Calabresi: «Prevedo un pari. Milinkovic? Non era giallo, ma da romanista...»
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Calabresi: «Prevedo un pari. Milinkovic? Non era giallo, ma da romanista…»

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L’attore e tifoso della Roma Paolo Calabresi ha detto la sua sul derby della Capitale che andrà in scena oggi pomeriggio

L’attore e tifoso della Roma Paolo Calabresi ha detto la sua sul derby della Capitale che andrà in scena oggi pomeriggio. Queste le sue parole, rilasciate ai microfoni de La Gazzetta dello Sport.

TIFO – «Ho appena finito di girare il thriller La successione di Federica Biondi, quindi alle 18 sarò allo stadio, anche se l’ultima volta non è andata bene. Era Roma-Napoli, quando il club ha invitato tre-quattro di noi in occasione della prima di Boris 4 . Ed è finita com’è finita. Io tifoso mite? Quanno mai? Non sono mai stato sfiorato da quest’ecumenismo. È cambiato qualcosa da quando mio figlio Arturo è diventato un giocatore professionista. Ecco lì ho cominciato a vedere il calcio con occhi diversi. Certo, quando gioca la Roma qualcosa succede».

PARTITA – «Come arrivano le squadre? Per me arrivano stanche, anche se con una stanchezza diversa. Quella della Lazio è forse più psicologica, avrà più paura,  perché con le sconfitte si perde sicurezza. La Roma invece è galvanizzata, ma forse fisicamente più affaticata. Da noi gli infortuni sono stati pesanti. La squadra  era stata costruita per giocare con un perno centrale come Wijnaldum, forse tatticamente ancora più importante di un finalizzatore straordinario come Dybala. Poi la Roma, più della Lazio, si basa sulle capacità dei singoli, quindi certe assenze pesano. Tanto questi ragionamenti per un derby sono totalmente inutili, può succedere di tutto. Ho visto cose che voi umani…».

SINGOLI E RICORDI – «Il giallo a Milinkovic? Non c’era, ma certe volte vedere delle piccole ingiustizie a danno della Lazio te fa gode’ ancora de più. Se devo dire qualcuno che deciderà la partita, dico Lollo Pellegrini, anche se il derby dei romani è sempre un terno al lotto. Il derby che ricordo meglio? Il primo che ricordo visivamente allo stadio, nel 1975, avevo 11 anni: 1-0 gol di Pierino Prati. Poi sono affezionato a un derby dell’anno dello scudetto. Era il periodo in cui mi introducevo negli stadi fingendo di essere qualcun altro, tipo Nicholas Cage in Milan-Roma. Quella volta venni invitato dalla Lazio in quanto Cerimoniere del Principato di Monaco, carica inesistente peraltro. Vincemmo 1-0 con quello che mi piace definire il gol di Paolo Negro. Stavolta finirà 1-1, un classicone. Io non sarei contento. Se dovesse vincere la Roma  non urinerò per una settimana, come diceva Mariano nel secondo Boris…».

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