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Lazio, la svolta sarrista nasce nei big match? I numeri

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La Lazio di Sarri sembra stia già pian piano nascendo nei big match: a dirlo sono in primis i numeri e i risultati

I numeri non sempre dicono la verità assoluta, ma molto spesso offrono spunti di analisi. Nei 18 punti conquistati dalla Lazio in queste prime 11 giornate c’è un qualcosa che non può non balzare agli occhi, ossia il rendimento nei cosiddetti big match. Infatti, in una sorta di speciale classifica degli scontri diretti tra le prime sette, i biancocelesti sarebbero in testa per punti totalizzati. A tenere il ritmo è solo il Milan, vittorioso proprio contro i capitolini, l’Atalanta e la Roma, ma bloccato sul pari Juventus, che, però, va detto, al momento occupa la nona posizione.

RENDIMENTO TOP – Ed è stato proprio il ko con i rossoneri di Pioli l’unico stop nelle partite contano. Era il 12 settembre e il campionato era ancora alla terza giornata. Da lì in poi la squadra di Sarri, nei big match, non ha praticamente sbagliato un colpo. Tutto ha preso il via con la vittoria nel derby, nata grazie a un primo tempo pressoché perfetto. Poi c’è stato il successo con l’Inter, frutto di una rimonta e di una ripresa da incorniciare. Il resto è storia della scorsa settimana, caratterizzata dall’1-0 casalingo con la Fiorentina e dal pareggio beffardo sul campo dell’Atalanta. Insomma, 10 punti in 5 partite che rappresentano un rendimento top e un ruolino di marcia non da poco.

PASSATO, PRESENTE E FUTURO – Ed ecco che il pensiero non può non andare al passato. Infatti la principale critica che veniva mossa alla Lazio di Inzaghi erano proprio i risultati nei big match. Una squadra cinica con le piccole, ma che falliva gli appuntamenti importanti, anche se non possono comunque essere dimenticate le vittorie nei derby e contro Juventus, Napoli e Inter nel pre Covid. Ora però è iniziata un’altra era con la Lazio di Sarri, che sta via via e pian piano prendendo forma. È troppo presto forse per parlare di svolta nella mentalità, perché le sconfitte con Bologna e Verona bruciano ancora tanto. Il tutto potrebbe titolarsi alla ricerca della continuità. O forse alla ricerca della perfezione. Il cinismo del derby, la grinta, la determinazione e la capacità di sfruttare gli episodi vista con l’Inter, la perfezione difensiva della sfida con la Fiorentina, l’atteggiamento, l’aggressività, l’intensità, il dinamismo e i ritmi alti di Bergamo: un mix da mettere assieme per aprire definitivamente le porte alla bellezza. Il lavoro inizia a dare i suoi frutti, con una crescita che pare essere costante. E novembre può essere il mese della verità: i match con Juventus e Napoli possono davvero dire tutto.

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