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Peruzzi: «Quanti ricordi con la Lazio. Ecco cosa faccio oggi dopo il calcio»

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Peruzzi: «Vivere semplice mi dà gioia. Dalla Lazio al mio orto: non rimpiango nulla». Le dichiarazioni

Intervenuto ai microfoni di Vivo Azzurro TV, l’ex portiere e dirigente della Lazio, Angelo Peruzzi, ha raccontato con sincerità e umiltà alcuni dei momenti più significativi della sua carriera calcistica e della sua vita attuale. Un viaggio tra ricordi, valori semplici e l’amore per la tranquillità, lontano dai riflettori del calcio moderno.

«Non mi è mai fregato nulla di essere bravo o meno – ha dichiarato Peruzzi – volevo solo far bene. Mi dispiacevo tantissimo se sbagliavo». Dopo aver lasciato il mondo del calcio, l’ex dirigente della Lazio non ha alcun rimpianto: «Ho lasciato il mondo del calcio, non me ne pento. Sto bene così come sto, senza frenesia di dover rientrare o altro. Mi basta vivere con le cose più semplici, godendomi di più la famiglia e facendo ciò che voglio».

Oggi Peruzzi vive a Blera, il suo paese natale in provincia di Viterbo, immerso nella natura: «Vivo ancora a Blera, ma fuori dal paese, nella natura. Mi piace curare l’orto, zappare la terra: cose semplici, che mi danno gioie». Un modo di vivere autentico, che lo rende felice, lontano dalla pressione del calcio professionistico.

Ripercorrendo i suoi inizi, Peruzzi ha raccontato un curioso aneddoto: «Quando avevo dieci anni dovevamo giocare una partita di scuola, il classico sezione A contro sezione B. Non c’erano ruoli definiti, la maestra ci fece saltare dentro la porta per vedere chi riusciva a toccare la traversa: lo feci, così venni messo in porta».

Poi, un ricordo speciale per Liedholm, l’allenatore che lo lanciò nel calcio dei grandi: «Era una grandissima persona, davvero eccezionale. Faceva delle battute con atteggiamento serio, non sapevi mai se dovessi ridere o meno. Mi fece esordire a 17 anni e voleva che restassi come secondo alla Roma, nonostante l’usanza fosse mandare i giovani in Serie B. Ebbe in me una fiducia enorme».

Infine, Peruzzi ha sottolineato quanto sia stato importante il rapporto con i tifosi, soprattutto quelli della Lazio: «Ogni volta che sono tornato da ex ho ricevuto gli applausi della curva. Quando vai via e l’anno dopo vieni accolto così, è una grande gioia: vuol dire che hai lasciato un buon ricordo. Per me vale quanto vincere un trofeo».

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