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Lazio in Champions: analisi della stagione biancoceleste nella competizione

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La Lazio ha iniziato la propria esperienza in Champions League nella stagione 2023/2024 sotto i migliori auspici: di fatto, la rosa biancoceleste era rimasta la stessa dall’annata precedente, chiusa al secondo posto dietro al Napoli trionfatore. L’unica defezione è stata quella di Sergej Milinkovic-Savic, che ha accettato le sirene arabe della Saudi Pro League. L’assenza del centrocampista si è però rivelata cruciale per l’annata biancoceleste, disputata ben al di sotto dei livelli dello scorso anno. Un rendimento tale da mettere con le spalle al muro il tecnico Maurizio Sarri, che solo pochi mesi prima aveva giurato amore eterno alla formazione del patron Claudio Lotito. L’ex tecnico juventino ha così salutato Formello cedendo il posto a Igor Tudor, pronto ad iniziare un nuovo ciclo. Difficilmente, però, questo implicherà una nuova annata in Champions League, vista l’attuale situazione di classifica dei biancocelesti.

Nella stagione attualmente in corso, la formazione all’epoca guidata da Sarri è uscita dalla massima competizione europea dopo il doppio scontro con il Bayern Monaco, partite valide per gli ottavi di finale. Prima della partita delle Aquile contro i bavaresi, i pronostici e le cifre delle scommesse sportive online indicavano la formazione di Sarri come ampiamente sfavorita. Eppure, nella sfida d’andata, disputata tra le mura amiche dell’Olimpico, i biancocelesti sono riusciti a spuntarla per 1 a 0 grazie al gol (su rigore) di Ciro Immobile. I bavaresi, inoltre, sono stati in 10 uomini per l’ultima mezz’ora di gioco, dopo l’espulsione di Dayot Upamecano per rosso diretto. Le statistiche della sfida dimostrano un netto possesso palla in favore di Harry Kane e compagni (61% contro 39%), ma la solidità biancoceleste ha fatto la differenza. Lo stesso però non è avvenuto all’Allianz Arena, nella sfida di ritorno. Identiche le percentuali relative al possesso palla, ma osservando i dati relativi alle conclusioni si comprende come si sia giocato, di fatto, a una porta sola: 24 a 5 per i bavaresi. Al termine dei novanta minuti di gioco il risultato finale è stato 3 a 0: decisiva la doppietta di Kane per ribaltare l’andata e infine il sigillo di Thomas Muller a chiudere definitivamente i conti.

L’approdo agli ottavi di finale era avvenuto al termine di una fase a gironi disputata su buoni livelli, complice un gruppo (E) tutt’altro che impossibile. L’avversario più ostico è certamente stato l’Atletico Madrid, arrivato al primo posto del girone e in seguito capace di eliminare l’Inter di Simone Inzaghi agli ottavi di finale. Le altre due compagini del gruppo erano Feyenoord e Celtic, con una rosa sulla carta inferiore a quella di Immobile e compagni. Uno dei due passi falsi nel girone è però arrivato proprio contro gli olandesi, vincitori per 3 a 1 nella terza giornata del gruppo. Il secondo ko nel girone è arrivato nella sfida di ritorno contro i Colchoneros (persa per 2 a 0), quando però la qualificazione agli ottavi di finale era già blindata. Il passaggio del turno era considerato l’obiettivo minimo stagionale per i biancocelesti e così è stato: di certo un avversario meno ostico dei bavaresi avrebbe potuto far proseguire il cammino delle Aquile, anche se nel complesso la loro stagione è da dimenticare. 

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