Stefano Andreotti: "Io tifoso della Lazio grazie ad un cugino. Il ricordo più bello? I due scudetti!" - Lazio News 24
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2014

Stefano Andreotti: “Io tifoso della Lazio grazie ad un cugino. Il ricordo più bello? I due scudetti!”

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È intervenuto in esclusiva ai microfoni della trasmissione “I Laziali Sono Qua” Stefano Andreotti, figlio di Giulio Andreotti, grande tifoso della Lazio.

Buongiorno Stefano, la prima domanda che vorremmo farle è questa. E’ vero che Giulio Andreotti è della Lazio e va anche in trasferta?

“Si è vero. Mio figlio porta il nome del nonno, è laziale dalla nascita come me e da circa tre anni andiamo sempre insieme allo stadio, anche in trasferta”

Suo padre era un tifoso, o per meglio dire, un forte simpatizzante della Roma. Come mai lei è della Lazio?

“Lo devo ad un mio cugino. Ho iniziato ad andare allo stadio a quattro anni, ora ne ho 62. Diciamo che qualche Lazio l’ho vissuta (ride, ndr)”

A quale momento della storia della Lazio è più legato?

“Ai due scudetti, quello del 1974 l’ho vissuto da solo, quello del 2000 insieme a mio figlio. Ovviamente sempre allo stadio”

Come ha vissuto il 26 maggio del 2013? 

“Con grande esaltazione, penso che sia stata una di quelle partite che tutti i laziali hanno sempre sognato da piccoli. Ricordo la gioia con mio figlio allo stadio, eravamo nel settore Distinti. Ha veramente un bel rapporto con lo stadio… Assolutamente. In casa non mi sono mai perso una partita e quando posso vado anche in trasferta. Tanto per dire, ero con mio figlio la settimana scorsa ad Empoli. Ma sono andato anche quando allo stadio eravamo solamente 1.000 persone. Ricordo un Lazio-Reggiana sotto Pasqua con la Lazio in Serie B…”

E’ vero che suo padre aiutò la Lazio nel periodo più buio degli anni ’80? Mi riferisco all’ingresso in società di Bocchi e Calleri…

“Sì, mio padre era sempre molto attento a quello che accadeva in città. Conosceva Bocchi personalmente e forse, anche per amore di suo figlio, riuscì ad evitare che la Lazio facesse una brutta fine. Vorrei riallacciarmi a questo per dire all’attuale presidente che, come Bocchi e Calleri risanarono la società e la lasciarono in mani più solide, sarebbe giusto che anche lui facesse altrettanto”.

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