bisogna assolutamente vincere, come ha detto anche Martusciello, visto il passo falso contro il Midtjylland. Dato il triplo impegno a cui è chiamata la Lazio, con l’obbligo di fare risultato, andrebbero fatti dei cambi rispetto ai titolari, anche se poi in campo dev’essere schierata sempre la migliore formazione».

«Cosa sceglierei tra finale di Europa League e il quarto posto? Portare una coppa a casa è sempre una cosa bella e non capita tutti i giorni. C’è anche da sottolineare però che il quarto posto equivale a una stagione fatta bene e a un ottimo percorso. Io vedo una Lazio proiettata verso una strada intrapresa già lo scorso anno. Insomma, la squadra può ambire alla quarta posizione. Raggiungerla significherebbe continuità, programmazione e scelte di mercato azzeccate anche nel mercato di gennaio, fondamentale per raggiungere quell’obiettivo. Io firmerei per un quarto posto. Qual è più importante tra Sturm Graz e Fiorentina? Bisogna pensare partita per partita».

EMOZIONI DA EX – «Le partite da ex non sono partite normali, quando dicono diversamente mi vien da ridere. Il calcio è una questione di emozioni. Io ho sempre avuto un ottimo rapporto con tutti. La prima volta all’Olimpico da avversario è stato terribile, non mi sarei mai aspettato una cosa simile. Da quando varchi il cancello dello Stadio, fino ad arrivare negli spogliatoi, rivedi tutti quelli che sono stati tuoi compagni, non solo quelli di squadra. In stanza sono stato per anni con Liverani e Mutarelli e avevamo il magazziniere che ci veniva a svegliare con la musica dell’arrotino, perché portava bene».

MAESTRI – «Io ho avuto la fortuna di essere allenato da tanti tecnici bravi, come Prandelli, ma anche Delio Rossi, che mi ha consacrato a certi livelli, o Mancini al primo anno di Lazio, un mostro sacro. Tutti mi hanno dato qualcosa, perché a volte anche alcune decisioni, che sul momento mi sembravano negative, negli anni si sono rivelate importanti».

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