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ESCLUSIVA – Morabito, ag. FIFA: «Allibito da Malagò. Lazio? Il sogno è Romagnoli, no a Bonaventura»

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ESCUSIVA – Vincenzo Morabito, noto procuratore, è intervenuto ai nostri microfoni per parlare della possibile ripresa del calcio e non solo

Il noto procuratore e agente FIFA Vincenzo Morabito ha detto la sua in merito alla ripresa del calcio e non solo. Ecco le sue parole ai nostri microfoni.

Polemica che sembra non finire mai quella della ripresa del calcio…

«Il primo responsabile è il capo del Coni Malagò. Va in direzione opposta rispetto a chi governa e amministra lo sport italiano. Il calcio è la locomotiva dello sport anche se lui dice sappiamo e conosciamo l’eccezione che si deve dare al calcio, dall’altra porte poi ogni giorno fa un’intervista dove si auspica che il calcio venga interrotto, che non ci siano vincitori. Parla della gente, ma ci dica qual è la gente che vuole che il campionato non venga portato a termine. Forse la sua gente, si è creata una sorta di lobby tutti di fede giallorossa che continuano a fare dichiarazioni di un certo tipo, come quella del virologo Rezza. In questo momento Malagò dovrebbe sostenere Gravina che è un presidente che sta mostrando coraggio e voglia di sostenere quella che è l’unica soluzione. Se non si finisce il campionato ci saranno delle ripercussioni di ordine economico veramente pazzesche nei confronti non solo del calcio ma anche degli altri sport. Il calcio genera un introito di più di un miliardo e duecento milioni di contributi che il calcio versa allo stato italiano e tantissime famiglie che vivono attorno al calcio. Io sono sconcertato dall’atteggiamento di Malagò che ancora oggi continua a parlare di etica, etica significa mandare in fallimento il calcio? Questa non è etica ma demagogia».

Sulla diatriba Lotito-Cellino…

«Cellino non è commentabile, lui un mese e mezzo fa scongiurava l’intervento dello stato, poi ci racconta del suo viaggio in Sardegna in un momento di lock down. In Italia ci sono sempre due pesi e due misure. Lui fa un ragionamento di interesse personale, come Cairo e Ferrero.Va bene anche non assegnare lo scudetto ma bisogna riprendere, se non rinizia chiudiamo tutti. Chiude la Serie B, la Lega Pro, i dilettanti, tutto lo sport italiano».

Non solo Serie A, che fine faranno Serie B e Lega Pro?

«Credo che solo la Serie A potrà rinziare, le altre si adegueranno a quelle che sono le classifiche attuali. Anche perché i protocolli che sono stati richiesti nessuno può permetterseli. Io ho sentito diversi presidenti di Lega Pro e qualcuno di Serie B dire che non importa, basta che ricominci la Serie A perché è lì che ci sono i soldi che a cascata determinano un introito per tutti. Ovviamente ci saranno conseguenze economiche importanti in tutti i settori ma si può ripartire anche facendo un progetto che non possa prescindere da criteri di solidarietà a favore di chi non ha le stesse risorse economiche dei club più importanti».

La Lazio sarà motivata come prima dello stop?

«Sono convinto che una volta che si tornerà in campo, e bisogna ringraziare anche Lotito e De Laurentiis che si stanno battendo per questa causa, i giocatori avranno quella forza d’animo per andare avanti e anche dare un sollievo alla gente. Far ripartire il campionato vuol dire dare una motivazione in più per uscire da questo clima di grande depressione che stiamo vivendo. A noi dispiace perché abbiamo negli occhi le immagini dei laziali a Genova tutte scene molto belle ma dobbiamo anche essere contenti di ripartire seppur a porte chisue. Poi sarà il campo ad esprimere i suoi verdetti. Giocare ogni tre giorni vuol dire che la Juventus è favorita perché ha una rosa molto ampia. Il lavoro di Inzaghi ha favorito la crescita di molti elementi considerati non adatti ad una rosa da scudetto ma che poi quando sono stati chiamati in causa hanno fatto molto bene. La Lazio se la giocherà, sarà molto importante questa voglia di vincere che i giocatori hanno e che Inzaghi ha trasmesso. Poi deciderà lo scontro diretto che non avrà gli spettatori e quindi sarà deciso solo dai valori in campo».

Come cambierà il mercato?

«Sarà un mercato più lungo. Non più la finestra luglio-agosto ma fine novembre o aperto tutto l’anno fino a fine marzo. Ci sarà meno stress, più possibilità di scegliere gli elementi da cedere e acquistare. Il mercato non potrà permettere trasferimenti da 100-150 milioni di euro ma ci saranno molti scambi, la Lazio credo che tratterrà nuovamente Milinkovic perché la sua quotazione non sarà alla portata di club che in condizioni normali forse ci avrebbero provato. Sarà un mercato che piano piano tornerà ai livelli di prima di Neymar».

Quali sarebbero gli acquisti giusti per la Lazio della prossima stagione?

«Rinforzerei la fascia sinistra con un vice Lulic e un giocatore che possa essere inserito in difesa. Il sogno è Romagnoli e a centrocampo Tonali per prepararci al dopo Leiva. Bonaventura? Parametro zero che ha avuto molti infortuni, un giocatore che non rientra e che non deve rientrare nei piani della Lazio che deve puntare a prendere giocatori che siano integri dal punto di vista fisico visto che la squadra di Inzaghi farà la Champions».

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