Pioli e i meriti del nuovo corso biancoceleste - Lazio News 24
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2014

Pioli e i meriti del nuovo corso biancoceleste

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La Lazio, dopo l’anonima stagione scorsa, voleva ripartire e avviare un nuovo ciclo. Il ds Tare, come riporta il Corriere dello sport, era affascinato dall’idea di proporre un calcio diverso, divertente e appassionante per i tifosi, che negli ultimi mesi si erano allontanati dallo stadio Olimpico. Lui stesso, alla fine di maggio e prima ancora dell’addio di Reja, aveva parlato per primo di 4-3-3, difesa alta, calcio offensivo e divertente. Una proposta di gioco che potesse diventare in futuro il marchio distintivo della Lazio. Un primo tentativo, non riuscito, era stato fatto due anni fa con Petkovic, ma si doveva ancora chiudere il ciclo avviato da Reja per aprirne uno nuovo, con altri giocatori, con caratteristiche fisiche e tecniche differenti. Ci voleva un cambio radicale di mentalità all’interno del campo e nello spogliatoio. Era indispensabile trovare un allenatore che rispondesse a certi criteri e fosse pronto a calarsi con entusiasmo in un’avventura non facile. Non sapendo come finirà il campionato, oggi si può affermare che un primo risultato la Lazio lo ha raggiunto. Il popolo biancoceleste sta tornando ad affollare l’Olimpico, ma soprattutto ha ripreso a divertirsi. Dalla prima giornata la squadra di Piolista giocando bene. Si vede un bel calcio. E il tecnico emiliano, in appena quattro mesi, ha percorso un bel pezzo di strada. Ha già trasformato la mentalità della Lazio. Non è facile trovare nel campionato italiano squadre disposte a pressare, attaccare, recuperare palla nell’altra metà campo. Di solito tutte aspettano dietro la linea della palla per cercare soluzioni offensive attraverso le ripartenze, il moderno slogan usato per non parlare di contropiede. La Lazio, sino a pochi mesi fa, cercava di non scoprirsi e ripartiva, sfruttando gli allunghi di Lulic, Candreva e Keita. Ora propone gioco, attacca in trasferta come se giocasse in casa, e se aspetta fa arrabbiare Pioli. La Fiorentina nel confronto diretto è stata costretta a muoversi in contropiede al Franchi, a Marassi nel primo tempo con il Genoa era stato uno show. Con il Cagliari, la squadra biancoceleste ha trovato spazio per affondare e si è esaltata, ma ha impartito una lezione di tattica bloccando attraverso alcuni accorgimenti il gioco in verticale del boemo. Alla prima giornata la Lazio ne aveva presi tre dal Milan di Pippo Inzaghi, tutto difesa e contropiede, alimentando comprensibili dubbi: si potrà cambiare mentalità e attaccare così oppure i rischi di beccare gol e perdere resteranno elevati? La difesa è migliorata, l’attacco è diventato il più prolifico della serie A. Una trasformazione resa possibile dalla corsa dei centrocampisti, dalla convizione di tutti i giocatori, convinti dai risultati, come sempre accade.

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