Trentasei anni fa moriva Vincenzo Paparelli. Il figlio Gabriele: "Roma ti ricorda ancora" - Lazio News 24
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2015

Trentasei anni fa moriva Vincenzo Paparelli. Il figlio Gabriele: “Roma ti ricorda ancora”

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AGGIORNAMENTO ORE 11.30 – Gabriele Paparelli è intervenuto ai microfoni di RadioSei nel giorno del trentaseiesimo anniversario dalla morte del papà Vincenzo: “Bisogna andare allo stadio per tifare e divertirsi, il Calcio è la cosa più bella del mondo. Non è più lo stadio di una volta. Prima c’erano i muretti di marmo, mi portavo il pallone e giocavo con altri bambini. Facevo nuove amicizie, non vedevo l’ora di andare allo stadio per trovare i miei compagni di gioco. Ora credo che non si possa più fare. Si andava liberamente in tutto lo stadio. Poi lo sfottò non deve mai mancare, anche mio padre era uno che si divertiva a giocare una scommessa, o prendere in giro i suoi amici romanisti. Sono molte le persone che ancora oggi incontro, e mi dicono che da quel giorno di 36 anni non entrano più allo stadio. E’ rimasta una pagina di cronaca nera indelebile. E’ doloroso ricordare, ma io mi espongo perché bisogna capire che allo stadio si deve andare per tifare. Poi, purtroppo c’è chi prende decisioni troppo drastiche. Dividere una curva a metà vuol dire spezzare il cuore a un tifoso. Spero che almeno una persona su cento riesca a capire che la violenza non deve far parte di questo mondo. Il calcio è lo sport più bello del mondo, perché rovinarlo. Questa mattina sono state trovate altre scritte, zona Eur, mi ricordo l’anno scorso un video postato sul web con cori un po’ stupidi. Bisogna smetterla. Allo stadio si va per tifare la propria squadra e divertirsi. Io ho vissuto una tragedia immane, già da bambino, quando ho dovuto capire l’accaduto e tutte le sue conseguenze. Ma ringrazio di cuore tutti, perché non mi è mai mancato il sostegno, ancora oggi. Sono più anni che ho perdonato chi ha fatto quel gesto, il perdono è importante, ma bisogna andare allo stadio con la testa!”

 

Trentasei anni fa una delle pagine più nere del calcio romano per quanto riguarda il tifo. E’ il 28 ottobre 1979, in scena all’Olimpico il derby della Capitale, in Curva Nord ci sono Vincenzo Paparelli e sua moglie a tifare come sempre per la loro Lazio. La vita di Vincenzo viene spezzata così, da un razzo lanciato direttamente dalla Curva Sud che lo colpisce ad un occhio. Inutili i tentativi di soccorso, Vincenzo muore a soli 33 anni e lascia sua moglie e suo figlio, all’epoca ancora un bambino. In tanti negli anni hanno provato ad infangare il suo ricordo che però vive ed è impresso nel cuore di tutti. Proprio il figlio Gabriele nella giornata di oggi ha voluto affidare alla sua pagina Facebook il suo ricordo per il papà: “Un bacio al cielo Papà. Sono passati 36 lunghi anni ma la città di Roma ti ricorda ancora. Grazie di cuore a tutti”. Anche la società biancoceleste ha voluto ricordare Vincenzo attraverso un comunicato ufficiale: “La S.S. Lazio, nel 36° anniversario della scomparsa, ricorda Vincenzo Paparelli, scomparso tragicamente il 28 ottobre del 1979 durante un derby. La S.S. Lazio rinnova a Gabriele Paparelli e alla sua famiglia il proprio cordoglio”.

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