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Il ritorno di Sarri e i traguardi degli ex allenatori della Lazio
Diversi club di Serie A stanno cercando un nuovo commissario tecnico per la prossima stagione: delle venti squadre ai blocchi di partenza per il campionato 2025-26, dodici partiranno con un nuovo mister.
Simone Inzaghi conclude la sua esperienza in nerazzurro, a vantaggio di Cristian Chivu, mentre il fratello Filippo lascia Pisa per Palermo. Vanoli a Torino è stato sostituito dall’ex biancoceleste Baroni, Parma aspetta De Rossi o Paladino. Anche il Lecce, salvatosi dalla retrocessione, e la neopromossa Cremonese hanno posto termine ai contratti rispettivamente con Giampaolo e Stroppa.
Vi sono, poi, i cosiddetti “ritorni”: a Firenze, dopo il primo biennio sulla panchina viola nel 2017-19, potrebbe esserci una nuova occasione per Stefano Pioli; Max Allegri, dopo essere stato in rossonero tra il 2010 e il 2014, è riapprodato a Milanello; stessa sorte, infine, per Maurizio Sarri, che dopo una prima parentesi triennale delle stagioni tra il 2021 e il 2024 al Lazio Training Center, sarà di nuovo ct a Formello per la prossima stagione.
Una stagione non all’altezza delle aspettative
In casa Lazio la scelta era oramai inevitabile: la stagione appena trascorsa non è stata per nulla esaltante, anzi. Le delusioni per tifosi e dirigenza sono state davvero troppe: gol mancati, partite perse, gioco poco brillante, ma soprattutto quell’amarissimo settimo posto, che, in virtù del passivo negli scontri diretti, ha permesso ai viola di andare agli spareggi della Conference League, negando ogni possibilità nelle coppe europee ai biancocelesti.
Via Marco Baroni, spazio all’ex Sarri: la speranza è quella di ripetere la stagione 2022-23, quando la Lazio si piazzò al secondo posto, dietro un incredibile e imprendibile Napoli.
Sotto di lui, la Lazio ottenne un settimo posto e l’accesso all’Europa League nel 2024 (ma in panchina era stato sostituito prima da Martusciello, poi da Tudor), un quinto posto nel 2022 (altro accesso all’Europa League), ma soprattutto un secondo posto in campionato nel 2023 dopo ben 24 anni. In Champions, i biancocelesti arrivarono agli ottavi (sconfitti dal Bayern Monaco), mentre in Coppa Italia furono fermati in semifinale dalla Juve.
La prossima stagione consentirà a Sarri di entrare di diritto tra gli allenatori biancocelesti che nessun supporter potrà mai dimenticare? I tifosi di fede laziale stanno già facendo le loro puntate, sui siti online dei bookmaker non AAMS.
Dal record di Baccani ai due scudetti e all’era Eriksson
Le dinamiche del calcio moderno difficilmente consentiranno ad un tecnico di eguagliare il record di Guido Baccani. Se si escludono le performance “improvvisate” di Seghettini e Ancherani, Baccani è riconosciuto come il primo allenatore ufficiale della Lazio. La sua panchina resse la bellezza di 18 stagioni, dal campionato 1906-07 a quello giocato negli anni 1923-24. Nemmeno l’interruzione per l’entrata in guerra dell’Italia riuscì a scalzare Guido dal suo posto!
Perché i giocatori possano alzare al cielo il primo trofeo, però, si dovette attendere la Coppa Italia del 1958 (Fulvio Bernardini era in panchina) e, poi, il 1971, quando, sotto la guida di Juan Carlos Lorenzo, la Lazio vinse la Coppa delle Alpi. L’argentino con passaporto italiano era arrivato nella Capitale per allenare i biancocelesti nel campionato 1968-69: Lorenzo trascinò i suoi ragazzi in serie A, portò a casa la Coppa delle Alpi, ma fu costretto ad assistere ad un’ennesima retrocessione in B della Lazio.
Mancava poco al primo scudetto, che arrivò, il 12 maggio 1974, con una giornata d’anticipo, grazie ad un gol del solito Chinaglia. In panchina, sedeva Tommaso Maestrelli, che aveva preso il posto di Lorenzo e lo tenne fino al 1975.
Lo scudetto numero 2, nei ricordi dei tifosi biancocelesti, è legato ad un vero mito della panchina laziale: Sven-Goran Eriksson. Con lui, la Lazio è stata straordinaria: oltre al titolo di Campione d’Italia 2000, vinse le due Coppe Italia 1998 e 2000, le Supercoppe italiane 1998 e 2000, la Supercoppa Uefa 1999 e la Coppa delle Coppe 1999.
Da Mancini a Inzaghi: il dominio in Coppa Italia
Nel versante biancoceleste della Capitale, da allora, non sono più arrivati scudetti, ma non sono mancati altri trofei.
Allenata da Roberto Mancini, la Lazio vinse nel 2004 una Coppa Italia che vide, tra le altre semifinaliste, Milan, Inter e Juventus (furono proprio i bianconeri a perdere la finale contro le aquile).
Dal 2005, per quattro stagioni Delio Rossi fu il mister dei biancocelesti: con lui, la Lazio ottenne la quinta Coppa Italia (nel 2009, in finale arrivò la Samp, in semifinale Juve e Inter), mentre la stagione successiva Davide Ballardini portò a casa la Supercoppa Italiana.
Con Vladimir Pektovic, nel 2013, grazie ad un gol di Lulic, la Lazio vinse la sesta Coppa Italia, in una finale simbolicamente importante: il derby della Capitale!
Gli ultimi trofei della Lazio sono arrivati sotto la gestione tecnica di Simone Inzaghi: due Supercoppe Italiane (2018 e 2020) e la settima Coppa Italia nel 2019 (2-0 sull’Atalanta con gol di Milinkovic-Savic e Correa).