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L’ANALISI DEL GIORNO DOPO – Fisicità, rabbia e fantasia: il mix giusto per un tridente da sogno

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Quattro gol che vogliono dire quinto posto. Quattro gol di tre attaccanti. Quattro gol che si uniscono ai precedenti sedici e danno forma al terzo miglior attacco della Serie A, insieme al Torino e dietro solamente a Juventus e Roma. Quattro gol che vogliono dire tre punti, inseguiti da due settimane nere, in cui si è seminato tanto e raccolto poco.
Meglio non pensare oggi a come sarebbe potuta essere la classifica con almeno due punti in più, quelli del Bologna o quelli tolti all’ultimo minuto con il Torino. Meglio non pensare a questo, perché per quanto visto in campo, fa più clamore averni ottenuti due piuttosto che sei…

MENTALITÀ VINCENTE – La Lazio di quest’anno continua a rispecchiarsi nel proprio allenatore: compatta e pragmatica ma allo stesso tempo allegra e divertente. Nel primo tempo di ieri ogni qualvolta si superasse la metà campo c’era il presentimento che potesse succedere qualcosa. Felipe Anderson, Immobile e Keita quando sono in serata di grazia sono clienti scomodi per chiunque, figurarsi di un Cagliari che era reduce da cinque schiaffi con la Fiorentina… Partita archiviata prima del dovuto grazie anche alla difesa, vittima di assenze pesanti, ma comunque sempre attenta. La rabbia mostrata da tutto il reparto in occasione del gol, è sinonimo di quanto in questo momento, si curino anche i dettagli più scontati.
I quattro difensori attuali sanno di non avere il posto garantito e cercano in tutti i modi di mettersi in mostra, quindi anche subire una rete nel finale può essere sintomo di un calo di concentrazione che, un mister meticoloso come Inzaghi, certamente non avrà gradito. 

TRIDENTE DA SOGNO – Keita e Anderson confezionano, Immobile scarta. Quando prendono la palla loro si ha sempre la sensazione che da un momento all’altro possa accadere qualcosa.
Mentre Ciro e Baldè giocano molto più vicino alla porta, Felipe dei tre, è quello più chiamato alla fase difensiva, anche se il senegalese, pur snaturando quelle che sono le sue caratteristiche, si sta sacrificando molto per la squadra, come testimonia il rigore causato ieri.
Si trovano e si cercano a meraviglia come se si conoscessero da sempre. Inzaghi ha aspettato il momento giusto per metterli tutti insieme sulla stessa linea e adesso i risultati stanno dando i frutti sperati.
Immobile ha timbrato il cartellino otto volte, Keita tre, il 70% dei gol della Lazio portano la loro firma, inoltre ieri si è sbloccato anche Felipe. Dodici gol totali per i tre funambuli a fronte dei venti totali. La caratteristica che accomuna i due esterni è sicuramente la discontinuità mostrata negli anni alla Lazio, mentre quando si parla dell’ex Torino, bisogna tenere conto di un centravanti potenzialmente da almeno quindi gol in stagione (considerando quelli con l’Italia è già a 11).
Felipe-Immobile-Keita. Sognare con loro è molto più facile.

EUROPA ALLA PORTATA – Sognare si ma cosa? Europa League o Champions? Questo campionato non ha ancora fatto capire a che gioco sta giocando. Ogni qualvolta che si pensi ad un’anti-Juve ecco che il passo falso è sempre dietro l’angolo. Lo scivolone del Milan a Genoa, quello del Napoli a Bergamo e le vittorie estemporanee dell’Inter, collocano di diritto la Lazio, in testa al gruppetto delle outsider per un posto nell’Europa che conta.
I biancocelesti, numeri alla mano, dopo la Roma sono la squadra meno altalenate, infatti la sconfitta manca dal precedente turno infrasettimanale con il Milan, datato 20 settembre. Quasi sicuramente sul lungo periodo, la Juventus andrà a prendere vantaggio sul gruppo delle inseguitrici che in questo momento sembrano essere Napoli e Roma, entrambe impegnate nelle coppe europee e questo potrebbe pesare molto.
Inoltre va anche rimarcato che delle prime nove in classifica, soltanto la Lazio e il Milan hanno affrontato la Juventus, dato anche questo da non sottovalutare per il cammino della squadra di Inzaghi che domenica non avrà sicuramente un turno agevole contro il Sassuolo.
Questa squadra ha dimostrato soprattutto nelle giornate peggiori, vedi Bologna e Torino, di potersela giocare alla pari con tutti, anche senza gli uomini migliori. E allora bisogna continuare su questa strada, lunga e in salita, ma che alla fine potrebbe nascondere uno splendido panorama.

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