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Keita e Felipe uniche luci in un pomeriggio di sofferenza

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La vittoria ottenuta ieri pomeriggio dalla Lazio contro l’Empoli ha proiettato i capitolini a quota 10 punti in classifica, a pari punti con la Roma. Il 2-0 inflitto ai toscani, tuttavia, è un risultato a tratti bugiardo. I biancocelesti hanno infatti faticato più del dovuto di fronte ad un Empoli non irresistibile nei primi 45′, nonostante il goal del vantaggio di Keita.

 

Nella ripresa l’offensiva toscana è stata costante e la Lazio ha prodotto pochissimo lasciandosi schiacciare nella propria metà campo. A corroborare una domenica non indimenticabile ha concorso anche l’infortunio di Biglia: una situazione gestita male, anzi malissimo, da giocatore, staff tecnico e sanitario.

 

Probabilmente le uniche note liete del pomeriggio laziale sono costituite da Keita Balde e Felipe Anderson (e anche da Strakosha, decisivo in più di un’occasione con le sue parate). Il senegalese, riproposto per la prima volta in stagione dal primo minuto, ha avuto il merito di sbloccare la partita ed ha più volte sfiorato il raddoppio. Il brasiliano, seppur più intermittente rispetto al compagno di squadra, nei momenti in cui si è acceso ha dato l’impressione di poter fare la differenza.

 

Sebbene Inzaghi continui ad asserire che la condizione di Keita non è ancora ottimale, partita dopo partita, lasciare fuori l’ex ribelle (dopo le arcinote vicende estive) sarà sempre più difficile. Anderson è ancora alle prese con l’apprendimento del nuovo ruolo da tornante ma pare essere sulla buona strada. Questa Lazio dal gioco ancora incerto e in cerca di un’identità non può prescindere dai suoi due giovani più brillanti, chiamati una volta per tutte a svestire il ruolo di promesse e a trasformarsi in certezze. 

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