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Wilson piange la scomparsa di Pulici: «Era come un fratello, viveva la Lazio come se gli appartenesse»

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Il pensiero dell’amico ed ex compagno Pino Wilson su Felice Pulici

Il mondo Lazio è in lutto per la scomparsa di Felice Pulici. Dopo aver combattuto contro una lunga malattia, il portiere del primo Scudetto non ce l’ha fatta: sabato prossimo avrebbe compiuto 73 anni. Domani, alle 14 alla chiesa del Cristo Re, in viale Mazzini, migliaia di persone saluteranno un uomo che ha fatto la storia del club biancoceleste. «Noi siamo davvero una grande famiglia, non di sangue ma di fatto. – Esordisce Pino Wilson al ‘Corriere della Sera’ – Se ne va un grande uomo, per noi come un fratello, più di un amico. Purtroppo siamo stati messi a dura prova in tutti questi anni, ma soprattutto nell’ultimo periodo. Soltanto tre mesi fa ci ha lasciati Mario Facco, e adesso Felice. Speravamo in un attimo di tregua». Il capitano della banda Maestrelli risponde poi ad altre domande in merito.

Wilson, il primo ricordo di Pulici che le viene in mente?
«In campo sarebbero tantissimi. Ma ne scelgo uno recente: l’aver avuto Felice, come tutti gli altri compagni di squadra, alla festa per il mio settantesimo compleanno».

Cosa perde la Lazio con la sua scomparsa?
«Un grande pezzo della sua storia, uno che ha contribuito in modo determinante alla vittoria del primo scudetto e uno che è sempre stato affettivamente legato a questa società come se gli appartenesse. Un sentimento che ci accomuna, avere la Lazio dentro di noi».

Negli ultimi anni, si era occupato con grande dedizione anche dei non udenti.
«E questo fa capire che tipo di persona fosse. Ha sempre cercato di proporsi nel modo migliore anche nei confronti di questa squadra, senza trarre alcun vantaggio personale da questa iniziativa. Ci ha messo del suo con spontaneità: esattamente il suo modo di essere».

La Lazio, stasera, può ricordarlo.
«Me lo auguro, ma non è soltanto una cosa di una partita. Vorrei che tutti i giocatori sapessero chi era Felice».

Inzaghi lo conosceva bene…
«Simone è da una vita alla Lazio e sa benissimo chi è stato Felice Pulici. E saprebbe benissimo cosa rispondere a ogni giocatore che gli facesse una domanda sul valore dell’uomo. Per gli altri, e per la storia di questa società».

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