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Mancini (Dazn): Non vedevo giocare così la Lazio da anni! Inzaghi bravissimo – ESCLUSIVA

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Riccardo Mancini, telecronista di Dazn, è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni per parlare di Lazio e non solo

Il giornalista e telecronista di Dazn, Riccardo Mancini, è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni per raccontarci il suo amore per le telecronache, ma anche per commentare la situazione di emergenza in cui si trova il calcio italiano e la grande stagione della Lazio.

Riccardo, quanto ti mancano le telecronache e come stai passando il tempo in questa quarantena?

«Le telecronache mi mancano tantissimo perchè sono la mia vita. Però mi manca tutto quello che riguarda le telecronache, cioè la preparazione, che mi occupa gran parte della settimana, i viaggi, le trasferte, i rapporti con i colleghi, i confronti, le opinioni…insomma, tantissime cose. E‘ il sogno che avevo da bambino, quindi sono contento quando vado a lavorare e ovviamente mi manca tantissimo. Per quanto riguarda la seconda domanda, ti dico che per tenere il cervello allenato e per restare più o meno sempre sul pezzo, ho organizzato uno spazio su Instagram con delle dirette che vanno tutti i pomeriggi sul mio profilo con i giocatori di Serie B. L’ho chiamato B at Home, sia perchè può essere un messaggio che deve essere lanciato e sia perchè parliamo di giocatori di Serie B che intervengono da me, non come se fosse un’intervista, ma solamente per una chiacchierata. Quindi ho pensato a questa cosa per passare il tempo, per tenermi in allenamento e anche  per tenere il cervello sempre acceso e credo sia fondamentale, in questo momento, in cui non essendoci il calcio non possiamo commentare nulla».

Secondo te, la Serie A sarà portata a termine?

«Sì, penso che si faccia e si debba fare di tutto per portarla a termine, perchè l’aspetto economico è il più rilevante, al di là dell’aspetto di giustizia, che ovviamente, anche è importante. Ci sono questi due aspetti che vanno tenuti in considerazione, soprattutto quello economico perchè le eventuali non entrate per tante società dalla Serie A fino alle categorie dilettantistiche potrebbero rappresentare un punto di non ritorno. Quindi, penso e spero che davvero si faccia di tutto, al netto del superamento del problema, che è la principale delle cose da risolvere, però spero che tra qualche mese si possa finire e poi, eventualmente, si possa pensare al prossimo campionato. Anche tra i giocatori di Serie B e con qualche nostro talent, con cui ho parlato, ho avuto la sensazione che la voglia di finire ci sia da parte di tutti e quindi penso che si andrà in quella direzione. Credo che in qualche modo si farà, naturalmente con le dovute precauzioni, che è fondamentale, però immagino che i campionati saranno portati a termine».

Parlando di calcio giocato…la grande stagione che stava facendo la Lazio, prima dello stop, è una casualità o pensi che anche in futuro continuerà a lottare per lo scudetto?

«No, assolutamente non credo che la stagione della Lazio sia una casualità, tutt’altro. E‘ un percorso di crescita cominciato dall’arrivo di Simone Inzaghi che è stato bravissimo con molti giocatori nel lavorare soprattutto sull’aspetto mentale. Quindi, in tanti sono cresciuti da quel punto di vista e questo si percepisce di giornata in giornata. Penso che quest’anno, ma soprattutto con il passare del tempo, si siano poste delle basi importanti, poi ovviamente, starà anche alla società continuare ad investire e a credere in questo progetto che sembra molto ben avviato e certamente in casa Lazio si può sognare».

Qual è stata l’arma in più della Lazio in questa stagione?

«A livello di armi in più, io credo che siano state diverse le componenti. La prima che mi viene in mente, dopo Simone Inzaghi, di cui ho parlato in precedenza, secondo me è il gruppo. Sembra quasi scontato dirlo, però ancor più dei singoli, perchè di singoli ce ne sono diversi, come Immobile che fa una stagione da paura, Milinkovic e Luis Alberto che rendono in un modo strepitoso, ma secondo me più di tutti è il collettivo l’arma in più. Erano anni che non vedevo giocare la Lazio in questa maniera, oltre che ottenere questo tipo di risultati. Questo è il frutto del lavoro di gruppo, il frutto di una squadra che crede nello stesso obiettivo e che sembra, per noi addetti al lavoro, una squadra composta da amici, da gente che si capisce al primo sguardo, quindi secondo me questo è stato fondamentale, oltre ovviamente al lavoro dell’allenatore che è sotto gli occhi di tutti. Poi ci metterei anche che in casa, c’è un pubblico che da tempo non viveva questo entusiasmo e naturalmente trasmette tantissimo: quando i tifosi laziali sono galvanizzati e divertiti da quello che vedono, poi la squadra ha sempre una marcia in più».

Quale tua telecronaca ricordi con più piacere?

«E‘ una scelta complicata. Per aspetti emotivi diversi te ne cito qualcuna: la mia prima all’estero che è anche la mia prima a Wembley, perchè per me quello stadio rappresenta casa ed un qualcosa di magico. Si giocava Leicester-Manchester United, Community Shield del 2016, quindi era in estate, ad agosto. Ti cito questa perchè avevo Fabio Capello al mio fianco, commentavamo il Leicester campione d’Inghilterra, reduce da quella stagione straordinaria, il Manchester United di Ibrahimovic e Mourinho ed in più è stata una partita bella ed emozionante fino alla fine. Poi, ti dico anche la mia prima all’Olimpico, quindi Lazio-Verona, nonostante il risultato. Infine, per bellezza di gol, ma anche per l’aspetto della trasferta e dello stadio ti cito Cagliari-Spal di quest’anno con il gol di Nainggolan, che è uno dei più belli se non addirittura il più bello che abbia mai commentato in vita mia».

La partita che sogni di raccontare?

«Mi piacerebbe una partita che può decidere il campionato, quindi una festa scudetto. Poi, sembra scontato, ma ti dico la finale di Champions o del Mondiale. Credo che per tutti i telecronisti sia quello l’obiettivo, anche se è abbastanza complicato. Commentando da un anno e mezzo la Serie A, diciamo che al momento mi accontento anche di una partita che possa decidere lo scudetto».

C’è un telecronista a cui ti ispiri o che comunque è per te un punto di riferimento?

«Sicuramente Riccardo Trevisani. E‘ stato il mio punto di riferimento in passato, ma lo è tutt’ora perchè è diventato mio amico ed abbiamo un rapporto splendido. Riccardo ha un modo di raccontare le partite diverso da tutti gli altri, secondo me è il miglior telecronista attualmente in Italia per la passione che ci mette e per il modo di raccontare. A mio parere, per fare la telecronaca va benissimo prepararsi, studiare, essere analitici, ma poi bisogna anche lasciarsi un pò andare ed essere spontanei e credo che lui, in Italia, sia quello che ci riesce meglio. Attraverso i suoi consigli, sono cresciuto molto nel corso degli anni, mi è sempre stato vicino e mi ha sempre dato le dritte giuste per migliorarmi, quindi ti dico lui».

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