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Bosnia Italia, Acerbi: «Con Dzeko sarà un derby. Lazio? Meritiamo il terzo posto»

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Francesco Acerbi, da Coverciano, ha presentato la gara tra Bosnia ed Italia in programma per il 15 novembre

Bosnia ed Armenia sono i prossimi appuntamenti della Nazionale italiana. Tra i protagonisti di Mancini c’è anche Francesco Acerbi, difensore della Lazio, che dal centro sportivo di Coverciano ha parlato così in conferenza:

Prossime sfide?
Io non ho mai pensato al posto fisso, non ce l’ho. Cerco di dare sempre il meglio per dei motivi, per me stesso, per migliorarmi. Per fare sì che l’allenatore non abbia idea di potermi cambiare, nella Lazio. In Nazionale ci sono tanti ottimi giocatori, manca Chiellini che è una colonna internazionale, io con i piedi per terra penso che ogni opportunità sia una finale. Giocando gli errori ci possono stare.

Due anni fa Italia-Svezia…
La qualificazione mancata ero a vederla a casa di un amico, me la ricorderò sempre. A fine partita ero incredulo, speravo sempre che facesse gol qualcuno, invece non è successo e ci sono rimasto veramente male. È una cosa passata, siamo agli Europei e bisogna guardare avanti. Giusto prendere spunto dagli errori, ma andare avanti.

Immobile?
È un amico, un grande attaccante, ora bisogna preservarlo. Spero faccia ancora un sacco di gol, è importante nella Lazio. Pure quando ne ha fatti qualcuno in meno. Se andasse avanti con questo ritmo sarebbe da Pallone d’Oro. Speriamo continui così, merita tante gioie.

La Bosnia può essere un problema?
Andiamo in uno stadio piccolo, 15 mila spettatori. Non sono passati ma hanno la Nations League, noi vogliamo dimostrare e continuare a vincere. È un campo ostico, difficile, rischi di fare una brutta figura e non vogliamo.

Differenza tra giocare nella Lazio e in Nazionale?
Costruiamo a tre, mi piace il ruolo, lo faccio ogni tanto nella Lazio, mi piace essere propositivo. Ma il mio compito è cercare di difendere bene, io ho sempre giocato, mi piace stare nel vivo del gioco.

Obiettivo Champions League?
Stiamo facendo grandi cose in campionato, quattro vittorie di fila. Peccato per l’Europa League, non è detta l’ultima parola, ma dovevamo e potevamo fare qualcosa di più, io in primis. Questo ci lascia con l’amaro in bocca, il campionato non finisce domani. Noi puntiamo alla Champions perché abbiamo tanti giocatori forti, siamo amalgamati. Speriamo che a maggio sia così. La nostra squadra è forte, gli alti e bassi che c’erano erano preoccupanti. Queste quattro vittorie devono essere il punto di partenza, ci sono state delle partite in cui vincevi e poi andavi a perdere in malo modo. Questa è la strada giusta, abbiamo dimostrato continuità. Peccato ci fosse la pausa, meritiamo il terzo posto. La continuità ti porta ai risultati.

Di fronte avrà Dzeko…
Per me è un derby. Poi deciderà il mister. È uno dei migliori attaccanti in circolazione, ha destro, sinistro, colpo di testa, controllo, profondità. Lo dimostra che, all’andata, da solo, metteva in apprensione i difensori. Ci sono altri grandi giocatori, come Pjanic a centrocampo. È una partita difficile. Giocheranno per la vittoria, anche noi.

Ha parlato con Sirigu di quel gol contro il Torino?
Non mi saluta da tre giorni (ride, ndr). In quella partita avevo già pensato di tirare, ero molto libero nella zona di metà campo. Ho tirato ed è andata bene. Qualche anno fa calciavo di più, ora vedendo Luis Alberto, Milinkovic, meglio passarla va’, fanno loro la differenza. Poi dipende dagli avversari, ora anche le piccole pressano e ti fanno giocare poco. Si vede, il Lecce ci ha messo in difficoltà.

E sulla visita al Bambin Gesù…
Io ci sono, siamo in tre oltre al mister. Sono molto contento di esserci. L’altra volta mi è venuto spontaneo, per me era giusto una volta che vai – e non ci vai spesso – salutare tutti, vederli tutti, stare con loro. Alla fine ci stai cinque-dieci minuti in più, non succede nulla.

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