Editoriale

L’ANALISI DEL GIORNO DOPO – Blackout con le big, errori arbitrali, assenze future. Si scrive “legge di Murphy”, si legge Lazio

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L’analisi di Napoli-Lazio, terminata con il risultato di 2-1. L’ennesima gara condizionata da una scellerata conduzione arbitrale

Di che parlare? Si potrebbe iniziare dicendo che la Lazio come al solito quando c’è di fronte una big, si scioglie come neve al sole. Si potrebbe dire che in 4 minuti sono stati presi due gol, dopo una prima mezz’ora in cui le cose buone si sono viste. Poi, analizzando la formazione iniziale potremmo ammettere che a questa squadra manca qualcosa. E’ bastata la squalifica di uno dei calciatori col peggior rendimento in stagione per mandare in crisi l’allenatore, che per sopperire a questa assenza ha stravolto le fasce. Con l’inserimento di Lukaku e lo spostamento di Lulic a destra, sono state depotenziate entrambe le corsie esterne: a sinistra il belga è sembrato tutto fuorché un calciatore in condizione, mentre a destra il capitano è sembrato ancora una volta un pesce fuor d’acqua; oltre a perdere Marusic quindi, è stato perso anche Lulic che a destra riesce a rendere il 20% di quanto rende a sinistra. Tutto giusto, tutto vero. Questa è la premessa lunga e doverosa, ma poi? Poi ci ritroviamo a parlare delle solite cose. Fallo di Callejon su Acerbi che guarda il pallone. Rocchi inverte la punizione e ammonisce il difensore laziale. Milik sul pallone e 2-0, tre minuti dopo il vantaggio. Sul 2-1 Acerbi interviene su Callejon colpendo il pallone, ma per l’arbitro è doppio giallo e rosso. Morale della favola la Lazio perde in un colpo solo per la Juve Luiz Felipe infortunato e Acerbi, con Radu anche lui acciaccato. Altro elemento da considerare, forse il più eclatante: Francesco Acerbi con la maglia del Sassuolo ha disputato 107 partite consecutive per un totale di 7 ammonizioni. Con la Lazio 20 gare di Serie A , 4 cartellini gialli e uno rosso. Ultima ma non in ordine d’importanza la classifica delle espulsioni con l’arbitro Rocchi: Lazio 17, Napoli, Inter e Roma 8, Torino 6, Milan e Atalanta 5. I biancocelesti col fischietto fiorentino, vantano 9 cartellini rossi in più rispetto a squadre che fanno più o meno il loro stesso cammino.  Serve aggiungere altro?

LA PARTITA – Difficile analizzare il risultato finale al netto degli ennesimi episodi, sempre decisivi. Va però sottolineato il buon approccio alla gara, per 30 minuti sostanzialmente in equilibrio, anche se i partenopei hanno creato più occasioni nitide. Poi l’errore da matita rossa di Lucas Leiva, che se avesse lo commesso qualcun’altro, tipo Patric, Wallace o Bastos, oggi sarebbe stato massacrato. E’ sempre una leggerezza laziale a rompere l’equilibrio e a spianare la strada agli avversari. Se un episodio può girare in due direzioni, quando la Lazio affronta una big la direzione è sempre quella sbagliata. Quando tutto può andare male, va male come Murphy insegna. Ma questo non può essere un alibi anzi, la fortuna aiuta spesso chi è bravo a cercarla e evidentemente i biancocelesti devono fare qualcosa in più con le prime della Serie A. I numeri contro le big sono inquietanti e domenica il solo pensiero di affrontare la Juventus senza 2/3 di una difesa di per se già fragile, mette i brividi. Se ancora ci fosse qualcuno che non l’avesse capito, a questa squadra serve almeno un rinforzo. Senza Caceres, che domenica sarebbe sicuramente stato titolare, Inzaghi perde due alternative in una, in difesa e sulle fasce. Minimo un uomo almeno deve arrivare. Per conseguire un risultato sportivo bisogna fare tutto ciò che è nelle proprie possibilità. Già a mettere i bastoni tra le ruote alla Lazio ci pensano in troppi, almeno dalla società servirebbe un aiuto. Infine l’unica notizia positiva di giornata arriva dalla classifica, è questo il paradosso. La squadra d’Inzaghi ha affrontato una delle due squadre ‘proibitive’ della Serie A e si ritrova a un solo punto dall’obiettivo stagionale. Domenica ci sarà Lazio-Juventus, ma anche Milan-Napoli e Atalanta-Roma. Non sarà facile raggiungere il quarto posto, ma bisogna far si che sia meno difficile possibile. Tifosi, squadra, società. Tutti uniti contro tutti per un unico obiettivo. Il bene supremo chiamato S.S. LAZIO 1900.

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