Lazzari: «La Lazio c'è ed è viva. Vi racconto cosa ci siamo detti dopo il derby»
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Lazzari: «La Lazio c’è ed è viva. Vi racconto cosa ci siamo detti dopo il derby»

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Manuel Lazzari è stato il migliore nel derby, l’esterno ha poi risposto alle domande dei tifosi attraverso le frequenze della radio ufficiale

Manuel Lazzari in diretta ai microfoni di Lazio Style Radio, ha risposto alle domande dei tifosi. Ecco le sue parole:

DERBY – «Contro la Roma si è visto il miglior Lazzari con la maglia della Lazio. Tutta la squadra ha disputato un derby magnifico, dominando dall’inizio alla fine. Siamo contenti di questa vittoria, che speriamo possa darci una grande spinta. Sapevamo dell’importanza del derby, abbiamo approcciato nel migliore dei modi come ci aveva chiesto il mister. Dopo il primo gol c’era la consapevolezza che avremmo potuto vincere, avevamo questa sensazione di superiorità che abbiamo dimostrato».

SECONDO GOL – «Sergej mi ha messo una palla in proffondità, c’è stato il duello con Ibanez e mi sono messo davanti col corpo, mi ha toccato la gamba e sono caduto, pensavo che l’arbitro fischiasse, poi ha lasciato giocare e ho scaricato la palla per Luis Alberto e ha fatto gol».

CONDIZIONE – «Un periodo di appannamento ci può stare, soprattutto quando giochi la Champions e ogni tre giorni. Ci siamo trovati sempre in emergenza sugli esterni, normale che la condizione non fosse ottimale. Io e Marusic abbiamo tenuto duro e abbiamo lavorato, la condizione è tornata ottimale e siamo felici di dare una mano alla squadra».

POST DERBY – «Sapevamo che dopo le vittorie contro Parma e Fiorentina sarebbe stata una gara cruciale, non solo perchè sentita, ma perchè ci serviva per la classifica. Ci stiamo rialzando, ci siamo detti che giocando da Lazio potevamo vincere sempre, tornando quelli dell’anno scorso possiamo fare male a tutti. La Lazio c’è ed è viva, non molliamo niente».

SOPRANNOME – «Quale preferisco? Possono chiamarmi come vogliono, non ho preferenze».

CORSA – «Ho giocato con gli antidolorifici per la botta contro la Fiorentina: con il Parma ero in dubbio, con la Roma invece avevo recuperato meglio, ma ho dovuto comunque usarli. La mia caratteristica è la corsa e la metto al servizio della squadra».

LANCI IN PORTA – «Ci devo credere un po’ di più io, perchè preferisco fare il passaggio, ma ci sono momenti in cui dovrei essere più egoista e provare perchè non si sa mai. Anche se preferisco fare il cross, non mi viene mai in mente di farlo subito. Quando non penso faccio le cose migliori, come contro il Celtic (ride, ndr)».

NAZIONALE – «Io penso che il nodo principale sia il modulo, in Italia abbiamo c’è un modulo diverso rispetto alla Lazio. Resta un sogno, come per qualsiasi giocatore, io per far parte di quel gruppo devo fare grandi partite e fare sempre meglio. Se poi arriva la chiamata meglio».

LASCIARSI ANDARE – «Non è una questione di lasciarmi andare, rispetto allo scorso anno sono cresciuto anche a livello memtale. Nel girone d’andata ero molto teso quando entravo in campo, squadra nuova, stadio incredibile, squada ancora più incredibile. Quest’anno mi sono alleggerito, più libero di testa e l’aspetto atletico aiuta tanto. Se sono in condizione fisica sono anche più sereno».

GRUPPO – «Sappiamo che ci son state settimane che non sono state felici, però ci siamo parlati e fatto diverse riunioni. Ci siamo guardati negli occhi e siamo rimasti uniti, così ne siamo usciti. Veniamo da 4 risultati utili, rimaniamo così».

CONSIGLI AI NUOVI – «Io in primis ho fatto fatica i primi mesi, credevo di non essere all’altezza. Venire a Roma, giocare alla Lazio, lo spogliatoio nuovo, non era facile a livello mentale. Ci vuole tempo per ambientarsi, sono tutti ragazzi nuovi e con qualità. Non siamo macchine, serve tempo per integrarsi, sono tutti bravi ragazzi e verrano fuori».

BAYERN MONACO – «Siamo riusciti a superare il girone, è già una cosa magnifica. Adesso ci giocheremo questi ottavi contro i campioni di Europa, sono giocatori fenomenali, arriveremo a quegli appuntamenti carichi a mille, ma tutto passa per il campionato. Se tutto andrà bene staremo ancora meglio».

 

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