Reina: «Con Sarri una Lazio diversa. Futuro? A Roma sto bene»
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Reina: «Con Sarri una Lazio diversa. Futuro? A Roma sto bene»

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Reina ha rilasciato una lunga e interessante intervista ai microfoni di Marca, toccando tantissimi temi e argomenti

Pepe Reina ha rilasciato una lunga e interessante intervista ai microfoni di Marca. La Lazio, Sarri, la Serie A e il suo futuro: tanti gli argomenti toccati dal portiere.

SARRI – «Con Sarri è una Lazio completamente diversa. Dobbiamo adattarci e siamo un po’ indietro in questo senso. Vogliamo davvero avere le idee dell’allenatore il prima possibile. Dobbiamo difendere meglio dell’anno scorso e non subire quei 55 gol. È l’obiettivo numero uno. Sarri fa pressione e cerca di avere il controllo del territorio e il pallone…quando possibile».

FUTURO – «Io mi vedo alla Lazio. Ho quest’anno di contratto e, se le cose vanno bene, un altro. Penso che quello che mi resta del calcio…sarà già a Roma. Io e la mia famiglia siamo molto felici qui…e credo di essere già finita a Roma. Ma Pepe Reina resta per un po’. Finché va bene, teniamo duro. Futuro? Voglio fare l’allenatore. Mi preparerò per questo e cercherò di fare le cose bene ed essere uno dei migliori. Sono stato fortunato ad avere buoni insegnanti e penso di poter aiutare in questo aspetto».

GIOCO – «Il calcio si evolve. Non so se il catenaccio fosse un mito, ma ora squadre come l’Atalanta, noi o il Napoli giocano meglio e le partite sono più aperte. Basta vedere la Serie A, non è un ‘bluff’. Il portiere? Deve essere completo, avere una presenza importante in squadra, ha bisogno di conoscere i suoi giocatori per cercare di aiutarli e migliorarsi. Così dovrebbero essere i portieri di oggi»

RECORD E RIMPIANTI – «Il mio record preferito? il portiere del XXI secolo con più porta inviolata. Ce l’ho tra sopracciglio e sopracciglio. Rimpianto?  aver vinto una Champions League. Senza dubbio è quello che mi è mancato, una spina da quando abbiamo perso la finale con il Liverpool nel 2007»

GUARDIOLA – «Cosa ti ha insegnato averlo come allenatore? Ti ha aiutato a interpretare tutto. Ti ha quasi fatto contare i giocatori con cui il rivale è venuto a vedere se potevi giocarlo e offrire quella superiorità con il portiere. E se c’era uno contro uno era perché si lasciava alle spalle l’inferiorità o un tre contro tre e bisognava approfittarne con un altro tipo di palla più lunga. Pep ti apre la mente».

DONNARUMMA – «Sarà sicuramente un punto di riferimento. Ha giocato più di 250 partite in 22 anni, e questo è già un background eccezionale. Ha tutto per essere tra i primi tre per molti anni. La sua dimensione è unica. È incredibile quanto lontano vada, le fermate che fa. È alto ma agile. L’Italia ha un portiere per i prossimi 10 o 15 anni».

SOCIAL – «Sono molto attivo sui social per stare vicino alle persone, per ridere, divertirmi… per mostrarmi come sono. A chi non piace, non entri nel mio profilo. Così semplice e chiaro».

FAMIGLIA – «Quando si dice che i calciatori non hanno tempo per la famiglia…non è così reale, tranne che per i viaggi. Ho molto più tempo di una persona che lavora otto ore in un ufficio. Per questo motivo i giocatori non se ne possono pentire. Siamo molto fortunati e ovviamente abbiamo tempo. Inoltre mia moglie è un ‘fenomeno’ che si occupa di dare ai ragazzi l’affetto che io, a causa dei miei viaggi, non posso dare loro».

 

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