Cucchi: «Anche io abbonato in Curva! La Lazio è un modello virtuoso. Luis Alberto? L'ultimo 10 rimasto» ESCLUSIVA
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Cucchi: «Anche io abbonato in Curva! La Lazio è un modello virtuoso. Luis Alberto? L’ultimo 10 rimasto» ESCLUSIVA

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Riccardo Cucchi ha risposto alle domande della nostra redazione, a margine del Festival della Letteratura a Leonessa

Una cornice suggestiva per un ospite d’eccezione. A Leonessa (RI) – in occasione del Festival della Letteratura – è la voce di Riccardo Cucchi a rispolverare le emozioni di un calcio che, forse, non c’è più. Il giornalista ha infatti presentato «La partita del Secolo», l’ultima fatica letteraria con cui rivive la concitatissima semifinale tra Italia e Germania .

Riccardo Cucchi però, oltre ad essere un noto radiocronista, è un altrettanto appassionato tifoso biancoceleste e noi di Lazionews24.com abbiamo avuto il piacere di poterci scambiare quattro chiacchiere.

La campagna abbonamenti traduce in numeri l’entusiasmo dei tifosi: è un dato che ci saremmo potuti aspettare a prescindere o vuole essere anche una risposta all’euforia che si percepisce dall’altra parte del Tevere?

«Io credo che avremmo dovuto aspettarcelo a prescindere, non è giusto collegarlo a quello – legittimo – dei tifosi della Roma. Sarri ha scatenato nuovo entusiasmo, ma anche un’ottima campagna acquisti/cessioni che dà prospettive e darci soddisfazione. Questa Lazio fantasiosa e rivoluzionaria mi sta piacendo molto concetto, questa è la ragione della crescita. Tra gli abbonati ci sono anche io, l’ho fatto naturalmente in Curva, magari da lì non si vedrà benissimo ma l’emozione sarà straordinaria. Mi piace immaginare lo stadio finalmente colmo di passione, come nella gara contro il Verona. La squadra ha bisogno di sentire il pubblico al suo fianco».

La sensazione è infatti che quest’eterno dualismo sia più spinto dai giornali che continuano a voler paragonare Sarri e Mourinho. L’allenatore toscano non si lascia coinvolgere dal provincialismo…

«Benedetto Sarri. Sappiamo che a Roma il calcio vive di passione, a volte è esagerata e condiziona il rendimento della squadra. Io vorrei si sganciasse il discorso della Lazio dal traino della Roma: i laziali devono pensare alla Lazio. Dybala? A me non interessa lo abbiano preso, perchè io sono felice – ma davvero tanto felice – di avere Romagnoli. Per me è un giocatore importantissimo, l’ho desiderato per tanti anni. Sapevo fosse laziale anche quando lavoravo e speravo di vederlo un giorno con la maglia della Lazio, una scelta che mi ha entusiasmato. Lui è anche una delle motivazioni per cui mi sono abbonato. Questa è una squadra che c’è, ben costruita. Mertens lo avrei voluto, ma non per “rispondere” a Dybala, ma perchè sarebbe stato molto utile al progetto Lazio».

E la speranza per il mercato…

«Io non credo che il mercato in entrata sia finito, ma la mia speranza è una sola: che Milinkovic rimanga alla Lazio».

Luis Alberto: alla Lazio nonostante i mal di pancia o cessione inevitabile?

«Io sono tra quelli che lo difendono a spada tratta. Quanti giocatori come Luis Alberto siamo in grado di vedere in questo momento? Quanti calciatori sono in grado di fare il lavoro che fa Luis Alberto? Si può discutere che giocatori come lui difficilmente si possono inserire nel calcio moderno, perchè hanno la logica della creatività, della fantasia e della libertà. Libertà a volte è anche non rispondere logiche tattiche del proprio allenatore e questo è un problema. È umorale? Meno male! La sua grandezza sta anche lì, quante volte ha mandato a quel paese Inzaghi… Adesso Luis Alberto è arrabbiato, io mi auguro sbollisca presto, non credo vada al Siviglia, ma sono felicissimo di averlo alla Lazio: uno come lui non si trova facilmente. Voglio esagerare: per me è l’ultimo numero 10 della storia del calcio, non ce ne sono più… Teniamocelo stretto». 

Nell’amichevole contro il Valladolid, Immobile è uscito tra gli applausi dei tifosi spagnoli. Perchè in Italia non si ha la stessa percezione di questo giocatore? 

«Vorrei rispondere perchè non capiamo nulla di calcio. In realtà so perfettamente che non è questa la ragione: criticare Immobile è ormai diventata una moda, una consuetudine. La Lazio non gode di buona stampa, ormai posso dirlo apertamente. Noi vogliamo bene ad Immobile, ci teniamo tantissimo: è il goleador più prolifico della storia biancoceleste e tra i più prolifici del calcio italiano, mi auguro che quest’anno possa migliorarsi ulteriormente ed inserirsi nella lotta alla Scarpa d’Oro. E pazienza per gli altri, perchè Immobile ce l’ha Lazio e siamo contenti».

Il fatto che la Lazio sia di proprietà di una famiglia che, come ha sottolineato Sarri non si può dissanguare per fare mercato, può essere un limite per le ambizioni della squadra stessa?

«Anche la Lazio di Lenzini era di una famiglia e ha vinto uno Scudetto battendo la Juventus, che era di una famiglia con una grande azienda alle spalle, la FIAT. Siamo sicuri che sia un limite? Io credo che sia un modello. Perchè non si parla che non ha debiti, non si sottolinea che ci sono società, in Italia, con milioni di debiti. La Lazio spende ciò che può, io lo trovo un modello virtuoso. Esempio di un calcio che è compatibile con le risorse, la Lazio non sperpera. Gli ingaggi sono tra i più bassi delle squadra che stanno più in alto: non serve mettere un tetto, perchè chi arriva sa che più di tanto non può guadagnare. In un calcio che vive di crisi finanziarie, c’è la Lazio. Va criticata per questo? No, va applaudita e presa a modello».

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