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Lazio, Lotito contro il tifo violento: «Vivo sotto scorta, ricevo minacce ma combatto»

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Claudio Lotito ha raccontato, in un’intervista, di vivere sotto scorta per portare avanti la sua lotta al tifo violento

In prima linea contro il tifo violento. Claudio Lotito ha adottato il pugno di ferro per combattere tutto ciò che va oltre al sostenere la propria fede. In una lunga intervista, rilasciata a Libero, il presidente della Lazio ha raccontato: «Per combatterli, vivo sotto scorta. Sono criminali che fanno soldi con il calcio. Io ho sempre operato con una netta separazione tra il ruolo del Presidente e quello dei tifosi: loro sono appassionati che devono sostenere la squadra con il cuore nel rispetto delle regole. Il Presidente invece è custode del patrimonio storico e sportivo della società senza scendere a patti e compromessi e senza farsi condizionare nelle scelte gestionali e strategiche».

RIMEDI – «Inoltre sono stato il primo ad arginare i delinquenti azzerando i benefits: niente abbonamenti e biglietti gratis, basta con le trasferte pagate dalla Lazio. Da una parte questo mio comportamento ha consentito alla società di interrompere un connubio censurabile sotto tutti i punti di vista, dall’altra parte ha acuito minacce e intimidazioni nei miei confronti, ed ancora oggi sono costretto a vivere sotto scorta».

RESPONSABILE SICUREZZA – «Ho fortemente voluto una figura professionale di altissimo livello quale quella del Prefetto D’Angelo. Proprio in considerazione della mia ferma decisione di stare sempre dalla parte delle istituzioni e della legalità. Grazie ad una proficua collaborazione quotidiana siamo in grado di poter dar risposte immediate ad ogni iniziativa volta a destabilizzare la credibilità e la serenità dei giocatori e del club e tesa a minare l’immagine della società anche all’estero».

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