Gravina: «Serie A senza giovani e infrastrutture e sull'indice di liquidità...»
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Gravina: «Serie A senza giovani e infrastrutture e sull’indice di liquidità…»

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Gabriele Gravina, presidente della FIGC, ha parlato in una lunga intervista a Tuttosport. Le sue dichiarazioni

abriele Gravina ha parlato in una lunga intervista a Tuttosport.

SERIE A INDIETRO – «Manca la visione di sistema che hanno in Premier, anche, in Bundesliga. Per limitarci al campionato inglese, per esempio, basti ricordare che la Premier elargisce molti soldi di mutualità alle leghe minori, ma lo fa affinché lavorino per lei attraverso la formazione dei giovani. Senza dimenticare che i club inglesi sono soggetti a molti vincoli e controlli sul rispetto delle norme e dei tetti di spesa: non è un luogo selvaggio dove si guarda solo al profitto, soprattutto quello immediato legato al risultato sportivo. Da noi, invece, mancano drammaticamente gli investimenti sugli unici due asset fondamentali che rappresentano i veri patrimoni delle società di calcio: giovani e infrastrutture».

RIFORME – «Se a certi presidenti questa situazione sta bene e fa pure gioco, il mio ruolo mi impone di agire. Io non pensavo che il calcio italiano fosse guarito con la vittoria dell’Europeo, che pure mi ha reso enormemente felice; così come penso che sia finito con il fallimento alle qualificazioni mondiali, che certo mi addolora, e per questo ho sottoscritto con Mancini un contratto di sei anni: per impostare un progetto. Ciò invece che mi preoccupa molto, nel mio ruolo, è la sostenibilità del sistema di cui devo essere garante. Per conseguirla l’unico modo è abolire il diritto di veto. Non è ammissibile che una sola Lega possa bloccare tutto: se non ci sarà un accordo, convocherò un assembra straordinaria per togliere il diritto di veto».

INDICE DI LIQUIDITÀ – «Nessuna accelerazione da parte nostra: ne parliamo da tempo. E poi, siamo seri: nelle aziende medice si è a uno stato pre-fallimentare con un indice di 1,4 e mi risulta che il calcio sia un’azienda. Le affermazioni sull’ingerenza, invece, sono insostenibili giuridicamente prima ancora che politicamente; una legge dello Stato delega al Coni, che a sua volta demanda ale Federazioni la vigilanza sulla sostenibilità dei club e la funzione regolatrice del sistema. Del resto è la FIGC a controllare ce vengano rispettati i parametri per le iscrizioni ai campionati, non qualcun’altro».

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