Delio Rossi sulla Lazio: «C'è un aspetto che manca. Il derby...»
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Delio Rossi sulla Lazio: «C’è un aspetto che manca. Derby? dico questo»

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Delio Rossi, ex tecnico della Lazio, ha analizzato il momento dei biancocelesti in vista del derby: le sue dichiarazioni

Ospite a Radiosei, Delio Rossi ha parlato così del momento della Lazio:

«Vedo una squadra che sta cercando di fare. Non vedo supponenza e sufficienza ma sta facendo fatica negli interpreti più importanti, tolto Luis Alberto. Quelli che l’anno scorso hanno fatto la differenza, stanno rendendo sotto le loro possibilità o forse la passata stagione sono andati sopra. Mi riferisco anche a Immobile che è un giocatore che deve star bene per prima cosa dal punto di vista fisico. La squadra non è intensa per tutta la gara. Giocando senza sovrapposizioni dei terzini, devi avere la capacità sugli esterni di andare uno contro uno altrimenti diventi piatto. La Lazio pecca un po’ di personalità in qualche interprete. Manca anche un po’ un’altra cosa: vedo squadre che ogni tanto vanno fuori registro, un calcione in più o un’incazzatura in più. Per la Lazio che se la partita non si mette in una certa maniera va avanti sempre lo stesso tran-tran. Ogni tanto serve qualcuno che fa qualcosa di strampalato per svegliare la squadra, un’entrata fuori tempo. La mia sensazione è che se non arriva un episodio favorevole la partita si incanala in una certa direzione. Si fidano molto del loro modo di giocare e fanno leva solo su questa. Quando le cose non vanno bisogna affidarsi a qualcun altro. Stanno mancando le varianti allo spartito principale. L’anno scorso c’era l’alternativa palla alta su Milinkovic con la quale tagliavi fuori tre linee ma mi sembra troppo riduttivo pensare che ha fatto così bene solo per questo. La rosa quest’anno è più competitiva rispetto all’anno scorso. La Lazio fa meglio nelle partite dove giochi e ti fanno giocare, quando giochi più di rimessa per capirci. Questo capita soprattutto con le grandi squadre, con le piccole devi farla tu la partita. Derby? La Roma è come la Fiorentina, ti devi fare il segno della croce, non sai che giornata sarà. Possono fare una grande partita o meno. La Roma non ha uno spartito ma ha interpreti importanti, il Feyenoord al contrario invece. Allenatore passionale? Non lo so. È una questione di credibilità e di come ti vedono i giocatori nello spogliatoio. Lasciate perdere le corse sotto la curva, questo fa parte del mio modo di essere. A volte sembravo il fratello scemo di un allenatore serio e per questo non alleno più. Nello spogliatoio l’allenatore ha tutti gli occhi addosso e ogni cosa che dice ha un valore. Ti accorgi di non essere più credibile quando non ti guardando più con gli stessi occhi. Questa è la cosa più importante».

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