Brocchi ribadisce: "Sono tranquillo, a Bazzani ho dato solo maglie e biglietti" - Lazio News 24
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2013

Brocchi ribadisce: “Sono tranquillo, a Bazzani ho dato solo maglie e biglietti”

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Nel giorno in cui è arrivato lo sfogo televisivo di Stefano Mauri, implicato da tempo nell’inchiesta sul calcioscommesse, anche uno dei nuovi indagati, l’ex laziale Cristian Brocchi ha rilasciato un’intervista a Tikitaka, la trasmissione condotta da Pierluigi Pardo in onda su Mediaset. Brocchi si è ancora una volta dichiarato estraneo alla vicenda e ha provato a chiarire la natura del suo rapporto con uno dei quattro arrestati.

Come stai vivendo queste giornate? Sei sereno?
“La serenità non è mai mancata. Certo quando ti succede qualcosa di così inaspettato alle 6 della mattina, qualcosa provi. É qualcosa di forte, di duro da sopportare. Non ero a casa, ho cercato di capire cosa stava succedendo, e una volta appreso di cosa si trattasse mi sono tranquillizzato” Da cosa dipende la tua tranquillità? “Ho capito subito che si potessero riferire quel genere di discorso, due più due fa quattro…”
Chi è Bazzani, detto il ‘Civ’?
“Io non so spiegarti chi è il personaggio in questione, io so spiegarti la persona che conosco da anni. Una persona normale, che non ha mai mostrato nulla di sospetto, mi ha chiesto dei biglietti e ci siamo salutati fuori dallo stadio. Non mi ha mai mancato di rispetto in alcun modo. L’unica cosa che posso dire è che non mi ha mai mancato di rispetto a differenza di motli che hanno parlato questi giorni”.

Avete avuto dei contatti, giusto?
“Abbiamo avuto dei contatti, non lo nego e non ho nessun problema ad ammetterlo. Non vedo l’ora che gli chiedano del suo rapporto tra di noi: in 15 anni di carriera gli ho regalato biglietti e maglie. Sapete quanti biglietti e maglie ho regalato nella mia carriera anche a persone che non conoscevo? Non vedo il problema. Se lui ha fatto qualcosa di sbagliato, come posso saperlo? Io posso dire quello che lui ha detto a me. Mi chiamava ogni tanto per i biglietti di partite importanti a cui voleva andare, ma ci sono anche volte in cui gli ho detto di no. Credo sia normale avere dei contatti. Per un biglietto si possono scambiare molti sms”.

Ti interroghi sulle frequentazioni casuali di persone che a volte si conoscono poco?
“É difficile per noi ricordare i biglietti regalati e le persone ai cui li abbiamo dati. Ho dato biglietti alle persone più disparate. Fa parte del nostro mondo. Se poi vogliamo dire che i messaggi e le telefonate sono in concomitanza delle partite, come ho avuto rapporti con lui e dato biglietti a lui è paragonabile al rapporto con centinaia di persone nella mia carriera. Secondo molti che ho sentito non dovremmo regalare più biglietti. Io sono sempre stato rispettato nella mia carriera, e quando me ne sono andato ho sempre lasciato rammarico. Prima di tutti è stato valutato il Brocchi uomo, poi il calciatore. Ci sono piazze in cui ho fatto bene, altre in cui ho fatto meno bene, ma tutti hanno conosciuto che persona sono. Non ho paura di questi contatti, se mi vorranno far pagare per qualcosa di assurdo non c’è problema. Se c’è qualcosa di assurdo, è che io possa aver parlato di partite con altre persone, o mi possa esser messo d’accordo. Questo va al di là dell’esser uomo”.

L’accusa sostiene che non si parlasse solo di biglietti, ma anche di cose diverse…
“Non ho neanche letto tutto quello che c’è stato scritto, però un giorno ho visto una mia telefonato su un sito. Valutiamo tutto se proprio dobbiamo, ho massimo rispetto per quelli che lavorano in questo caso. Io voglio un calcio pulito. Ho iniziato a giocare a pallone quando avevo cinque anni, adesso iniziano i miei figli. Da cinque mesi lavoro con i ragazzi: la prima cosa che ho fatto è stato insegnargli dei valori. In una mia telefonata si sente chiaramente che mi chiede dei biglietti, non c’è nulla di strano, nessuna parola, c’è solo una richiesta di biglietti a cui ho detto ok. C’è una richiesta di visitare il centro di Formello, io stando alle regole societarie ho detto che bisognava avere l’ok”.

Quale pena dovrebbe esserci secondo te per chi venisse scoperto a manovrare le partite? “Penso che la pena per chi commette questo tipo di illeciti l’abbiano già trovata. É giusto che ognuno si occupi del suo lavoro. É giusto che chi ha sbagliato paghi, come è giusto che chi non ha fatto nulla non venga infangato”.

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