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Serpieri ricorda il periodo alla Lazio: «Inzaghi? Come un fratello maggiore, ecco perché»

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Serpieri ricorda il periodo alla Lazio: «Inzaghi? Come un fratello maggiore, ecco perché». Le parole dell’ex Primavera

Intervenuto ai microfoni di Calciomercato.com, l’ex Lazio Riccardo Serpieri ha ricordato il suo periodo in biancoceleste. Queste le sue parole:

PAROLE – «La mia carriera? In due anni mi sono rotto due volte il crociato e due volte il menisco, mi sento di dire che nella vita serve anche fortuna. Io ce l’ho messa tutta, probabilmente c’è da dire che forse non ero all’altezza. Ma la vita va avanti. Scudetto dell’Inter? Non nascondo che sono interista, quindi mi fa piacere sia per lui che per me. Inzaghi se lo merita, è una bravissima persona e ho tanti bei ricordi con lui. Alla Lazio era una persona empatica che entrava in confidenza con i giocatori e riusciva a tirare fuori il 100% da tutti. Un grande gestore. In allenamento si divertiva, faceva le partitelle insieme a noi e quando non vinceva rosicava anche un po’. Noi lo stuzzicavamo perché c’era confidenza, ci faceva ridere il modo in cui parla: ha questo vocione con accento veneto, ricordo che Lombardi lo imitava molto bene.

Io ero il suo capitano, mi chiedeva se c’era qualcosa che non andava nel gruppo, un consiglio o un parere su come vedevo i compagni. Avevamo una bella squadra, venivamo dallo scudetto dell’anno prima anche se purtroppo in quella stagione abbiamo perso la finale scudetto contro il Torino di Longo. Il ricordo più bello? La Coppa Italia vinta contro la Fiorentina, ma in generale l’esperienza con Inzaghi è stata positiva sotto ogni punto di vista. Lo vedevo come un fratello maggiore.

Nel 2014 abbiamo partecipato al Torneo di Viareggio (vinto dal Milan di Pippo Inzaghi, ndr), prima che iniziasse la competizione Inzaghi mi disse che se avessimo vinto mi avrebbe regalato un Porsche Cayenne. È stato un piacere avere un allenatore come lui. Anche quando mi sono fatto male mi è sempre stato vicino con una telefonata e una parola di conforto che non è mai scontata e fa sempre bene. Quest’anno non ci siamo sentiti, non gli ho scritto neanche dopo lo scudetto per non disturbarlo. L’anno scorso gli avevo chiesto se poteva aiutarmi per prendere dei biglietti per una partita di Champions e mi aveva detto che mi avrebbe dato una mano. Anche questi piccoli gesti fanno capire che persona è Simone Inzaghi».

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