Editoriale

Gestione delle forze e…del risultato: così la ‘Lazio-fantasia’ ha sbancato Udine

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L’analisi di Udinese-Lazio, partita terminata per 1-2 per la squadra di Simone Inzaghi, grazie alle reti di Immobile e Luis Alberto

Massimo risultato, minimo sforzo. Fino alle 18:00 di sabato, la trasferta di Udine sembrava un’insidia per staccarsi dal treno Champions e invece la Lazio prende la palla al balzo riportandosi davanti alle dirette concorrenti. Roma e Inter faticano e perdono contro Fiorentina e Torino, i biancocelesti non brillantissimi dopo le fatiche di coppa, ne approfittano da grande squadra. Zero pressione, zero calcoli, testa solo alla partita più vicina. Probabilmente i due scivoloni delle rivali, avranno incentivato Inzaghi a rischiare anche i diffidati Immobile e Luis Alberto, essendosi profilata un’occasione più che ghiotta. Il tecnico li manda in campo e viene ripagato con un gol di entrambi e un assist di Ciro. Oltre alla prestazione i due evitano anche il cartellino, portando a compimento una giornata perfetta. Da Udine la testa vola inevitabilmente a Salisburgo. E’ la settimana del derby, ma quest’anno sarà anche la settimana dell’ipotetica semifinale europea. E alla Roma ci si penserà solo da venerdì. Step by step. Così fanno le grandi squadre. Perché la partita più importante è sempre la prossima.

GESTIONE – La Lazio non sa solo aumentare le marce, sa anche scalarle e andare ad una velocità ridotta. La partenza non è stata delle migliori, con l’Udinese che ha cercato di sorprendere i capitolini con ritmi alti, sperando in una perdita di brillantezza dovuta alle fatiche di coppa. Non a caso la squadra di Oddo si rende pericolosa più volte nel primo quarto d’ora trovando anche il gol, arrivato però a causa delle precarie condizioni di Lulic, visibilmente in ritardo su Larsen. I biancocelesti dopo aver preso uno schiaffo iniziano a giocare e rimettono la partita sui binari giusti senza neanche faticare troppo. La gara continua a svolgersi su ritmi non elevati e viene capovolta in dieci minuti da due fiammate. L’atteggiamento con Milinkovic e Luis Alberto interni di centrocampo è apparso spregiudicato inizialmente, ma la Lazio non ha subito quasi mai gli avversari in quella zona di campo. A differenza di altri match, i biancocelesti hanno cercato di gestire il vantaggio, cercando spesso il palleggio in orizzontale, rinunciando alle solite verticalizzazioni offensive. E’ innegabile che un po’ di stanchezza dovuta all’Europa League era presente nella testa e nelle gambe dei calciatori, quindi la Lazio si è limitata a gestire il minimo vantaggio. Il tutto arriva perché la squadra ha acquisito una grande consapevolezza dei propri mezzi, che le ha permesso di fare possesso palla e giocare con il cronometro, pur avendo una difesa non certo impeccabile. Inzaghi e la squadra hanno mostrato un altro lato della medaglia che in questa stagione poche volte si era visto, ma nella precedente era molto frequente. Finalmente è arrivata una vittoria non bella, da squadra matura e senza particolari sofferenze.

RUSH FINALE – Non esistono priorità a sette giornate dalla fine del campionato e a una partita dalla semifinale di Europa League. Non esiste turnover, non esistono calcoli! Inzaghi lo ha dimostrato mandando in campo nella gara di ieri, due tra i migliori calciatori della rosa, sulla cui testa pendeva la diffida. Lo stesso farà giovedì a Salisburgo sempre con Immobile e con Milinkovic, a rischio squalifica per l’ipotetica semifinale. Il tecnico manderà in campo sempre la migliore formazione fino al termine della stagione e la gestione delle forze avverrà soltanto a gara in corso. Luis Alberto nelle ultime due partite ha giocato all’incirca 120 minuti su 180. Inzaghi gliene ha evitati 60 che equivalgono a due terzi di una gara. Lo stesso è accaduto con Immobile, sostituito nelle ultime tre partite e a cui sono stati risparmiati più o meno 40 minuti. Di fatto è come se nell’ultima settimana avesse iniziato una gara dalla panchina per poi entrare all’inizio del secondo tempo. In questo modo il tecnico, con un calcolo quasi scientifico riesce ad ottimizzare i minuti in cui utilizza i suoi calciatori, togliendoli dal campo sulle situazioni di risultato acquisito o quasi. Così facendo toglie inutili fatiche ai suoi ragazzi più preziosi e con più minuti nelle gambe. D’ora in poi bisognerà stringere i denti. Poche rotazioni e ragionate. Sta iniziando una delle settimane più importanti della stagione e non perché c’è il derby domenica, ma perché c’è il Salisburgo giovedì e poi uno scontro diretto per la Champions. L’appetito vien mangiando e ora la Lazio vuole finalmente sedersi al tavolo delle grandi.

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