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Veron: «Correa alla Lazio sta facendo il mio stesso percorso». E sul suo amico Inzaghi…

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Juan Sebastian Veron ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport. L’argentino ha parlato di Correa e del suo amico Inzaghi

A Roma Juan Sebastian Veron resterà sempre un mito. L’ex centrocampista biancoceleste con le sue giocate e sua professionalità ha conquistato i tifosi della Lazio. Oggi è tornato a parlare della sua esperienza nella Capitale e di Joaquin Correa, arrivato in estate e come lui è cresciuto nell’Estudiantes: «Lo conosco bene perché eravamo compagni di squadra all’Estudiantes. Ci ho loavorato anche quando sono diventato dirigente. È un calciatore che ha imparato tanto e che ancora deve imparare. Il calcio italiano lo farà diventare più forte. Nel 2012 cominciò ad allenarsi in prima squadra: io stavo lasciando il calcio e lui iniziava. Il suo talento si vedeva sin da subito. Ricordo che ci allenavamo sulle punizioni, gli davo alcuni consigli. Ma Correa si è fatto da solo, ha qualità innate. Ha sempre ascoltato i più grandi, è un giocatore intelligente e devo dire che oggi si sta esprimendo nella sua versione migliore. Tatticamente penso che non abbia un ruolo fisso, può giocare da seconda punta, da attaccante esterno o dietro le punte. Credo che possa diventare anche un buon centrocampista come lo ero io. È completo nel gioco. Tecnicamente è molto forte, in più è alto 1.85 ed è veloce col pallone tra i piedi. Sono contento che stia ripercorrendo lo stesso percorso mio: prima la Samp, poi la Lazio». 

INZAGHI – «Non mi sarei mai aspettato che diventasse un allenatore – svela Veron – Era un ragazzotto, ma nella vita è tutta questione di tempo, di maturazione. Ha dimostrato di essere un grande tecnico, ho parlato con gente che lavora con lui e mi hanno raccontato della serietà, della voglia di imparare e di emergere. Inoltre ha molto intuito. Da giocatore come era? Mi chiedeva di battere i rigori, ed alcuni glieli ho anche fatti calciare. Vorrei fare un salto a Formello per salutare Simone e confrontarmi con lui». 

LAZIO – «Lo Scudetto del 2000 fu incredibile, indimenticabile. Ricordo che io ero chiuso in una stanza dello spogliatoio ad ascoltare in radio Perugia-Juve. Appena finì la partita, volò di tutto per l’aria e uscimmo a festeggiare. Un ricordo che porterò sempre con me», ha concluso Veron.

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