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Cara Lazio…

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Una lettera scritta da noi in occasione dei 119 anni della S.S. LAZIO

Cara Lazio,
rieccomi qui a scriverti in questo giorno speciale. Cercherò di non essere scontato, banale, anche se con te pure un vocabolario esaurirebbe i termini. Questa è la tua serata, tutti ti pensano, tutti ti omaggiano. Sei di un anno più vecchia, anzi più bella, perché tu d’invecchiare proprio non vuoi saperne. Da quel dì, in cui le nostre strade si sono incrociate, la cosa più difficile da fare non è stata amarti, ma separarmi da te. Ogni anno, ogni domenica, ogni giorno, ogni ora, ogni secondo. Non esiste momento senza di te. La Lazio ha la forza di far passare tutto in secondo piano. Quando i problemi sono sul lavoro, la Lazio c’è. Quando la vita è triste, la Lazio c’è. Quando entri in un ospedale e i brutti pensieri ti assillano, la Lazio c’è. Quando al liceo la ragazza più bella della scuola non ti calcolava, la Lazio c’era. C’era e non esitava a ribadirti che lei, nonostante tutti i suoi difetti e le arrabbiature che ti avrebbe arrecato, NON TI AVREBBE MAI TRADITO. Inutile ricordare perché ti ho scelto, finirei per annoiarti. Le sai già tutte quelle belle cose sulla ‘banda Maestrelli’… la Lazio dei -9…gli anni di Cragnotti. .. Sai, ogni tanto me lo chiedo, soprattutto dopo qualche sconfitta: «Perché tra tante scelsi proprio te?». La risposta non è immediata, ci mancherebbe… In quei momenti la delusione di vederti triste mi assale e non capisco più nulla. Non è semplice trovare le parole, figuriamoci spiegare un amore così grande. Poi passa qualche ora, qualche giorno e il sorriso torna lo stesso. Non quello per la vittoria di un trofeo… che hai capito?! Quello di sempre, quello avuto dal primo giorno in cui ti ho visto. Quello per cui penso, che il calcio sarà pure un gioco, ma non sarebbe stato così bello se non fossi esistita tu. E poi, ecco così che la delusione per la sconfitta di qualche giorno prima, come d’incanto svanisce. Inizi a pensare già dal martedì a come sarà bella la prossima domenica allo stadio. Vai verso l’armadio, prendi la sciarpa e te la metti al collo come se stessi in Curva Nord. No, non è pazzia, è voglia di Lazio. E’ l’adrenalina che sale e non accenna a scendere. Oggi sono 119 eppure non m’abituerò mai all’emozione che provo. E’ il compleanno tuo eppure sono felice come se fosse il mio. Più o meno come quando tutto va male, ma arriva la domenica che con sé porta una vittoria e tutto viene dimenticato. Tu sei questo. Tu hai questo potere. Tu sei tutto ciò che descriverei se mi chiedessero di parlare dell’amore. E che ci posso fare? Sarò strano, ma mi sono innamorato di una 119enne che non accenna ad invecchiare. Lo sanno tutti che sei sempre stata la più bella. Lo sanno perché ti deridono, ti insultano e ti combattono. Lo sanno, come diceva Aldarello che “Tu sei la meglio” per questo “nun ce vonno stà”. Ecco qua… è arrivato il finale. La parte triste dei saluti. Quella dove si usano le solite frasi, scontate, banali, a volte troppo sdolcinate. Beh, io t’ho detto tutto. Sto quasi per salutarti. Prima però ti do l’appuntamento per l’anno prossimo. Non aver paura, seppur vecchia al traguardo dei 120 c’arriverai e io sarò sempre qui per dichiararti amore eterno. La piazza è sempre quella, il giorno anche. Roma 9 gennaio 1900. Nascesti tu e poi tutto il resto. Prima tu e poi il nostro amore. Più in alto di te solo il cielo che chissà perché ha i tuoi stessi colori. Comunque vada, mi troverai sempre qui. Al tuo fianco finché morte non ci separi! AUGURI LAZIO MIA!

Luca Palmieri

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