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Il PAGELLONE del 2018 di lazionews24: tutti i top e flop

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Come ogni anno arriva il pagellone di lazionews24.com: ecco tutti i top e flop del 2018

Si chiude un 2018 positivo per la Lazio. La formazione di Inzaghi, infatti, ha terminato lo scorso campionato al quinto posto, lottando fino all’ultima giornata per ottenere la qualificazione in Champions. La delusione è stata cocente, ma ad agosto è partita una nuova avventura per i capitolini. L’inizio non è stato dei migliori ma, nonostante il rendimento sottotono di alcuni ‘big’, la squadra è riuscita a concludere il girone d’andata tra le quattro forze della Serie A. A proposito dell’Europa League, le Aquile, reduci anche qui dal black-out contro il Salisburgo, sono state inserite all’interno di uno dei gironi più difficili della competizione. Hanno, comunque, ottenuto il passaggio al turno successivo con due partite d’anticipo, e a febbraio saranno impegnati nella doppia sfida contro il Siviglia. Come in ogni annata, alcuni giocatori si sono confermati, altri hanno deluso. Anche la dirigenza ha fatto la sua parte, commettendo alle volte qualche errore di troppo. La redazione di lazionews24.com vi propone il pagellone dell’annata appena conclusa:

PORTIERI

Thomas STRAKOSHA: Il portiere albanese è la certezza tra i pali nel presente e nel futuro. Spesse volte si è rivelato decisivo ai fini del risultato, anche se qualche incertezza sul cammino si è avvertita a causa di diversi problemi alla schiena. Pesa come un macigno soprattutto la pessima prestazione alla Red Bull Arena di Salisburgo per il ritorno del quarto di finale di Europa League. VOTO: 6

Guido GUERRIRI: Il 2018 non ha regalato al giovane portiere ex Primavera alcun minuto in campo. Dietro ad un imprescindibile Strakosha, il classe ’96 non è stato scelto mai da mister Simone Inzaghi. Dopo tante partite viste dalla panchina, è arrivato il momento per Guerrieri di lasciare temporaneamente la Capitale per misurarsi in altri club, capaci di dargli più visibilità, dopo la sola esperienza di prestito datata 2016 tra le fila del Trapani. L’ambiente laziale conserva grosse aspettative su di lui, ma per crescere bisogna giocare! VOTO: SV

Federico MARCHETTI: Dopo sette anni all’ombra del Colosseo, ci si aspettava un addio diverso. Invece l’estremo difensore, eroe del 26 maggio, è stato ‘abbondonato’ senza alcuna riconoscenza fino alla scadenza del contratto. Nessuna presenza nel 2018 con la maglia biancoceleste. Da giugno trasferitosi al Genoa, ha ricevuto il giusto tributo dello stadio Olimpico in occasione del match di campionato. VOTO: S.V.

Silvio PROTO: Poche le uscite stagionali del secondo portiere di casa Lazio. L’ex Olympiakos non ha ancora fatto il suo esordio in campionato, mentre in Europa League è stato spesso incolpevole per le reti subite. VOTO: 6

Ivan VARGIC: Il portiere croato classe 1987 rimane fuori dalla lista per l’Europa League di febbraio quando Inzaghi gli preferisce il giovane Guerrieri. Dopo le due presenze nella competizione europea nella fase a gironi del 2017, la sua avventura alla Lazio si conclude nell’agosto 2018, senza alcuna presenza in campo nell’anno solare, con il passaggio in prestito ai ciprioti dell’Anorthosis Famagosta. VOTO: S.V.

DIFENSORI

Fortuna Dos Sanotos WALLACE: Incostante. Così si può definire il momento del brasiliano. L’infortunio subito nel settembre del 2017 lo ha provato ben oltre i 74 giorni di stop. Al giocatore è servito tempo per riacquisire la fiducia dei movimenti e ritrovarsi nella linea a tre proposta da Inzaghi, gli strascichi sono stati più mentali che fisici. Una netta involuzione rispetto a quanto fatto vedere nell’anno precedente. In questa nuova stagione, Wallace ha alternato grandi prestazioni (come contro la Juventus, quando ha annullato Ronaldo) ad ingenuità da scuola calcio (l’autogol nel match contro il Milan). VOTO: 5

Stefan DE VRIJ: Sei mesi alla Lazio, sei mesi no. Sì, perché l’olandese – ufficialmente a luglio 2018 – ha deciso di lasciare la Capitale per sposare la causa nerazzurra. E l’ha fatto nel peggiore dei modi. Una volta terminata la stagione è venuta a galla la verità: già da marzo de Vrij si era legato all’Inter. Terminato il contratto con la Lazio, il difensore è dunque passato nel club meneghino, andando a rinforzare il reparto arretrato della formazione di Spalletti. La dirigenza capitolina non ha così guadagnato niente dalla sua cessione, e de Vrij ha dimostrato di non essere riconoscente nei confronti del club che ha contribuito a farlo diventare uno dei giovani difensori più promettenti in ambito europeo. Nell’ultima gara di campionato tra Lazio ed Inter, poi, l’ex Feyenoord si è reso protagonista del match, intervenendo fallosamente in area di rigore e obbligando l’arbitro a concedere il tiro dagli undici metri ai nerazzurri, che hanno così ottenuto la qualificazione in Champions, proprio ai danni dei biancocelesti. I suoi ex tifosi non l’hanno perdonato, e non hanno potuto non esultare nel momento in cui la sua attuale squadra è uscita dalla fase a gironi dell’importante competizione europea, dopo aver pareggiato contro il PSV. Chi di Champions ferisce… VOTO: 3 

Gabarron Gil PATRICIO (Patric): Non riesce a scavalcare Marusic e Basta nelle gerarchie di Simone Inzaghi, anche se ci mette sempre grinta quando viene chiamato in causa. Vede ancora meno il campo nella parte di stagione 2018/2019, in cui viene escluso persino dalla lista Uefa. Criticato a dicembre dai tifosi per un gesto (forse) riferito ai fischi della Curva Nord. Un finale di 2018 da dimenticare per lo spagnolo. VOTO: 5

Francesco ACERBI: Arrivato in punta di piedi si è preso la Lazio dal primo giorno di ritiro. Sembrava un’impresa quasi impossibile trovare un sostituto all’altezza di de Vrij, ma come il solito quando bisogna rimpiazzare un big, i biancocelesti non sbagliano. Oltre alle qualità tecniche, Acerbi ha portato alla Lazio le sue qualità morali. E’ un leader, un trascinatore, un capitano senza fascia. E’ tutto ciò che mancava ed ora c’è. Oltre ad essere di sicuro affidamento del punto di vista fisico, non va sottovaluto il grande feeling con il gol (3+1 annullato per millimetri). Un calciatore pazzesco, costato solo 10 milioni più 2 di bonus. Francesco in 5 mesi ha già conquistato tutti e abbattuto lo scetticismo iniziale. Grazie a lui de Vrij è diventato in fretta un ricordo lontano. VOTO: 8

Jordan LUKAKU: Chiude la stagione 2017/18 con 44 presenze, un gol e tre assist all’attivo. Quella 2018/19, invece, ha regalato finora solamente 6 apparizioni a Jordan Lukaku. Inoltre, in nessuna occasione, il belga è stato inserito tra gli undici titolari, entrando in campo sempre a gara in corso. A pesare sul rendimento altalenante dell’ex Oostende, i continui ed importanti problemi fisici, che l’hanno tenuto – fino alla gara contro la Fiorentina – fuori dalla lista Serie A. Una volta recuperato, Inzaghi non ha avuto dubbi ad inserirlo, sostituendo Basta. L’allenatore ha infatti dimostrato di stimare Lukaku e le sue indubbie qualità tecniche, al punto da spingere la società a rifiutare tutte le offerte di mercato arrivate per lui in estate. Nelle ultime sfide, Inzaghi gli ha fatto ‘assaggiare’ di nuovo il rettangolo verde, ed il belga è apparso in continua crescita. Il futuro gli sorride. VOTO: 6

Dusan BASTA: Il serbo non rientra più nei piani della Lazio. Se infatti nella prima parte della passata stagione veniva ancora impiegato all’occorrenza da mister Inzaghi collezionando nella stagione 2017/2018 21 presenze ( 11 in campionato, 7 in Europa League e 3 in Coppa Italia), in questa prima parte di stagione è finito definitivamente fuori sia dalla lista per le competizione europee sia in campionato. Ha già le valige pronte per partire a gennaio. VOTO: 4,5

Stefan RADU: Il difensore sta vivendo una nuova giovinezza. Sembrava qualche anno fa non avene più e in molti pensavano che pian piano sarebbe rimasto fuori dalle gerarchie di mister Inzaghi. Questo 2018 invece è da incorniciare per lui: sempre presente e soprattutto è una pedina fondamentale per i biancocelesti. Un caposaldo per questa Lazio. VOTO: 7

Martin CACERES: Ha deluso le aspettative di tutti. Ci si aspettava di più da un giocatore come lui. Arrivato a gennaio 2018, dopo un buon inizio di stagione nel Verona, in biancoceleste non è riuscito a trovare continuità. Ha alternato buone prestazioni ad altre disastrose. Doveva essere l’uomo in più per la corsa Champions e invece si è rivelato un vero flop. Nonostante ciò la società lo ha confermato anche per la stagione 18/19. Dopo un buon Mondiale con l’Uruguay, sembrava in ripresa. Invece anche questa volta non è riuscito a scalzare nelle gerarchie Luiz Felipe e Wallace. Inzaghi lo ha adattato anche come quinto di centrocampo nel 3-5-2. Ma anche in quella posizione ha fatto male. È uno di quei giocatori che se a gennaio avrà l’opportunità saluterà senza problemi per buona pace di tutti. VOTO: 5

Ramos Marchi LUIZ FELIPE: Quando è stato chiamato in causa da Simone Inzaghi ha sempre risposto presente. Nonostante la giovane età, ha superare nelle gerarchie compagni di squadra più esperti dimostrando di essere un predestinato. Il suo è stato un 2018 che farà fatica a dimenticare. Da febbraio in poi è diventato uno dei titolarissimi conquistando la fiducia di allenatore, tifosi e società che a marzo lo ha blindato con il rinnovo fino al 2022. Ha chiuso l’anno con due grandi gioie: il primo gol in A con la Lazio, 26 dicembre a Bologna. Ed è diventato padre qualche ore prima dell’inizio del match contro il Torino, 29 dicembre. È stata una piacevole sorprese. Ci auguriamo che il 2019 possa essere l’anno della sua definitiva consacrazione, con la speranza che possa diventare uno dei simboli di questa Lazio. VOTO: 6,5

Riza DURMISI: Arrivato in estate dal Real Betis per una cifra di 6,5 milioni, il laterale sinistro classe colleziona in tutto 8 presenze tra campionato ed Europa League. Sempre titolare nelle gare europee, a Francoforte subisce la lussazione del gomito che lo tiene lontano dai campi per circa un mese. Nelle sue apparizioni non dimostra brillantezza, se pur recentemente fermato anche da problemi muscolari. VOTO: 5,5

CENTROCAMPISTI

Senad LULIC: I numeri di Senad Lulic parlano da soli, e fanno capire quanto il bosniaco sia importante per la Lazio ed il suo allenatore. Lo spogliatoio lo nomina Capitano, e l’ex Young Boys non delude le aspettative, comportandosi da vero leader. Ha da poco messo a segno la sua trecentesima partita con l’aquila sul petto, entrando di diritto nella classifica dei biancocelesti più presenti nella storia del club. Vero tifoso in campo, in questo girone d’andata ha già collezionato più di 1600 minuti sul rettangolo da gioco. I suoi interventi non sono sempre precisi, ma le carenze tecniche vengono nascoste alla grande da grinta, generosità, corsa e duttilità, tutte caratteristiche che rispecchiano Lulic. L’eroe del 26 maggio si conferma, partita dopo partita, una delle colonne del gruppo biancoceleste, di cui l’allenatore non riesce a privarsi. VOTO: 7,5.

Bruno JORDAO: Non è ancora riuscito a mettersi in mostra uno dei due baby fenomeni sponsorizzati da Jorge Mendes. Qualche presenza con la sfortunata Primavera di Valter Bonacina e nulla più. VOTO: S.V.

Marco PAROLO: Fa parte dei leader, del gruppo degli “irriducibili” e di coloro che in campo non mollano mai. Inzaghi lo ritiene insostituibile perchè, nonostante l’età che avanza, rimane uno dei calciatori che percorre più km in Serie A. Il 2018 gli lascerà un po’ di amaro in bocca, visto che la Lazio ha dovuto fare a meno di lui, infortunato nel momento decisivo, per la volata finale verso la qualificazione in Champions League. VOTO: 7

Lucas LEIVA PEZZINI: L’equilibratore, il tutto campista, l’uomo di cui è difficile fare a meno. Le 52 partite su 55 della passata stagione hanno permesso alla Lazio di fare tre competizioni sopra le righe. Non è un caso che quest’anno la sua assenza sia coincisa con il periodo nero della squadra. Il brasiliano è un leader tecnico e caratteriale, si è calato subito nella realtà biancoceleste entrando in fretta nel cuore dei tifosi. Insieme ad Acerbi, Luis Alberto e Immobile forma la spina dorsale della squadra. Senza di loro non è la stessa Lazio. Grinta, testa, cuore, temperamento, tenacia. In due parole: Lucas Leiva. VOTO: 8

Romero Alconchel LUIS ALBERTO: Della stagione 2017/2018 è sicuramente stata la sorpresa più bella. Con la maglia della Lazio si è guadagnato la nazionale spagnola, salvo poi saltare il Mondiale per un brutto infortunio che ancora oggi lo tormenta. Se contro Atalanta, Crotone e Inter ci fosse stato lui, probabilmente ora la Lazio si troverebbe in Champions League e qualche milione in più in cassa. Il suo più grande limite in questo nuovo campionato è stata la pubalgia, ma adesso Luis è tornato. I mesi più bui sono alle spalle e il Mago ha finalmente ritrovato il cappello e la bacchetta. Appuntamento al 2019 per nuove magie. VOTO: 7,5

FELIPE ANDERSON: Costretto a saltare tutta la parte iniziale della precedente stagione, Pipe torna a pieno regime nel 2018, anno che sancisce il suo addio con la Lazio dopo 5 anni. Un rapporto mai sbocciato con Inzaghi e la difficile collocazione tattica lo hanno portato oggi a vestire la maglia del West Ham. Nonostante ciò il brasiliano è stato uno degli artefici delle splendide 3 competizioni disputate dalla Lazio nella scorsa stagione. I gol con Salisburgo e Inter all’Olimpico rappresentano i punti più alti del suo 2018. Il suo addio ha seminato lacrime tra i tifosi, che dall’estate del 2013 lo hanno sempre amato e coccolato. La sua storia biancoceleste avrebbe meritato un epilogo diverso di Lazio-Inter, sua ultima partita in Italia. Di quei 90 minuti in pochi ricorderanno il gol del 2-1 a fine primo tempo, che avrebbe portato la Lazio in Champions. Dopo 5 anni il brasiliano ha lasciato Roma, ma per tutti i tifosi laziali rimarrà sempre uno spazio di cuore dedicato a Pipe. VOTO: 7

Valon BERISHA: Tanto potenziale ostacolato dagli infortuni. Valon è arrivato nel silenzio del calciomercato per puntellare un centrocampo troppo spesso privo di ricambi di qualità. È stato acclamato dai tifosi, memori delle grandi prestazioni mandate in scena con la maglia del Salisburgo. La strada romana, però, s’è fatta subito in salita: il giocatore ha esordito con la maglia della Lazio solo i primi di ottobre, perchè alle prese con un problema muscolare. Oltre alle sue indiscutibili qualità tecniche, stupisce la grinta che mette in campo ogni volta che viene chiamato in causa. Corsa e cuore i suoi ingredienti. Usato con costanza, potrebbe essere il jolly di Inzaghi, se solo i guai fisici glielo permettessero. VOTO: 6

Adam MARUSIC: Una stagione costellata da alti e bassi quella del montenegrino, anche se in più di un’occasione ha dimostrato di poter essere davvero molto utile alla causa biancoceleste. Ultimamente non è stato considerato all’altezza di poter occupare la fascia destra anche a causa dei problemi fisici, ma con la grande prestazione di Bologna ha fatto ricredere la maggior parte dei critici. VOTO: 6,5

Danilo CATALDI: Il figliol prodigo è tornato a casa. Dopo alcuni prestiti, il classe ’94 cresciuto nel vivaio capitolino ha fatto ritorno a Roma tra lo scetticismo generale. Ma le sue prestazioni in campo hanno dimostrato il contrario: corsa, grinta e personalità hanno fatto vedere un Cataldi maturato sia calcisticamente che umanamente. Il gran gol segnato contro la Spal all’Olimpico ha suggellato nuovamente il suo rapporto con il popolo biancoceleste, per un ragazzo dalla profonda fede laziale non si poteva chiedere di meglio. VOTO: 6,5

Milan BADELJ: Corteggiato da molti club italiani, Badelj è stato acquistato quest’estate dalla Lazio a parametro zero. L’ex Fiorentina è un giocatore dotato di una grande intelligenza tattica, e si è ben comportato ogni qual volta venisse chiamato in causa. Vice campione del mondo con la Croazia, è un centrocampista dotato di corsa, progressione e potenza, ed è molto abile negli inserimenti nell’area avversaria e nei passaggi filtranti con il quale riesce ad effettuare molti assist. Senza ombra di dubbio un ottimo acquisto. VOTO: 6,5

Sergej MILINKOVIC-SAVIC: Una prima parte dell’anno stratosferica per il Sergente che è stato uno dei protagonisti indiscussi della scorsa stagione. I numeri parlano per lui: 12 gol in campionato e due in Europa League. Un’estate trascorsa da protagonista con i più grandi club europei che hanno fatto a gara per strapparlo alla Lazio. Poi il Mondiale e l’inizio della stagione più difficile da quando è alla Lazio. In alcune gare totalmente impalpabile ma Simone Inzaghi ha saputo aspettare e dopo il gol liberazione contro il Cagliari il serbo sembra essere tornato, per la gioia della Lazio e dei laziali. VOTO: 7

Luca CRECCO: Impossibile dare un giudizio poiché nel 2018 Luca Crecco non ha dato nessun contributo alla Lazio. Negativa la sua esperienza con la maglia biancoceleste, non è mai sceso in campo. Ha giocato qualche partita con la Primavera a marzo e ad aprile. Ad agosto dopo ben 13 anni di Lazio, passati dalle giovanili fino alla Prima Squadra, ha salutato Formello per ritrovare la giusta continuità a Pescara. Una piazza che ha fortemente creduto in lui avendolo preso a titolo definitivo. VOTO: S.V. 

Alessandro MURGIA: Nell’ultima parte della scorsa stagione colleziona due apparizioni in Europa League e 11 in campionato. Molto meno impiegato nella stagione in corso: per il centrocampista classe 1996 appena 8 minuti in Serie A (contro il Frosinone) e 3 partite da titolare in Europa League. Nel complesso, le sue prestazioni sono sempre sufficienti, ma, in attesa di maggior fiducia, poteva dare di più. VOTO: 5,5

Davide DI GENNARO: La grande concorrenza e problemi muscolari fermano il centrocampista che nell’anno solare colleziona un’unica presenza in campo (di 3 minuti) nella gara stravinta sulla Sampdoria ad aprile. Una presenza anche con la Primavera (con gol) a marzo contro la Juventus. In estate si trasferisce in prestito alla Salernitana, ma sul finire dell’anno è ancora colpito da alcuni infortuni che lo bloccano da novembre in poi. Non fortunato. VOTO: S.V.

ATTACCANTI

Ciro IMMOBILE: La Lazio l’aveva desiderato. In tante occasioni in passato si era palesata la necessità di avere un vero bomber, un cecchino capace di mettere la palla in rete con estrema facilità, anche quando la porta appariva stregata. Ciro Immobile è stata la risposta a tutte queste richieste. Capocannoniere dell’ultimo campionato di Serie A, i suoi numeri parlano da soli. Da luglio 2016 in maglia biancoceleste, si è imposto da subito come leader della squadra. In questa prima parte di stagione ha preso per mano i compagni in un momento di forte difficoltà, rendendosi autore di ben 11 centri tra campionato ed Europa League. L’ultimo ad arrendersi, corre, segna e serve assist di gran pregio ai compagni. Non ha mai dimostrato superiorità, superficialità, leziosità: l’arma di ‘Re Ciro’ è l’umiltà. I laziali non avrebbero potuto desiderare di meglio. VOTO: 9

Carlos Joaquin CORREA: Estro e dribbling. Un carattere duro che fa da contraltare al viso pulito. Correa ha stregato tutti nel giro di pochi mesi. In coppia con Luis Alberto o alle spalle di Immobile, riesce sempre a fare la differenza. Come una boccata d’aria fresca. L’intesa coi compagni cresce di partita in partita, così come la fiducia di Inzaghi. El Tucu sta scalando le gerarchie, guadagnando sempre più spazio nelle scelte del mister: una crescita inarrestabile. Ha ancora molto da mostrare e la sensazione è che farà ancora divertire. VOTO: 7

Pedro NETO: Considerato uno dei talenti emergenti del calcio lusitano, Neto è arrivato nella Capitale in pompa magna. Il millenial ex Braga non ha visto mai il campo con la prima squadra, ma è utilizzato molto spesso da mister Bonacina con la Primavera biancoceleste. Le sue qualità sono indiscutibili, lo ha fatto vedere con la maglia della Nazionale portoghese U19 con cui ha segnato reti a dir poco spettacolari. A Formello cullano i talenti del futuro. VOTO: 6 (per il futuro). 

Felipe CAICEDO: L’ecuadoriano lo scorso anno ha deluso le aspettative, lui doveva essere il vice di Immobile, ma soprattutto nel finale della passata stagione non è stato incisivo quanto avrebbe dovuto. Un bottino di sei reti ( 3 in campionato e 3 in Europa League), troppo poco. In estate sembrava dover partire e invece la società gli ha dato ancora fiducia subito ripagata all’inizio di questa stagione in cui ha totalizzato 2 reti (1 in campionato e 1 in Europa League). VOTO: 6

Alessandro ROSSI: Ha trascorso la prima parte del 2018 alla Salernitana. A giugno è tornato alla Lazio. Ha partecipato al ritiro di Auronzo dove si è fatto notare con ben 10 reti siglate e prestazioni al di sopra delle aspettative. Sembrava pronto a lasciare di nuovo la squadra in prestito, c’era un accordo con gli svizzeri del Lucerna, ma all’ultimo Lotito bloccò tutto. E la decisione di farlo rimanere alla Lazio alle spalle di Immobile e Caicedo. Sicuramente le attese di Alessandro erano altre: in questi quattro mesi non è mai sceso in campo in campionato. Le uniche partite giocate sono state in Europa League contro Apollon ed Eintracht Francoforte: due spezzoni di gara per un totale di quarantacinque minuti giocati. Con l’anno nuovo sicuramente andrà via con l’obiettivo di ritornare di nuovo ad Auronzo la prossima estate e conquistare, questa volta, un posto in Prima Squadra.
VOTO: 6

Luis NANI: Esperienza e qualità non sono bastate per diventare protagonista. Il portoghese, impiegato col contagocce, non è riuscito ad incidere negli spazi concessi. Prestazioni a corrente alternata che – nonostante i lampi di gioco iluminanti – hanno deluso le aspettative dei tanti. VOTO: 5

SOCIETA’

Simone INZAGHI: Una prima parte del 2018 ricca di soddisfazioni per il tecnico biancoceleste. La squadra girava una bellezza: tanti, anzi tantissimi gol e un gioco che ha fatto innamorare tifosi e addetti ai lavori. Ha recuperato giocatori che sembravano ormai persi e ha regalato emozioni indescrivibili. Purtroppo, però, nei momenti più importanti della stagione qualcosa (e la squadra) è venuta meno. Non si può non ricordare la clamorosa notte di Salisburgo e lo spareggio Champions contro l’Inter. Due match che hanno segnato in negativo la stagione biancoceleste e quella di Inzaghi. Qualche colpa anche sulla gestione di Felipe Anderson, forse il brasiliano andava trattato diversamente, visto che oggi poteva ancora dare il suo contributo a questa Lazio. Male anche la gestione di de Vrij, che non andava schierato dal primo minuto in quella maledetta notte all’Olimpico. La nuova stagione non è cominciata nel migliore dei modi: i big che non davano il massimo, problemi all’interno dello spogliatoio e i risultati con le grandi che continuano a non arrivare. Nelle ultime settimane però qualcosa è cambiato e a tratti si è rivista la Lazio della prima parte del 2018. I tifosi ci credono, Inzaghi ci crede, ma se si vuole conquistare una qualificazione in Champions non si possono commettere altri errori. VOTO: 6,5

Igli TARE: Si conferma uno dei migliori ds in Europa. Si perfeziona anno dopo anno e sbaglia pochissime mosse. E’ riuscito a trattenere Milinkovic-Savic rifiutando offerte che avrebbero potuto far vacillare chiunque. Non ha colpe sulla cessione di Felipe Anderson, visto che il brasiliano aveva chiesto di andar via. Alla fine è riuscito a monetizzare il più possibile con il West Ham. I colpi di questo 2018 sono sicuramente Francesco Acerbi e Correa, che stanno regalando tante soddisfazioni ai tifosi e hanno fatto dimenticare in fretta sia de Vrij che Felipe. E’ sempre in prima linea a difendere squadra e allenatore. E’ la vera anima di questa Lazio. VOTO 8

Angelo PERUZZI: Forse in pochi avrebbero scommesso su una permanenza così lunga di Peruzzi nella Capitale. Ma Angelone è ancora qui, perchè ormai è diventato una figura fondamentale per squadra e dirigenza. Difficilmente adesso Inzaghi, Tare e Lotito potranno fare a meno di lui. Parla poco (anzi pochissimo), si vede ancora di meno, ma il suo è un lavoro “sporco”, che fino a questo momento sta portando i suoi frutti. E’ diventato un punto di riferimento per tutti e continuerà ad esserlo ancora per tanto tempo. VOTO: 7,5

Claudio LOTITO: Il presidente è sempre il presidente. Negli ultimi anni però il patron biancoceleste (visti anche i tanti impegni) è uscito un po’ fuori dalla scena. Il suo apporto è sempre fondamentale nei momenti di difficolta della squadra. Forse ancora una volta l’unica sua colpa è sul fronte mercato. Manca ancora quel pizzico di coraggio e soprattutto quel investimento per il tanto atteso saltò di qualità. Dalla cessione di Felipe Anderson sono arrivati quasi 45 milioni di euro, ma solo una parte di quella somma è stata riutilizzata. Non  ha gestito in modo perfetto neanche il caso de Vrij. Il rinnovo dell’olandese andava perfezionato molto tempo prima e invece alla fine è arrivata la firma con l’Inter e una qualificazione in Champions persa all’ultima giornata. Certo, si può sempre migliorare e imparare dai propri errori, ma se questa Lazio vuole ambire ad obiettivi prestigiosi c’è bisogno di uno sforzo in più. VOTO: 6

Hanno collaborato: il nostro direttore Francesco Ponticiello, Rocco Fabio Musolino, Lavinia Labella, Elena Bravetti, Jessica Reatini, Luca Palmieri, Marco Da Pozzo, Pierfrancesco Profili e Francesco Saverio Petito.

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